Ogni cosa è illuminata - J. S. Foer

~ Libro del mese di Agosto 2009

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    Lascio che le cose mi portino altrove

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    Libro del mese di Agosto 2009


    copj13_08
    IBS
    Ogni cosa è illuminata
    Jonathan Safran Foer

    Pagine:336
    Anno: 2004
    Prezzo: 9,00 € ( c'è anche da 5,90 €)


    Se volete parlare del film potete farlo qui


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    Edited by Yelena‚ - 10/12/2011, 17:11
     
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    Whaaaa! Devo comprarlo... °-° perché non l'ho comprato prima, eh? Eh? XD
     
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    Lascio che le cose mi portino altrove

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    Ieri in una lunga pausa a lavoro (mentre aspettavo i tecnici per montare le luci di uno spettacolo, che dovevano arrivare alle 18 e sono arrivati alle 20.00) mi sono letta una cinquantina di pagine.

    Questi sono i miei commenti a caldo.


    Attenzione, potrebbe contenere spoiler!



    Premetto che in tutto sono solo a pagina 80, visto che sto finendo di leggere un altro libro nel frattempo.
    Allora, le parti narrate da Aleks sono davvero piacevoli, un po' difficili da leggere all'inizio, ma poi scorrono via che è un piacere. Le occorrenze sono fighissime, credo di parlare in russo allo stesso modo (magari!).
    Comunque è la parte che è stata ripresa dal film, quindi la trovo anche più familiare.
    Le lettere mi mettono a disagio, però sono belle, danno un piacevole senso di naturalezza.
    La parte di Jonathan invece è indigesta. Sarà perché della cultura ebraica non conosco una mazza, ma trovo difficilissimo orientarmi in tutti quei termini yiddish e non solo per via dei termini, ma tutte le usanze, i riti.... mado'! è di una complicazione assurda, per ora è davvero ostico.
    La parte del libro dei sogni mi ha ammazzato.
    Comunque, in genere, le parti di Jonathan non sono molto coinvolgenti, spesso ho la tentazione di saltarle (ovviamente non lo faccio), ma non filano per niente, mentre le parti di Aleks, anche se magari presentano un ostacolo maggiore per via della lingua strana che viene usata, sono molto più scorrevoli e si lasciano divorare.
    Ci sono dei pezzi che mi hanno fatto ridere fino alle lacrime (anche se non è la risata facile quello che sto cercando in questo libro :) )
     
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  4. La Ragazza delle Arance
     
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    Anch'io sono arrivata più o meno al tuo punto, giusto qualche pagina più avanti. Concordo con te per quanto siguarda le pagine "scritte da Sasha"!
    SPOILER (click to view)
    Ci sono quelle classiche espressioni del tipo "Sono un uomo molto pregiato...", "Sammy Davies Junior Junior voleva essere molto carnale con l'eroe..." ecc che sono fantastiche, per non parlare di quando Jonathan dice di non mangiare carne XD

    Però non sto avendo alcuna voglia di saltare le parti scritte da Jonathan! Sarà perché personalmente invece sono molto affascinata dalla cultura ebraica!
    SPOILER (click to view)
    Certo, ingranare non è stato semplice! La parte dell'incidente del fiume l'ho dovuta rileggere per bene...

    Ora sono alle prese con le prime pagine in cui si comincia più a focalizzare sull'interiorità del Nonno...
    Sono davvero contenta di leggere questo libro ^^
     
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    Sì, sì, mi sa che stiamo procedendo a coppia!
    In effetti andando avanti diventa più semplice anche capire le pagine di Jonathan, ma la parte del fiume ancora non mi è molto chiara.
    Il problema è che il film è il mio film preferito e l'ho visto talmente tante volte che.... vabbè, capitemi!
    (tipo la scena della patata... ma quanto è più espressiva nel film?)
    SPOILER (click to view)
    "on mjas' ne est'" (non mangia carne)
     
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  6. La Ragazza delle Arance
     
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    Finito. Questa notte.

    SPOILER (click to view)
    Orgasmo prolungato per sette secondi + orgasmi multipli. Letterari.
     
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    Finito pochi minuti fa.
    Da elaborare in attesa della recensione.
    Bello davvero.
     
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    Questo libro mi ha sorpreso. Mi ha lasciato a bocca aperta.
    Bello, molto molto bello.

    Strutturato in maniera da risultare abbastanza difficile, almeno all'inizio. Difficile star dietro ai piani della narrazione, agli eventi che sono molto distanti tra di loro, e in apparenza senza collegamento....
    Molto diverso lo stile dei tre tipi di narrazione, spiazzante e un po' ostico.
    La parte narrata da Alex è inizialmente molto divertente e molto sgrammaticata, poi acquista profondità, è davvero resa molto bene come cosa.. il passaggio dello stile linguistico è sottile (complimenti al traduttore)....
    La parte di Jonathan in principio mi infastidiva, complicato nei termini della vita quotidiana di un villaggio ebreo di fine diciottesimo secolo, poco scorrevole, poco intellegibile.

