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| Più che altro così magari la recensione ha la visibilità che merita, penso che i diari li leggiamo solo tra di noi. Aprire le schede è semplicissimo, c'è già lo scheletro preimpostato, da pc.
Questo di Mark Twain non lo conoscevo proprio, sembra interessante... a metà tra il divertente e il macabro... |
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| Titolo:L' invenzione della natura. Le avventure di Alexander Von Humboldt, l'eroe perduto della scienza Autore:Andrea Wulf Anno: 2017 Editore: Luiss University Press Pagine:516 Descrizione: Descritto dai suoi contemporanei come "l'uomo più famoso al mondo dopo Napoleone", Alexander von Humboldt fu uno dei personaggi più affascinanti e stimolanti del suo tempo. Nato nel 1769 in una ricca famiglia aristocratica prussiana, rinunciò a una vita privilegiata per scoprire come funzionava il mondo. I suoi viaggi e le sue esplorazioni in ogni angolo del globo ne plasmarono il pensiero e ne fecero un personaggio leggendario, ammirato e citato come diretta influenza non solo da studiosi come Charles Darwin, Henry David Thoreau, Ralph Waldo Emerson e John Muir, ma anche da letterati come Goethe, Coleridge e Wordsworth; Thomas Jefferson scrisse che Humboldt era "tra i principali artefici della bellezza" della sua epoca. Tuttavia, questa straordinaria personalità, a cui dobbiamo il nostro stesso concetto di natura e l'idea moderna di ambientalismo, sembra oggi pressoché dimenticata, e mentre il suo nome resiste ovunque - piante, animali, fiumi e città prendono il suo nome -, le sue opere prendono polvere sugli scaffali delle librerie. Andrea Wulf, acclamata storica e autrice di numerosi bestseller internazionali, si è immersa nelle opere, nei diari e nei documenti personali di Humboldt, ne ha seguito le tracce in tutto il mondo, visitando gli stessi luoghi e scalando le stesse montagne, per restituire a Humboldt, con questo libro, il posto che egli merita nel pantheon della natura e delle scienze. "L'invenzione della natura" è anche un tentativo di capire come è nato e come si è formato il modo stesso in cui pensiamo il mondo.
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| Tra quelli che ho letto posso dirti:
belli, scorrevoli il fu mattia pascal - pirandello uno, nessuno, centomila - pirandello fight club - palahniuk sulla strada - kerouac 1984 - orwell il signore degli anelli - tolkien il castello errante di howl - jones
tranquilli, lettura piacevole oceano mare – baricco castelli di rabbia – baricco il gabbiano jonathan livingston - bach sherlock holmes, uno studio in rosso - doyle cuore di tenebra - conrad il corsaro nero - salgari l'isola del tesoro - stevenson kafka sulla spiaggia - murakami l'elefante scomparso e altri racconti - murakami i racconti del mistero - poe l'amico ritrovato - uhlman non lasciarmi - ishiguro
mattonazzi ma vale la pena i fiori del male - baudelaire anna karenina - tolstoj il piacere - d'annunzio
buttali o regalali la solitudine dei numeri primi - giordano l'ombra del vento - zafon |
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| CITAZIONE (Usodake @ 20/4/2020, 17:10) CITAZIONE (°LLn @ 13/4/2020, 17:34) la sensazione è che si sia studiato a fondo i romanzi di Dumas, analizzando cosa è che ti tiene incollato alla storia pagina dopo pagina. Amore, vendetta, ingiustizia, riscatto... anzi... Amore! Vendetta! Ingiustizia! Riscatto! e che abbia preso questi quattro elementi esclamativi e a tavolino li abbia mescolati per creare un personaggio fatto ad arte, che il lettore segue dal momento del suo concepimento fino a chissà quando Scusa ma cosa c'è di male in questo? Oltretutto, romanzi con queste caratteristiche ce ne sono a bizzeffe (e non penso che tutti abbiano letto l'opera omnia di Dumas) ma quello di Falcones è uno dei pochi che, almeno secondo me, non scade nel banale (anche se è in effetti abbastanza prevedibile). Per quel che mi riguarda mi ha convinto al 100%: non sarà una lettura di quelle che cambiano il tuo modo di vedere il mondo ma è comunque molto piacevole. Di male, per me, c'è che mi è saputo tanto forzato. Tanto accademico e studiato e molto poco "di pancia" e di cuore. E quindi, come lui non si è messo in gioco nello scrivere , io non ho sentito il meraviglioso trasporto emotivo che tante volte anche nei libri più "scarsi" invece si trova. Tanto studio e poca passione, anche alcuni musicisti ne sono vittima - e può anche passare, ma su un libro così lungo mi è pesato un po' |
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| Sulla webmail del sito mi arrivano chicche pazzesche |
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| Qual è il segno di "Gli ultimi giorni" o "ora di fine"?
La Bibbia ha predetto questa pandemia? Alla "conclusione del sistema di cose".
Gesù, quando predisse la distruzione di Gerusalemme e "la conclusione del sistema di cose", mostrò che la pestilenza sarebbe una caratteristica notevole del periodo che precede la "grande tribolazione". (Mt 24: 3, 21; Lu 21:10, 11) Scritto dopo la distruzione di Gerusalemme (che fu accompagnata da grave carestia e malattia), Apocalisse 6: 1-8 indicò un futuro tempo di spada, carestia e "peste mortale . " Seguirebbero l'apparizione del cavaliere incoronato su un cavallo bianco che va alla conquista, una figura esattamente parallela a quella di Apocalisse 19: 11-16, che si applica chiaramente a Cristo Gesù regnante.
