Recensioni sui siti: sono affidabili?

ex ot sull'intervista di Cristina Contilli

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    Nota degli admin: Questa discussione è stata generata da un off topic nell'intervista a Cristina Contilli.


    Questo è un discorso a parte... se Yelena vuole toglierlo o spostarlo a parte, per aprire una nuova discussione o cassarlo, ha tutte le carte in mano per farlo.

    Ora, questa non è una accusa/dubbio/rimostranza rivolta a Cristina in particolare. E' una situzione che ho ritrovato trasversalmente su tutto il panorma esordienti italiani e che, purtroppo, ci rende ancora una volta dei dilettanti rispetto al panorama mondiale.

    I commenti di aNobii, sopratutto per quanto riguarda i nuovi autori italiani, sono il più forte deterrente che incontro nella scelta di qualcosa da leggere nel settore.
    Il libro di un autore esordiente o emrgente, presente nelle librerie di una trentina di persone (quando va bene), con commenti o stellette date da 1/3 dei lettori (ma spesso anche meno) e che presenta un pallinaggio medio di 4 stelle su 5, non è per me attendibile.
    Non dico che chi l'ha trovato buono stia raccontando balle o che lo faccia solo per non deludere l'autore (anche se, visto che molti lettori di emergenti sono scrittori emergenti, il dubbio ad una mente corrotta come la mia viene), però non è statisticamente credibile.
    Quando indago su un libro che voglio leggere, che sia su aNobii che Amazon (da tempo mio fornitore ufficiale), guardo prevalentemente i commenti negativi, soprattutto per gli autori che seguo con costanza. Se non ne trovo... allora tendo a non leggere quel libro o ad aspettare tempi migliori.

    Non importa che siano italiani o stranieri, una prima opera (ma a volte che le prime 2 o 3) non può essere perfetta. Rispetto a quel poco che ho letto di autori emergenti italiani, considerando la mancanza cronica di revisione competente che mina la nostra editoria, non è statisticamente possibile che abbiano tutti commenti prevalentemente positivi.

    Chiudo l'inciso e lascio ai capi la decisione se lasciare il commento, spostarlo o cestinarlo.

    Edited by Yelena‚ - 29/10/2010, 11:30
     
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  2. juliette1804
     
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    Infatti questo è un discorso generale e in più io, se permettete(!!!), non mi considero più un'esordiente visto che ho pubblicato una quindicina di romanzi e che la versione inglese de Gli amori della contessa Giulia è stata recensita anche all'estero... comunque, uno scrittore scrive e pubblica, poi, spera che il suo libro piaccia ad un certo numero di lettori... che piaccia a tutti è molto difficile...
    negli Stati Uniti tutti i servizi di promozione per autori (almeno nell'ambito del romance) hanno un prezzo, qui da noi ci sono invece molti più siti, forum, blog messi in piedi da semplici appassionati e quindi artigianali e gratuiti... se sia un bene oppure no non me la sento di giudicarlo... su Coffeetimeromance.com paghi per avere la cover del tuo libro in evidenza accanto alla recensione, ma ti dicono nel form che compili per richiedere una recensione che non ti assicurano una recensione positiva... a me con Gli amori della contessa Giulia è andata bene con In love and in exile non so come andrà perché la recensione deve ancora uscire... se vuoi organizzare un contest per il tuo libro ti aiutano ad organizzarlo, etc. sono molto professionali, però, appunto, sono tutti servizi di promozione a pagamento... anche su eye on romance la newsletter con l'anteprima del tuo libro che viene mandata a tutti gli iscritti del sito ha un costo così come la presentazione del tuo romanzo nella loro homepage o altri servizi... le recensioni su amazon.com non so come funzionano perché io finora non ne ho avute... i commenti su bookmooch sono visibili solo a chi effettua lo scambio dei libri e quindi sono un po' interne al giro di libri di questo sito più che essere rivolte a tutti i lettori in generale...
     
