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"Il mio tempo non è ancora venuto; alcuni nascono postumi"
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Titolo: Goetz e Meyer
Autore: David Albahari
Anno: 2006
Editore: Einaudi
Pagine: 120
Descrizione (da Ibs):
A Belgrado un professore di lettere ebreo indaga negli archivi della seconda guerra mondiale per capire come mai l'albero genealogico della sua famiglia sia ridotto a un unico ramo, quasi secco. Nel corso delle sue ricerche trova traccia di Götz e Meyer, due giovani delle S.S. che furono mandati nell'estate del 1942 da Berlino a Belgrado con un compito preciso: trasportare gli ebrei dentro un camion ermeticamente sigillato, uccidendoli durante il tragitto tramite i gas di scarico. Sterminarono così 5000 ebrei serbi. Un romanzo di evidente matrice autobiografica che cerca di ricostruire un passato indicibile, di far fronte alla necessità di dare una figura, un corpo, agli esecutori del Male.
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Un libro crudele e potente, da leggere centillinato ma assolutamente da leggere perchè la memoria ci possa permettere di non ripetere gli errori del passato. Ho molto apprezzato l'espediente di lasciare confusi e interscambiabili Meyer e Goetz: all'inizio si rimane un pò sconcertati ma poi si comprende l'obiettivo dell'autore: solo guardando in faccia le cose, dando loro il giusto volto e nome potremmo ricordare e far sì che gli errori del passato possano non ripetersi. Sembra quasi che il protagonista stia sfiorando la pazzia nel suo estremo tentativo di dare senso ad una crudeltà che nei due personaggi arriva quasi a significare banale quotidianità. Insomma, un libro di gravoso impatto ma essenziale anche perchè racconta una pagina di storia poco conosciuta: lo sterminio degli Ebrei serbi del campo di Sajmište..