Intervista ad Alberto Tristano

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    Intervista ad Aberto Tristano
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    Alberto Tristano, altrimenti noto come Ardito Eufemismo, è un autore di belle speranze romano, amante del pulp e dell'hard boiled, autore del divertente romanzo "Il diario di Giovanni Ponte", parodia romanesca del più famoso diario di Bridget Jones. Volevamo dare un taglio ironico all'intervista, ma siamo persone seriose!

    * http://ildiariodigiovanniponte.splinder.com/
    * scheda di: Il diario di Giovanni Ponte su Altrove

    Edited by La Vita Altrove - 4/2/2011, 12:35
     
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    Eccoci finalmente a pubblicare l'intervista ad Alberto Tristano... Lasciamo che sia lui a introdurcela :

    Avendo scritto sostanzialmente un libro comico, sarei felice di dare un taglio ironico all'intervista. Ma mi adeguo all'intervistatrice.

    Se può interessare riporto il link dell''intevista che rilasciai ad Alfonzo Ragazzini x Bene, direttore del settimanale Che? cca?.
    www.braviautori.com/forum/viewtopic.php?f=66&t=2034
    Attendo tue nuove.



    Ciao Alberto!
    Ovviamente l'intervista prenderà il tono che gli diamo noi ^^
    Quindi dai, iniziamo:
    Giovanni Ponte è romano, assolutamente romano. Avrebbe mai potuto essere altrimenti?

    In effetti mi sono spesso chiesto se GP fosse "troppo" romano. Mi sono risposto di no, ma dalla tua domanda deduco che la mia percezione del grado di romanità del mio personaggio era cannata de brutto, per dirla in lingua madre. Però giuro che GP lo avrei potuto disegnare molto ma molto più "romano". Proprio oggi a proposito, leggendo Niccolò Ammaniti, mi dicevo che, nonostante racconti ambienti e personaggi spesso diversi da quelli della nostra città, è il suo modo di scrivere ad essere assolutamente romano. I termini, i detti, alcune sfumature nelle espressioni. E' protervia imporre la realtà in cui siamo calati e che inevitabilmente è permeata in noi o, in fin dei conti, è il nostro stile, come il fiorentino per Marco Vichi, il milanese per Scerbanenco o il siciliano per Camilleri? E' sicuramente protervia accostare il mio nome a questi grandi. Eheheh.

    Bè, a me Giovanni Ponte, per quanto caricaturale, è sembrato un prototipo perfetto di romano de Roma. Non so quanto "svincolarti" da un personaggio simile ti potrebbe rendere cosmopolita, in fondo la romanità ce l'hai davvero nella scrittura (ma questa non vuole essere una critica). Tu come la vedi, a parte i paragoni di cui sopra? Come ti ci vedi? Pensi che sia un vincolo negativo o una peculiarità che viene a caratterizzarti?
    (Scusa il tono serioso della faccenda, sono una persona noiosa =P)

    Certo, è una peculiarità inscindibile dal mio modo di scrivere e come tale, se dosata opportunamente, non è negativa. Quando mi sono cimentato in qualcosa di meno goliardico e più drammatico
    la "romanità" è stato ridimensionata quasi totalmente sia dalla caratterizzazione dei personaggi, e sia dall'uso gergale del lessico. Tuttavia, prediligendo scrivere hard boiled, pulp o comici come GP è chiaro che "l'informalità" espressiva di casa nostra finisce inevitabilmente per palesarsi. Limite o meno, non sarei credibile se cercassi di esprimermi diversamente.

    Come mai ti sei deciso a inserirti nel filone hard boiled?
    L'hard boiled è un mondo affascinante. Ho sempre avuto un debole per l'antieroe solitario, disilluso ma idealista, cinico ma romantico, onesto ma non necessariamente legale. L'ambiente urbano è il mio preferito. La dicotomia tra il bene e il male, e il mondo, che come scrivo ne "Un Rewash" - un racconto hard boiled futurista, non è mai bianco o nero come lo si cerca di vedere sino ai trent'anni, ma è fatto di mille sfumature di grigi, maturando, lo si capisce.
    E poi come ti dicevo, l'hard boiled mi sembra espressivamente più vicino al linguaggio comune, senza fittizie impalcature letterarie.