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    ma ti dicono nel form che compili per richiedere una recensione che non ti assicurano una recensione positiva

    E questa è una delle cose che, di base, mi lasciano perplessa.
    Perché la recensione, anche se rischiesta, dovrebbe essere positiva, tanto che devono precisare il fatto che potrebbe non esserlo?
    Se io leggo un libro, che sia per piacere, per professione, su richiesta non dovrebbe cambiare la cosa, la mia recensione dovrà essere obiettiva, esaustiva ma, se sarà positiva, dipenderà solo dalla qualità dello scritto.

    Leggo spesso commenti riguardanti l'accettazione di commenti/recensioni negativi da parte degli autori italiani.
    Ma, se metti in commercio un prodotto, il giudizio di chi lo compera deve essere libero e insidacabile.
    Può non piacere come viene espresso, si deve ribattere se si pensa che ci sia una presa di posizione precedente che rende il commento parziale, ma non si deve far sentire inaproppiato il lettore "normale" perché esprime un giudizio non gradito all'autore.

    Su Amazon basta comperare il libro per poter dare il pallinaggio (da 1 a 5) o scrivere un commento.
    Più compratori ha il libro, più possibilità ci sono che qualcuno commenti.
     
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  4. juliette1804
     
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    Coffeetimeromance.com è un sito in inglese dove vengono recensiti tutti praticamente i rosa che escono a prescindere dalla casa ed. che li pubblica, recensiscono chi pubblica con la Harlequin come chi pubblica con lulu.com...

    Se vuoi mandargli il tuo libro in pdf devi compilare un form su internet, ma ti avvertono in anticipo che ci vogliono 4-5 settimane prima che esca la recensione e che può essere sia positiva sia negativa:

    http://coffeetimeromance.com/reviewsguidelines.html

    Credo che siamo andate tutte e due off topic... comunque penso che lo dicano perché un'autrice che li contata per promuovere il proprio libro è giusto che sappia che le recensioni non rientrano nei servizi a pagamento e quindi possono essere sia positive sia negative...
     
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    Allora, faccio per prima cosa un chiarimento tecnico: nelle interviste abbiamo più che altro tenuto d'occhio la diffusione e il tipo di trattamento riservato agli autori dalle case editrici, quindi anche se hai scritto un sacco di libri sei finita tra gli esordienti. Non si tratta di una divisione "quantitativa", quanto appunto di capillarità della diffusione del romanzo e trattamento ricevuto dagli editori. In questo senso sei "esordiente", per lo meno mi pare di aver capito. In ogni caso in realtà la suddivisione è labile e imprecisa, spero non sia un problema.

    Altro tema: vorrei sottolineare che le mie critiche ai tuoi romanzi sono critiche estremamente personali, quindi riferite a me e ai miei gusti, io non faccio recensioni perché so che i miei commenti valgono soltanto per me. Ti ringrazio ancora per l'infinita disponibilità che hai sempre dimostrato, sia nel rispondere all'intervista, che a questo dibattito e alle vecchie discussioni, ammiro davvero questa tua onestà intellettuale di metterti a spiegare i tuoi punti di vista con calma e senza prendertela anche di fronte ai commenti un po' acidi di chi, come me e taksya, non apprezza il tuo stile, e sono sicura che andando avanti magari non le metterai in pratica ma sicuramente terra in conto le nostre critiche.

    Detto questo comunico ufficialmente che questi ultimi messaggi verranno spostati in un'altra discussione che sarà segnalata su questo stesso topic, per ora se volete possiamo continuare qui così se qualcun altro vuole intervenire nella faccenda non rischia di perdersi troppo.


     
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    Proseguo volentieri, perché è un argomento che mi interessa... ma aspetto che fai lo spostamento.
     
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    Riprendo, dopo lo spostamento.

    CITAZIONE (juliette1804 @ 25/10/2010, 19:57) 
    Credo che siamo andate tutte e due off topic... comunque penso che lo dicano perché un'autrice che li contata per promuovere il proprio libro è giusto che sappia che le recensioni non rientrano nei servizi a pagamento e quindi possono essere sia positive sia negative...

