Prima del libro...

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  1. KoreImpertinente
     
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    Questo post nasce da miei interessi personali, legati alla mia tesi e non solo.

    La scrittura è un'invenzione recentissima nella storia dell'umanità, tutto sommato. Quindi, anche i libri lo sono (meglio usare "supporto scrittorio"). E prima, come si faceva per tramandare un'opera letteraria? Forse non esisteva la letteratura? :o:
    Esisteva, e mica era roba da poco.. Omero è stato tramandato oralmente per due, tre secoli prima di essere messo per iscritto nel VI secolo a.C. Ma questa è cosa nota.
    Come queste opere venissero tramandate, in tutta la loro lunghezza, un po' meno.

    L'argomento è stato studiato dal secolo scorso quando un certo signor Parry andò nei Balcani a studiare come facessero certi cantori a conoscere a memoria le epiche nazionali di quei territori, lunghe, come l'Iliade e l'Odissea, migliaia di versi.
    Capì che esistono le formule, cioè delle sequenze di alcuni versi, più o meno lunghe, che si ripetono nell'opera: ad esempio, quando si descrive la vestizione di un eroe, si usano gli stessi versi usati in una situazione analoga descritta prima. Questo, certamente, aiuta la memoria. Ma non è tutto.

    La cosa interessante è comprendere il meccanismo psicologico che permette una capacità di memorizzazione così impressionante, soprattutto per noi che non impariamo mai nulla a memoria (e qui è obbligo citare Platone, che si schiera assolutamente contro la scrittura, perchè è la causa del mancato esercizio della memoria e per di più, cosa ben più grave, non permette lo scambio dialogico e dialettico fra due persone, permettendone la crescita).

    L'ultima cosa che ho imparato a memoria sono alcuni carmi di Catullo: perchè? Perchè mi piace, ovviamente, ma soprattutto perchè lo leggevo in metrica, e quasi inconsciamente alcune sequenze di versi rimanevano impresse. La musicalità infatti è condizione fondamentale per la nostra memoria. impariamo a memoria più facilmente una canzone che un testo qualunque in prosa. Con musicalità intendo anche la presenza di figure retoriche, le ripetizioni di suoni e simili. Per questo le poesie antiche sottostavano a regole di composizione ferree, nella successione di vocali lunghe e vocali brevi (lo sa bene chi ha fatto latino). E i Greci scelsero per primo l'esametro perchè è un verso semplice, scorrevole e sempre uguale.

    Se fate un corso di memoria oggi vi insegnano a memorizzare intere sequenze di parole anche totalmente sconnesse fra loro. La tecnica che vi insegnano è antichissima in realtà: si deve associare qualcosa di concreto e molto vivido alle cose, anche astratte, da memorizzare. Imparare delle sequenze di parole astratte è ben più difficile che imparare sequenze di parole concrete: il trucco è metterle in relazione, anche nei modi più stupidi, fra di loro. A dimostrazione del fatto che è più facilmente memorizzabile qualcosa di concreto, c'è Omero: nei suoi poemi non trovate mai concetti, sentimenti, descrizioni psicologiche dei personaggi. tutto è esteriorizzato e concretizzato: i sentimenti vengono descritti in base alle loro manifestazioni esterne e i concetti come la giustizia vengono personificati, deificati.

    Con la nascita della scrittura, infatti, cambia anche lo stile di scrittura. Ma questo, nella prossima puntata...
     
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  2. KoreImpertinente
     
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    ragazzi, ho fatto una spiegazione di questo argomento in classe oggi, ma non ha avuto molto successo...
    come qui, d'altronde..
    sigh sob.
     