    C'è modo di leggere le tue "altre cose"? dove? e cosa ne pensi?
    Premetto che mi avvicino alla scrittura in maniera meramente amatoriale, quindi per molto tempo ho scritto corto racconti dal taglio veloce, ironicamente amari o drammatici, e con questi ho partecipato a vari concorsi letterari.In quest'ambito qualche riconoscimento, il primo posto in una Gara di Braviautori, il terzo al Granelli di Parole Kimerik 07, e un quarto, a mio avviso molto prestigioso, al 35° Nero Premio. Quindi tra questi e altri racconti selezionati sono presente in una dozzina di antologie edite (Parole in Corsa, Kimerik, Premio Panchina, Perrone Lab, Grasso Editore, Nasf 5 etc.) e in altrettanti e-book molti dei quali reperibili in Braviautori.it. Nel cassetto, al momento, ho una raccolta di racconti "cattivi" che contaminano generi adiacenti come l'hard boiled e il noire. Questa raccolta non è ancora completa. Sono in stand by con un ultimo pezzo che è il sequel naturale de Un Rewash. Appena pronto, sottoporrò l'antologia a qualche editore, magari di nicchia. Ho intenzione di titolarla in maniera significativa "Un Rewash e altre storie dal cuore nero".

    Uhu, un'anteprima succulenta :D
    Cosa ci dici invece sul diario? come è scaturita l'idea di questo romanzo? che tipo di riscontri hai avuto, da parte dei lettori, degli editori ecc ecc?

    Due grandi capolavori letterari hanno segnato la mia formazione: “Klito” di Giuseppe Carlotti e “L’era del porco” di Gianluca Morozzi (già i titoli sono tutto un programma). Il diario di Giovanni Ponte è mosso dalla stessa voglia di prenderci in giro esasperando comportamenti e situazioni. Dai lettori ho avuto riscontri confortanti. Sono riuscito nell’intento di strappare almeno un sorriso anche a coloro i quali il libro non è piaciuto affatto. Poi non è un libro per tutti. In genere ci si riconosce un target generazionale che vive gli “anta” e che ha un modo ironico di vedere la vita. Non piace a chi si prende troppo sul serio. A chi “ci crede” e “si crede”. Non piace ai seriosi e agli ottusi a mio modesto parere, o meglio non piace a quelli che non piacciono a me. Dal punto di vista editoriale, Il diario di Giovanni Ponte non è stato sottoposto al vaglio di alcun editore. Non avevo voglia di mendicare o di fare “il giro delle sette chiese” per sentirmi dire “non ci interessano nuovi autori” e poi pubblicano il primo cerebroleso che è stato al Grande Fratello o è il nipote di e il figlio di. Ma non voglio entrare in questo discorso. La mia inesperienza editoriale comunque ha penalizzato il diario di Giovanni Ponte. Ha un editing orribile e presenta qualche refuso, come è emerso da alcune recensioni critiche. Tuttavia, la scelta di aver usato Boopen editore on line non è stata affatto negativa (ho pubblicato a costo zero), se non per il fatto di avere una distribuzione praticamente nulla. Per il futuro comunque sono attratto dall’idea di sottoporre il mio lavoro a qualche editore mirato, e se non otterrò riscontri, mi affiderò ancora agli editori come Boopen. Tanto non scrivo certo per soldi.

    Eh ma se mi anticipi le domande non vale!! :D
    Vabbè, allora ricambiamo argomento. Come lettore adesso che tipo di libri ti attrae?
    E' colpa tua che mi metti a mio agio... Comunque più di anticiparti le domande sto cercando indirizzarle. Nel mio immaginario Pontiano tu, dopo che io ho affermato di non scrivere per soldi, avresti dovuto chiedermi: e per cosa scrivi allora? e io calavo l'asso di bastoni tipico di John Bridge e rispondevo: scrivo solo per il piacere di essere intevistato da te. Ma, ahimè, tu sei una professionista e non abbocchi a questi infantili ami. :D

    Faccio il serio: per snobbismo leggo sopratutto italiano. Amo molto Ammaniti, Paola Barbato (con la quale ho smessaggiato, yeeeeh! che onore!), mi piace lo stile di Chiara Palazzolo, e quel che racconta Raul Montanari. Ma anche Santacroce, Vinci, Baldini e tanti altri. Poi ricevo dritte in giro e allora corro a scoprire Scerbanenco e ne rimango affascinato, e ho pure una particolare predilezione per gli scrittori esordienti. Il primo lavoro in genere è il più vero. Per quel che attiene gli stranieri, mi piace il maestro Bukowski ma anche Tibor Fisher e Michel Houellebecq, insomma degli "pseudo zuzzerelloni" come amo definirli in ardito eufemismo.