    E' questo che, da sola lettrice ora e da autrice di fanfic e tenutaria di un gioco di scrittura interattiva prima, non riesco a capire.
    Se io mando un mio pezzo a qualcuno, perché lo legga e magari mi dica dove sono le falle, non penserei mai che in cambio io possa ricevere solo critiche positive.
    Costruttive, spero, ma anche distruttive se quello che scrivo fa pena.
    Però non mi serve che mi chiariscano il fatto che "quello che scriveremo potrebbe non essere positivo". Spero che lo sarà, ma non mi aspetto solo quello... anzi!

    In molti blog/forum/articoli trovo che ci sia una sovrabbondanza di commenti posivi o neutri... ma abilmente cammuffati da complimenti positivi. Alla fine non forniscono dati utili a chi deve decidere se spendere soldi per quell'autore o risparmiarli per altro.

    Anche il commento fatto a "The Countess Julia and her lovers" sul sito da te riportato è descrittivo sui contenuti del libro, ma non è positiva e neppure negativa... da l'impressione che chi recensisce abbia voluto mantenersi neutra, lasciando ad altri il compito di decidere se il prodotto è valido o meno.

    Lo stesso vale per molti siti di di commenti [perché quando io lascio il mio parere su aNobii (o IBS o Amazon) non faccio recensioni. Dico semplicemente cosa ne penso... più per appunto a me quando, tra qualche mese, mi chiederò "ma ho letto 'sto libro? Chissà cosa ne avevo pensato..."]. Per gli autori con le spalle coperte, cioè quelli veramente famosi e diffusi ovunque, non ci sono remore a stroncare questo o quel libro... ma, se si tratta di un autore nuovo o poco diffuso, ecco che sembra scattare come un meccanismo di protezione.

    Su aNobii avevo posto al mio dubbio varie risposte.

    1 - essendo quello degli autori esordiente un circolo abbastanza chiuso (la maggior parte dei lettori degli autori esordienti, gira e rigira, sono altri autori esordienti), non esiste il rischio di un parere positivo dato nella speranza di riceverne uno?

    2 - gli autori esordienti vanno coccolati e curati, dando pareri positivi, perché altrimenti si frena la loro crescita e si distrugge il sogno?

    3 - è veramente un capolavoro?

    Al momento, in base alle pèoche letture fatte tra le opere di esordienti, emergenti e di genere nostrani, l'ultima opzione non mi è ancora capitata.
     
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    anche a me questo argomento interessa molto.
    visto che il Mondo ospita le catene di lettura sento un certo coinvolgimento^^

    personalmente, mi reputo un lettrice onesta, ovvero che a prescindere con chi ha a che fare, cerca di dare un parere a modo suo obiettivo. Nonostante questo, ho notato che la maggior parte delle volte i miei commenti per quanto riguardano le opere di esordienti sono negative... mi sono chiesta: non è che per caso scatta inconsciamente il pregiudizio al negativo? "se il libro era valido, non veniva certo pubblicato da una casa minore..."
    nel mio caso, non è così perchè al giudizio negativo accompagno sempre una motivazione e un'analisi (personale, s'intende) che lo supportino.

    ma è sempre così quando ci troviamo di fronte a commenti negativi?

    Io non sono per coccolare gli esordienti, perchè se hanno deciso di mettersi in gioco (e li ammiro profondamente per questo) devo anche essere pronti alle eventuali stroncature (costruttive), perchè come abbiamo più volte ripetuto, è impossibile che piaccia a tutti.
     
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    ma è sempre così quando ci troviamo di fronte a commenti negativi?

    No, ma non lo è neppure con quelli positivi.
    Il "perché mi è piaciuto" spesso è molto più difficile da motivare del "perché non mi è piaciuto" e in molti commenti positivi non trovi "il polso" del racconto, ma solo una trama dello stesso e i complimenti all'autore.
    Non aiuta così come non aiutano commenti come "mi ha fatto schifo" o "deludente" o "l'ho abbandonato al terzo capitolo".