    Poi, man mano che si va avanti, si passa la metà ed è tutto in discesa.
    Le cose iniziano a quadrare, i sentimenti ad essere svelati ed esplodere.
    Tutto si illumina.

    C'è qualcosa che ancora non mi convince, devo rimuginarci ancora su....

    ***

    Edited by °Yelena - 19/8/2009, 12:58
     
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  9. La Ragazza delle Arance
     
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    La prima sensazione che ho provato quando sono arrivata alla fine del romanzo è stata di qualcosa che assomigliava molto alla mancanza, ad un'aspettativa delusa.
    La storia stava per chiudersi in un cerchio , ma qualcosa l'ha trattenuta nello stadio di curva aperta.
    Adesso, dopo averci riflettuto il necessario -e il necessario non è stato molto-, penso di aver trovato la risposta alle mie perplessità: Augustine. Augustine, Augustine! Il molto rigido viaggio (come viene denominato nel buffo linguaggio da straniero alle prime armi di uno dei protagonisti, l'ucraino Aleksandr) ha un cominciamento proprio per cercare Augustine; lo scopo per cui viene scritto il libro sembra essere fino alla fine quello di questa ricerca: l'americano Jonathan, nel tentativo di ricostruzione del passato dei suoi avi, la cerca; Alex, suo nonno e il cane-per-ciechi-che-ciechi-non-sono la cercano; anche noi finiamo per cercarla.
    Cosa succede, tuttavia, alla fine? Nessuno trova Augustine, ma tutti trovano se stessi! Se penso a questo, la linea si chiude e forma finalmente il tanto agognato cerchio.
    Non so -e non penso- che l'autore vi abbia fatto caso, ma in tutto questo ho scorto una certa coincidenza: Augustine è la traduzione del femminile di Agostino, nome del padre della Chiesa che ha fornito un argomento per provare l'esistenza di Dio a mio parere molto debole - e penso che Jonathan Safran Foer autore mi darebbe ragione. Secondo Sant'Agostino, infatti, il fatto tesso che naturalmente come uomini cerchiamo Dio implica necessariamente la sua esistenza, perché sarebbe assurdo ipotizzare la ricerca di qualcosa che sappiamo già di non poter trovare.
    Lasciamo però da parte queste questioni preudo-teologiche! Ci sono altri due punti sui quali vorrei soffermarmi.
    Innanzitutto l'eccezionale bravura dello scrittore, il quale, devo ammettere, mi ha sorpresa oltre ogni aspettativa, sapendo rendere alla perfezione non solo il tipico carattere e modo di esprimersi di ogni personaggio, ma anche le oscillazioni dei loro animi, specialmente nella parte finale, dove si fondono insieme il romanzo epistolare, esistenziale e d'avanguardia.
    Infine volevo soffermarmi sulle parti riguardanti la storia di Trachimbrod. Penso che all'inizio siano ciò che crea maggior problemi nell'individuazione di un filo conduttore, ma sono comunque soddisfatta della scelta editoriale di lasciarle disposte in questo modo perché, in fin dei conti, arriva comunque il momento in cui ogni tassello può andare ad occupare il proprio posto, e in più, nel frattempo, il tentativo di comprensione stimola automaticamente la riflessione su alcuni dei temi, o su semplici frasi e semplici espressioni.

    Come potete facilmente desumere da quanto avete letto fino ad ora, dunque, il mio giudizio sul romanzo è estremamente positivo.

    *****-> se le merita tutte!
     
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  10. Aylys Raziel
     
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    lettura fallita.

    Sebbene volessi a tutti i costi leggerlo alla fine la questione è: se un libro non chiama bon, c'è poco da fare. E questo libro non rientra assolutamente nel mio genere.
    Non sono attratta da vicissitudini che tra le righe narrano la storia del mondo, in questo caso la situazione ebrei etc etc. Per me è come la politica. Non mi mi sconfiffera ma niente niente.

    Ho provato a sforzarmi, anche perchè è il primo caso di narrazione assurda. Il linguaggio e la terminologia sono assurdi, e il libro andava letto.

    Da quest'avventura ho preso una decisione. Non prenderò più in mano un libro che non rientri nel mio genere, o che son sicura c'è il rischio che non legga.
     
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    Secondo me il tuo atteggiamento è completamente sbagliato. Il tuo approccio è sbagliato.

    Innanzi tutto, a mio parere, una persona non può definirsi appassionata di letteratura se le sue letture sono chiusi in compartimenti stagni.
    Seconda cosa: questo non ti è piaciuto, va bene (a che pagina sei arrivata? se non hai superato nemmeno le trenta pagine direi che non vale, il libro non è nemmeno davvero iniziato), ma non puoi decidere di tagliar fuori un universo di buona letteratura solo perchè "non rientra nel tuo genere".....
    Secondo me dovresti continuare a sperimentare altri generi, altre cose. Magari lascia perdere Foer, però non ristringere troppo il campo visivo o rischi di perdere la percezione di un buon libro.....
    Insomma, Coraline non volevi leggerlo, ma ti è piaciuto!
    Ci sono sempre dei bei libri e dei brutti libri in tutti i generi...!!
     