Cosa dice la Bibbia Basic Bible Teachings In questo corso, otterrai le risposte ad alcune delle domande più importanti della vita: chi è Dio? Perché soffrire e il male esiste? Dio metterà mai fine alla sofferenza?
Coronavirus Response Come ridurre il tuo Rischio durante la pandemia Considera i punti utili che possono aiutarti se stai affrontando un focolaio di malattia nella tua zonaarea |
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| Auguri giovane! Seicento di questi euri |
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| Finito Falcones. Soddisfatta a metà. Depositata recensione nel luogo apposito! |
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| Il libro è sicuramente ben scritto, miscela bene i fatti storici con quelli narrativi dei protagonisti, che vivono la loro storia sullo sfondo di vicende e situazioni reali. Seicento e passa pagine che scorrono bene e non sono quasi mai pesanti o noiose, già questo è un grande pregio raro da trovare. Però non mi ha convinto al 100% e non so se leggerei qualcos'altro dell'autore. E' piuttosto paraculo: la sensazione è che si sia studiato a fondo i romanzi di Dumas, analizzando cosa è che ti tiene incollato alla storia pagina dopo pagina. Amore, vendetta, ingiustizia, riscatto... anzi... Amore! Vendetta! Ingiustizia! Riscatto! e che abbia preso questi quattro elementi esclamativi e a tavolino li abbia mescolati per creare un personaggio fatto ad arte, che il lettore segue dal momento del suo concepimento fino a chissà quando: perché questa briga? Perché è palese che Falcones voleva raccontare la Storia. Voleva parlarci di Barcellona nel 1300, partendo dalle cronache del re Pietro il Cerimonioso: ma chi se lo sarebbe letto? (io). E quindi ha aggiunto un po' di spirito da fuilleton e tac! ecco il best seller. Dov'è il difetto? Leggere si legge bene, appassionare appassiona, ha i suoi momenti. Epperò, dopo seicento pagine ti rendi conto che gli manca la suspance, il gusto del thriller, il fiato sospeso, la meraviglia. Perché in fondo alla fine è un po' scontato, e diventa un po' insipido. Si capisce dove andrà a parare lontano un chilometro, non tiene botta fino alla fine.... lasciando la sensazione di aver assistito più alla prova di uno spettacolo che allo spettacolo vero e proprio.
Insomma, mi è piaciuto? SNI', il sospetto di aver letto un gran bel compitino a casa non me lo leva nessuno. |
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| Oh ma sai che io non ho trovato quasi niente di interessante? |
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| Sono circa a metà, poco meno... In pochissimi giorni sono andata parecchio avanti. Il libro si fa leggere rapidamente, anche se è più il contesto storico ad essere interessante che la vicenda dei protagonisti.
Sembra che siano, per ora, solo comprimari: vite, lavoro, amori... Sono solo "scuse" per raccontare la storia di Barcellona. Non è l'unico libro in cui capita, ma qui è talmente accurato da prendere il sopravvento. Almeno per ora! |
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| Si, negli occhi del drago 🐉 era un bel personaggio, anche perché come fantasy si prestava meglio |
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| La sensazione con questo romanzo è che non ci abbia creduto fino in fondo né lui né tantomeno l'editore, che con tamtam zero e una copertina così orribile non ha sicuramente puntato sulle vendite. Per la serie, facciamo finta di niente. Il romanzo è un racconto lungo e come molti racconti rimane purtroppo molto sulla superficie. Mi è piaciuto, perché Eco è sempre Eco, è divertente e salace, irride i paranoici e i complottari ma qui sembra quasi voglia mettere in guardia dal troppo dubitare... In realtà non è così e secondo me anche la brevità è per certi versi funzionale, perché il target di questo libro NON è chi ha letto e amato il Pendolo o (mi dicono) il Cimitero di Praga. Il target di questo libro è chi lo legge perché fa fico leggere Eco, posso farlo anche io, posso CAPIRLO ANCHE IO.
E così ti presenta il personaggio principale, B., che è uno spaccacoglioni super paranoico complottaro, che inizia a delirare e poi piano piano inizia a dire cose sempre più assurde che però... erano vere, la storia le ha confermate nella loro incredibilità (Gladio e movimenti europei stay behind). Il problema è che il troppo stroppia, e il troppo dubitare ci ha portato a dubitare anche delle persone che hanno dubitato prima e hanno rivelato i complotti, e ora dubitiamo che il complotto ci sia stato veramente. Cosa è vero? Quanto la verità vera coincide con la verità ufficiale? E quanto il sovraccarico di informazioni può servire a nascondere una verità scomoda? più se ne parla e più è difficile discernere dubbio lecito da dubbio paranoico.
Ci sono comunque implicazioni estremamente inquietanti, per tutti. Forse il romanzo è breve perché Eco è rimasto senza risposte? O non voleva fare quello che ce le dava, entrando nel circolo delle troppe informazioni (di cui dubitare)?
Romanzo a metà, ma mindfuck al 100%. |
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2274 replies since 18/7/2009
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