    Però, quando leggo un libro di un Esordiente, Emergente, Poco Conosciuto (da ora in poi EEPC), trovo sempre e ripeto SEMPRE, gli stessi difetti: poche descrizioni, pochi dettagli e un sacco di ottime idee assolutamente non sviluppate.

    Tra quelli che ho letto (e sono pochi, rispetto ad altri di voi) si salva solo "Il Suono Sacro di Arjiam" di Daniela Lojarro, che con tante pagine a disposizione* ha potuto dare una definizione maggiore del mondo che ha creato, e "L'amore, il mare e una calza di lana" di Pamela Boiocchi per la sua struttura "teatrale" e non romanzata.

    * In una discussione sul forum di MP Black era venuto fuori il discorso che la CE tende a suggerire (imporre?) un certo numero di pagine per romanzo, in modo da non far lievitare troppo i costi.
    Questa potrebbe essere una buona motivazione per la scarsità di approfondimento... ma chi sa descrivere, lo fa anche con poche parole. Non servono 1000 pagine. Basta una frase, un inciso, una battuta che permetta a chi legge di vedere le cose come l'autore si immagina e non come lui pensa potrebbero essere in base a tutto quello che ha letto fino a quel momento... che poi è quello che mi capita di fare tutte le volte che leggo un libro di un EEPC.

    Purtroppo se non si fa esercizio e non si legge molto (ma veramente molto e di tutti i generi e di autori di qualsiasi livello**) non si sarà mai in grado di rendere con poco un mondo fantastico, una ambientazione fantascientifica, l'intreccio di un thriller e così via.

    ** perché se si è EEPC e si legge quasi esclusivamete di EEPC non si noterà la differenza tra quello che si legge e quello che scrive e non si sarà spinti a modificare lo stile, il linguaggio o le tecniche narrative.
    Tutto, fino ad ora, mi è sembrato abbastanza simile a se stesso... indipendentemete da chi lo ha scritto.

    CITAZIONE
    perchè come abbiamo più volte ripetuto, è impossibile che piaccia a tutti

    Ed è questo che mi porta a non ritenere validi al 100% i commenti aNobiani (prendiamo sempre in mezzo aNobii perché è, attualmente, la fonte più comoda per trovare informazioni su quello che vogliamo leggere).

    Un libro di un EEPC, presente nelle librerie di poche persone (il più delle volte grazie alle catene di lettura***), con un pallinaggio con una media di 4/5 stelle... per me perde di attendibilità.
    Appunto perché non può essere piaciuto a tutti e qualcuno che gli dia una sola stella, proprio perché non l'ha digerito, deve esserci per amore di statistica.
    Invece no, pochi voti, pochi commenti e un sacco di lettori che non si esprimono... e questo mi porta inevitabilmente a considerare l'acquisto di un EEPC come un rischio da non correre.

    *** A me piace comperare quello che leggo. Libro fisico o virtuale (// messaggio subliminale per KER... libro virtuale che, adesso che ho un eReader, leggo con ancor meno difficoiltà //) non importa... mi sembra che, se pago, io abbia più diritto di commentare e non solo se si tratta di libri, ma di qualsiasi cosa.
    Contorto... ma l'autore fornisce un prodotto e io consumatore devo restare soddisfatto dall'acquisto del prodotto.
    Secondo fattore... se non si comperano libri di EEPC, non si permetterà a loro e alle CE che li hanno pubblicati di guadagnarci, mettendo entrambi nelle condizioni di pubblicare altri EEPC.
    Con le catene di lettura, oltre a leggere senza spendere soldi, si entra in contatto con gli autori.
    Si prende confidenza, si diventa amici e si instaura il meccanismo perverso che rende difficilissimo criticare negativamente qualcuno che conosci e non un emerito sconosciuto.

    La bellezza delle catene è che, tramite i forum come il Mondo, puoi dialogare con gli autori. Spiegare nel dettaglio cosa non va e come lo cambieresti, sperando che alla lettura dell'opera successiva qualcosa sia filtrato e che la tecnica sia stata affinata con l'esecizio...