    AHahahah, oddio, più che altro direi stordita.... :D
    Ma davvero ti piace la Santacroce? AHEM... meglio che non ti dico la mia. Con quali canali arrivi agli esordienti?

    Diciamo che non aborro alcune cose della prima Santacroce, tipo Revolver o Luminal. Certo l'immagine che si è costruita e le scene che fa, sono veramente insopportabili.
    Mmm i canali degli esordienti? Le comuni librerie o i vari compagni dei siti di scrittura, di splinder.
    Addirittura in qualche caso ho letto i romanzi di questi esordienti da loro stessi prima della pubblicazione. Faccio per i romanzi quel che faccio per la musica, navigo in internet a caccia di demo gratis e di e-book. Però non tutto vale la pena di essere letto.

    Cosa te n'è parso delle catene di lettura di pensieri tatuati prima-mondo parallelo poi?
    E qual è il tuo "pettine" per arrivare alle cose che meritano, cercando di scartare quello che è una perdita di tempo?

    Sono rimasto entusiasta delle catene di lettura. E' stato Pensieri Tatuati a farmi conoscere questo tipo di scambio e lo trovo un mezzo magnifico per avere dei ritorni su quanto si è scritto e per scoprire piccoli gioielli altrui. Pensa che, "fomentato" dal sito da voi curato, essendo la catena di Giovanni Ponte terminata, ne ho iniziata una io in proprio. Qualche riscontro l'ho avuto. Al momento però ho tre copie del mio libro disperse. La poca onestà degli incatenati l'avevo messa in conto, comunque.

    Per quanto riguarda il pettine, diciamo che, per me, già il genere è una discriminante. E' chiaro che leggo quello che più mi è congeniale. Spesso anche le sinossi sono estramente utili per capire se un libro "m' attizza". Scrivere una buona sinossi del proprio libro è molto importante a mio avviso. Poi, bisogna effettivamente leggere per sapere se ne vale la pena e qui, subentra il fattore fortuna.


    Bè, spesso non è tanto la trama quanto il modo in cui è scritto il libro a interessarci (e viceversa). Tu che tipo di ritorni hai avuto? Insomma, ti sta dando qualche soddisfazione il tuo figliolo cartaceo?

    Si, le recensioni critiche di Pensieri Tatuati e di Mondo Parallelo sono state di grande aiuto.
    Mi sono reso conto di quanto l'impaginazione e l'editing siano importanti, di quanto sia necessario curare l'aspetto anche esteriore della propria scrittura. Mi ha fatto piacere, comunque, che anche i lettori della catena delle community sopra citate, che sono fuori target per Giovanni Ponte, abbiano alla fine sorriso e si siano divertiti nella lettura. Nelle catene che ho lanciato privatamente, pur non conoscendo alcun lettore, il feed back è stato estremamente lusinghiero per me. (Tant'è che si sono fregati i libri).

    Ora voglio un ritratto del lettore-tipo del diario.
    Il lettore tipo del Diario di Giovanni Ponte è il mio amico del cuore o la mia donna ideale. L'amico del cuore ride alle mie battute, le capisce le apprezza, ne condivide la filosofia. La mia donna ideale si innamora perdutamente di Giovanni Ponte, dei lati romantici e sensibili, ma anche del suo cinismo e del suo essere talvolta imbranato. Il lettore tipo è probabilmente una figura mitologica che esiste solo nella mia fantasia.



    SPOILER (click to view)
    Intervista raccolta via email da Yelena.
    per vedere i log chiedete il permesso di visualizzare la sezione doc


    Edited by [[ÿ - 2/3/2011, 10:24
     
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1 replies since 2/12/2010, 12:38   390 views
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