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  12. Aylys Raziel
     
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    Ma certo Yele. Del resto ho ampliato il mio genere preferito, il fantasy, con l'eco-thriller: 'Il Quinto giorno', 1032 pagine di puro coinvolgimento.

    Forse ho sbagliato a dire tassativamente 'non lo farò più', ma di sicuro so che quei temi li e affini, non mi interessano.

    E se poi non vengo considerata amante della letteratura pazienza, l'importante è che rimanga serena.

    Baci

    ps - non era Coraline che non volevo leggere ma tutto Gaiman. Coraline è stato un buonissimo bilanciamento, grazie a voi!
     
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    Spero che non te la sia presa... è che io personalmente, andando fuori dal mio genere (in ogni campo), ho trovato delle vere perle che sarebbero rimaste del tutto nascoste ai miei occhi!!!!
     
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  14. Aylys Raziel
     
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    Tranqui Yele ^__^
     
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    CITAZIONE (La Ragazza delle Arance @ 18/8/2009, 14:28)
    La prima sensazione che ho provato quando sono arrivata alla fine del romanzo è stata di qualcosa che assomigliava molto alla mancanza, ad un'aspettativa delusa.
    La storia stava per chiudersi in un cerchio , ma qualcosa l'ha trattenuta nello stadio di curva aperta.
    Adesso, dopo averci riflettuto il necessario -e il necessario non è stato molto-, penso di aver trovato la risposta alle mie perplessità: Augustine. Augustine, Augustine! Il molto rigido viaggio (come viene denominato nel buffo linguaggio da straniero alle prime armi di uno dei protagonisti, l'ucraino Aleksandr) ha un cominciamento proprio per cercare Augustine; lo scopo per cui viene scritto il libro sembra essere fino alla fine quello di questa ricerca: l'americano Jonathan, nel tentativo di ricostruzione del passato dei suoi avi, la cerca; Alex, suo nonno e il cane-per-ciechi-che-ciechi-non-sono la cercano; anche noi finiamo per cercarla.
    Cosa succede, tuttavia, alla fine? Nessuno trova Augustine, ma tutti trovano se stessi! Se penso a questo, la linea si chiude e forma finalmente il tanto agognato cerchio.
    Non so -e non penso- che l'autore vi abbia fatto caso, ma in tutto questo ho scorto una certa coincidenza: Augustine è la traduzione del femminile di Agostino, nome del padre della Chiesa che ha fornito un argomento per provare l'esistenza di Dio a mio parere molto debole - e penso che Jonathan Safran Foer autore mi darebbe ragione. Secondo Sant'Agostino, infatti, il fatto tesso che naturalmente come uomini cerchiamo Dio implica necessariamente la sua esistenza, perché sarebbe assurdo ipotizzare la ricerca di qualcosa che sappiamo già di non poter trovare.
    Lasciamo però da parte queste questioni preudo-teologiche! Ci sono altri due punti sui quali vorrei soffermarmi.
    Innanzitutto l'eccezionale bravura dello scrittore, il quale, devo ammettere, mi ha sorpresa oltre ogni aspettativa, sapendo rendere alla perfezione non solo il tipico carattere e modo di esprimersi di ogni personaggio, ma anche le oscillazioni dei loro animi, specialmente nella parte finale, dove si fondono insieme il romanzo epistolare, esistenziale e d'avanguardia.
    Infine volevo soffermarmi sulle parti riguardanti la storia di Trachimbrod. Penso che all'inizio siano ciò che crea maggior problemi nell'individuazione di un filo conduttore, ma sono comunque soddisfatta della scelta editoriale di lasciarle disposte in questo modo perché, in fin dei conti, arriva comunque il momento in cui ogni tassello può andare ad occupare il proprio posto, e in più, nel frattempo, il tentativo di comprensione stimola automaticamente la riflessione su alcuni dei temi, o su semplici frasi e semplici espressioni.

    Come potete facilmente desumere da quanto avete letto fino ad ora, dunque, il mio giudizio sul romanzo è estremamente positivo.

    *****-> se le merita tutte!

    Bellissimo il riferimento a s. Agostino....! vero o no che sia....

    Mi piace moltissimo la tua interpretazione, peccato che non condivida i tuoi sentimenti così positivi.

    Purtroppo secondo me al libro manca qualche cosa, qualche sfumatura che lo faccia trasformare da un buon libro in un capolavoro.
    E' un po' asettico, sul finale. Il coinvolgimento emotivo scema, non sono le assenze di spiegazioni o risoluzioni ad appesantire la vicenda, ma secondo me proprio un'assenza di qualcosa di intangibile.... Una pennellata finale. Ma no, non è solo nel finale...
    paradossalmente, se la prima parte l'ho trovata più ostica, la seconda, più scorrevole, è andata perdendo fascino e attrattiva.

    Si tratta comunque di un libro davvero bello, davvero ben scritto e ben strutturato, ma comunque non un capolavoro :D

    Edited by Yelena, - 21/1/2010, 14:17
     
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