    Fino ad ora non ho mai trovato prove dell'evoluzione stilistica di un EEPC... ho ancora molto da leggere, ma questa è la (mia) dura realtà.

    Sono troppo pretenziosa?
    Ho parametri di giudizio troppo alti?

    Ditemi voi...
     
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  10. .Saru
     
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    L'argomento è sicuramente interessante, io in questo caso posso parlare a nome degli EEPC o almeno della mia esperienza personale.
    E' vero tra autori esordienti scatta sempre il meccanismo difensivo, quando si scrive e si conoscono le fatiche sia del creare che del pubblicare, si tende a essere più accondiscendenti verso i propri colleghi, proprio perché si è pieni di entusiasmo e si vuole spronarli ad andare avanti e allo stesso modo si vuole difenderli dalle critiche che si sa pioveranno addosso anche a noi stessi, diciamo che si crea una certa empatia tanto che io mi rendo conto di usare due metri di giudizio quando valuto un esordiente e quando valuto invece un professionista, con il primo sono sicuramente più elastica e accomodante, con il secondo invece seguo più i miei capricci e sono spietata, diciamo che sparo solo su chi è forte e non sarà minimamente danneggiato dalle mie critiche XD

    Il problema degli esordienti italiani in realtà è che sono molto, troppo abbandonati a se stessi. Non hanno, e parlo di quelli che ho conosciuto personalmente, un editor personale o qualcuno che li segua, qualcuno che si prenda cura dei loro testi e che gli insegni a migliorare. Mancano di una guida di riferimento.
    E in questo senso le critiche non fanno quello che dovrebbero fare, ovvero insegnare qualcosa. Il più delle volte ci si limita a dire mi è piaciuto, non mi è piaciuto e tante volte la cosa è più legata a un gusto personale, tanto che l'autore si trova spaesato e tende a dare più retta a chi apprezza il suo testo.
    Il problema è proprio questo dover fare tutto da sé, finché non si ha a che fare con veri professionisti che indicano la via uno continuerà a scrivere sempre allo stesso modo e a ripetere gli stessi errori.
    Il motivo principale per cui i testi di esordienti sono così poco affidabili è perché chi dovrebbe curarli non lo fa. La qualità costa tempo e fatica e molti piccoli editori magari per mancanza di mezzi, non possono fare più di tanto...
     
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    Il problema è che ci sono troppi EEPC, cosa che scatena la nascita di tante realtà che si preoccupano del loro sfruttamento, con pochi pochissimi lettori a fare da contraltare.

    Se non si segano le gambe, sono brutale, a chi non sa scrivere chi ci rimette è solo chi ha buone idee e stoffa per migliorare.

    Sono consapevole che molte critiche, sia positive (che non è detto on forniscano spunti di miglioramento) che negative sono rarefatte e poco utili.
    Ma la tendenza comune, credo istintiva e non volutamente voluta, è quella di non vedere i commenti negativi e di dare diffusione solo a quelli positivi.

    Il risultato è che non c'è cambiameto di stile tra un romanzo e l'altro, gli errori e le mancanze sono sempre quelle e, è triste, sono le stesse da un autore all'altro.

    Forse sono troppo abituata allo stile anglofono, ma non so se si tratta di un problema legato solo allo stile degli EEPC o diffuso su tutti gli autori italiani.

    Forse è solo un problema di età, più sei giovane meno bagaglio stilistico e tecnico hai. Forse è solo un problema di fonti, se non leggi tanto non avrai esempi diversi da seguire e tra cui scegliere... resta il fatto che gli italiani che ho letto sembrano sempre dei dilettanti.
     
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  12. .Saru
     
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    CITAZIONE (taksya @ 4/11/2010, 19:47) 
    Il problema è che ci sono troppi EEPC, cosa che scatena la nascita di tante realtà che si preoccupano del loro sfruttamento, con pochi pochissimi lettori a fare da contraltare.

    Se non si segano le gambe, sono brutale, a chi non sa scrivere chi ci rimette è solo chi ha buone idee e stoffa per migliorare.