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  3. §°Ofelia°§
     
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    Nooo! Non avevo visto il tuo vecchio post ma è stato interessantissimo leggerlo ora che l'hai riportato in vista! E' un discorso davvero molto affascinante...(specie per me che ho una pessima memoria :/&5rf: )

    Credo che, parlando di tradizione orale e di enorme capacità di memoria, un discorso simile si possa fare anche nelle culture nordiche riguardo druidi e bardi, ma prima di dire di più mi informo meglio ^^

    comunque mi piacerebbe moltissimo se postassi ancora qualcosa a riguardo! :lopè:

    The Bard's Song (In the Forest)

    « Tomorrow will take us away
    Far from home
    Noone will ever know our names
    But the bards' songs will remain.
    Tomorrow all will be known
    And You're not alone
    So don't be afraid
    In the dark and cold
    Cause the bards' songs will remain
    They all will remain »

    (Blind Guardian,The bard's song da Somewhere far beyond, 1992)

    :=87h:
     
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  4. aspirantelatinista
     
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    CITAZIONE (KoreImpertinente @ 22/9/2007, 01:38)
    Questo post nasce da miei interessi personali, legati alla mia tesi e non solo.

    La scrittura è un'invenzione recentissima nella storia dell'umanità, tutto sommato. Quindi, anche i libri lo sono (meglio usare "supporto scrittorio"). E prima, come si faceva per tramandare un'opera letteraria? Forse non esisteva la letteratura? :o:
    Esisteva, e mica era roba da poco.. Omero è stato tramandato oralmente per due, tre secoli prima di essere messo per iscritto nel VI secolo a.C. Ma questa è cosa nota.
    Come queste opere venissero tramandate, in tutta la loro lunghezza, un po' meno.

    L'argomento è stato studiato dal secolo scorso quando un certo signor Parry andò nei Balcani a studiare come facessero certi cantori a conoscere a memoria le epiche nazionali di quei territori, lunghe, come l'Iliade e l'Odissea, migliaia di versi.
    Capì che esistono le formule, cioè delle sequenze di alcuni versi, più o meno lunghe, che si ripetono nell'opera: ad esempio, quando si descrive la vestizione di un eroe, si usano gli stessi versi usati in una situazione analoga descritta prima. Questo, certamente, aiuta la memoria. Ma non è tutto.

    La cosa interessante è comprendere il meccanismo psicologico che permette una capacità di memorizzazione così impressionante, soprattutto per noi che non impariamo mai nulla a memoria (e qui è obbligo citare Platone, che si schiera assolutamente contro la scrittura, perchè è la causa del mancato esercizio della memoria e per di più, cosa ben più grave, non permette lo scambio dialogico e dialettico fra due persone, permettendone la crescita).

    L'ultima cosa che ho imparato a memoria sono alcuni carmi di Catullo: perchè? Perchè mi piace, ovviamente, ma soprattutto perchè lo leggevo in metrica, e quasi inconsciamente alcune sequenze di versi rimanevano impresse. La musicalità infatti è condizione fondamentale per la nostra memoria. impariamo a memoria più facilmente una canzone che un testo qualunque in prosa. Con musicalità intendo anche la presenza di figure retoriche, le ripetizioni di suoni e simili. Per questo le poesie antiche sottostavano a regole di composizione ferree, nella successione di vocali lunghe e vocali brevi (lo sa bene chi ha fatto latino). E i Greci scelsero per primo l'esametro perchè è un verso semplice, scorrevole e sempre uguale.

    Se fate un corso di memoria oggi vi insegnano a memorizzare intere sequenze di parole anche totalmente sconnesse fra loro. La tecnica che vi insegnano è antichissima in realtà: si deve associare qualcosa di concreto e molto vivido alle cose, anche astratte, da memorizzare. Imparare delle sequenze di parole astratte è ben più difficile che imparare sequenze di parole concrete: il trucco è metterle in relazione, anche nei modi più stupidi, fra di loro. A dimostrazione del fatto che è più facilmente memorizzabile qualcosa di concreto, c'è Omero: nei suoi poemi non trovate mai concetti, sentimenti, descrizioni psicologiche dei personaggi. tutto è esteriorizzato e concretizzato: i sentimenti vengono descritti in base alle loro manifestazioni esterne e i concetti come la giustizia vengono personificati, deificati.

    Con la nascita della scrittura, infatti, cambia anche lo stile di scrittura. Ma questo, nella prossima puntata...

    Ho trovato un interessante approfondimento al tuo discorso nella pagina della rivista di filologia cognitiva dell'università di Roma, metto qui il link per chi è interessato: http://w3.uniroma1.it/cogfil/metrica.html
    Ciao.
     
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3 replies since 22/9/2007, 00:38   137 views
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