    Ah su questo non posso che essere tristemente d'accordo, siamo in troppi, tanto per ripetere una frase che ormai è un luogo comune, c'è più gente che scrive di gente che legge...

    La verità è che gli esordienti hanno fin troppe possibilità di pubblicare (e in questo le case a pagamento ci mettono del loro) ma non hanno i mezzi per uscire dal loro dilettantismo.
    Trovi un piccolo editore, ti pubblica perché il tuo romanzo magari è anche meritevole ma è grezzo, avresti bisogno di un qualcosa in più. Alcuni fanno editing ma alcuni lo fanno poco o male (lo fanno male sui libri delle big, figurarsi i piccoli...) e l'autore è come sempre lasciato a se stesso. Con la scusa del devi credere nel tuo libro e devi darti da fare per promuoverlo, all'autore tocca fare tutto da solo e l'editore non so se ne frega se pubblica un libro mediocre e se ne frega del futuro del suo autore.
    Ovviamente ho fatto un discorso generale su alcune realtà che ho conosciuto da vicino, e ci sono anche altri editori (che ancora non ho avuto il piacere di approfondire però), finora ho visto molti autori saltare così da un editore all'altro, chi riesce ad andare avanti e non si eclissa dopo il primo libro, passa da due, tre, quattro editori... non c'è proprio la mentalità dell'autore che cresce insieme all'editore, no è una specie di supermercato dove l'autore è una merce sostituibile e facilmente deperibile.

    Ora però sto divagando e non vorrei creare un OT nell'OT XDDD

    Sulla questione delle recensioni sono sempre combattuta sul mio essere aspirante scrittore da una parte e lettore dall'altra.
    E' giusto che un lettore sappia che un libro fa schifo, ma d'altra parte una serie di critiche negative possono stroncare una carriera sul nascere.
    Verrà spontaneo dire ma se scrive un libro schifoso è giusto che sia stroncato, e allora rispondo sì ma capita a tutti di sbagliare soprattutto al primo romanzo e senza un'adeguata esperienza (di nuovo la scrittrice che si difende XD) d'altra parte dico che senso ha parlare di un libro per parlarne male? La pubblicità negativa è sempre pubblicità se invece nessuno sa che un libro esiste, nessuno lo leggerà (e qui mi riferisco ad esempio a blog che fanno recensioni negative di proposito) ci sono libri che se non fosse stato per quei blog non avrei manco saputo che esistevano o.O ora non so se li leggerò, però chissà che uno per antipatia verso chi recensisce invece non li compra ugualmente?
    Anche per questo io preferisco invitare a moderare i toni delle recensioni, perché un tono troppo aspro e poco gradevole può suscitare un'antipatia verso chi ha recensito e una conseguente empatia verso l'autore bersagliato e finisce per invalidare del tutto lo scopo della recensione.
    Sono contorta? o.O Maybe XD sarà l'ora tarda XD

    Mi spiego meglio:
    se uno scrive "questo libro fa schifo, è scritto male, l'autrice non è capace di fare una descrizione e bla bla"
    la cosa mi irrita e fa perdere credibilità nella recensione
    al contrario se uno argomenta, es. "il libro non mi ha convinto, lo stile di scrittura è pesante, i periodi troppo lunghi, si sente la mancanza di una descrizione"ecc.
    Allora la considero una buona critica.

    Ora però sembra che voglio insegnare come si fanno le critiche XD oddio sto troppo delirando y.y devo andare a letto y.y
    Ma si è capito qualcosa di quello che ho scritto?
    --> la faccina non c'entra ma è troppo bella XD
     
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    Sono d'accordo che il primo libro non può essere un capolavoro (capita, ma raramente), ma si capisce se uno scrittore ha potenzialità o meno.
    Se non è in grado di usare l'italiano, se non ha le capacità di reggere l'intreccio o il ritmo, se lascia nel lettore più domande che risposte... allora prima di scriverne un secondo dovrebbe riscrivere 100 volte l'opera prima, fino a quando non sia passabile.

    La cosa triste è che sembra che sia la scrittura definitiva del libro che la pubblicazione debbano avvenire in un tempo rapidissimo... altrimenti, probabilmente, il testo di autodistruggerà nelle mani dell'autore.
    Questo porta ad avere fretta, a decidere di ascoltare solo le voci che dicono che è bello, a spedirlo alla prima CE che capita e... il resto viene da sé...
    L'importante, nella mentalità media nostrana, è poter dire "ho pubblicato un libro"... che poi quel libro arrivi nelle mani di 10 persone e basta, non importa.
    L'essere uno scrittore pubblicato fa tendenza... un po' come fare gli opinionisti e i tuttologi in tv.

    Io non so se quello che commento sia valido o se divento solo una spina nel fianco (spero entrambe le cose, a dire il vero)... ma mi innervosisce terribilmente vedere buone idee rovinate da un utilizzo banale delle ambientazioni e dell'intreccio, per non parlare dell'uso artistico della punteggiatura.
    Tutte cose che, nel peggiore dei casi, una lettura da parte di qualcuno che non sia amico o nel giro dei lettori/autori avrebbe potuto migliorare.

    Per tornare in topic, quando leggo un commento positivo ad un libro, fatto da un lettore che so benissimo essere una altro autore, che frequenta il primo su forum, siti e via discorrendo, resto un po' fredda davanti all'elegia fatta al testo.

    Ma, quando poi mi capita di leggere qualcosa scritta dall'autore commentatore, mi rendo conto che il valore positivo al testo dell'altro potrebbe essere anche motivato dal fatto che - come tutti gli EEPC letti fino ad ora - scrivono e imbastiscono le storie allo stesso modo.

    E' un peccato che da noi, e deve essere una pecca che gli autori italiani si portano dietro da sempre, non esista la mentalità dell'affidare il proprio testo a qualcuno che te lo smonti per vedere se funziona o meno.
    Sembra che si leda la figura dell'autore stesso, che lo scopo ultimo dell'editor sia dimostrare quanto poco vale l'autore e non cercare di rendere il lavoro buono per chi dovrà poi leggerlo.

    Perché, il più delle volte, non sembra che gli autori scrivano per il lettore... ma per mera gratificazione personale. Il lettore è un optional e neppure troppo richiesto.

     
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  14. .Saru
     
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    Gli autori sono conservatori di natura, ho notato spesso questo atteggiamento (e ce l'ho anch'io anche se cerco di trattnermi XD) a considerare una correzione sul proprio testo come una violenza personale e opporsi in ogni modo, arrampicandosi pure sugli specchi e giustificare il proprio scritto anche di fornte a errori evidenti (ma questo è un atteggiamento che si ha anche per altri comportamenti e non solo nella scrittura, si tente sempre e troppo a essere indulgenti con se stessi)
    Poi ci sono anche altri che buttano giù una bozza, la rileggono sommariamente e poi spediscono a casaccio e pensano che tanto ci penserà l'editore.

    E' proprio come dici tu Taksya, conta di più l'essere pubblicati che il migliorarsi e crescere come scrittori, e questo lo dimostra che molti pubblicano solo un libro più per soddisfazione personale che altro, e magari pure pagando fior di soldi, e poi si arrabbiano pure se vengono criticati...

    Io devo ammetterlo a criticare troppo severamente gli amici non ci riesco, è più forte di me, ma è comunque giusto che si facciano critiche negative, a maggior ragione agli esordienti che hanno bisogno di imparare.
     
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    Biting's excellent.
    It's like kissing.
    Only there's a winner.

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    Per me è diventato "facile" con il passare degli anni, soprattutto dopo i 10 anni passati a valutare e sistemare i racconti per il nostro gioco di scrittura interattiva.
    Quando la qualità di un pezzo incide sul contenitore, sei più portato ad essere esigente... per questo mi stupisco sempre degli orrori che certe CE si permettono di pubblicare.
    Evidentemente a loro non importa avere una buona facciata di rappresentanza...
     
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14 replies since 25/10/2010, 16:43   67 views
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