Il ballo delle pazze ~ Victoria Mas

Libro di stagione 2023 fino al 30 luglio

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    "Il mio tempo non è ancora venuto; alcuni nascono postumi"

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    Titolo: Il ballo delle pazze
    Autore: Victoria Mas
    Anno: 2021
    Editore: E/O
    Pagine: 181
    Descrizione (da Ibs):
    Una storia avventurosa e appassionata, un inno alla libertà delle donne in un mondo che ancora nell'Ottocento era dominato dagli uomini.

    «Con questo ballo in cui le "pazze" sembrano le uniche in grado di sentire davvero Victoria Mas consegna al lettore un romanzo intenso e fiero, che obbliga a spostare i limiti tra normalità e follia e insieme a riconsiderare quanto caro, nel corso della storia, è stato il prezzo pagato dalle donne per essere legittimate a esistere» - Andrea Marcolongo, Tuttolibri

    «La casa editrice E/O pubblica quello che è stato il caso letterario del 2019 in Francia, Il ballo delle pazze di Victoria Mas, giovane autrice dalla bellezza molto francese al suo esordio nel romanzo, dopo aver lavorato nella scrittura per il cinema» - Eleonora Barbieri, il Giornale

    «Ciascuna delle protagoniste per sopravvivere, nel manicomio, si aggrappa alle proprie convinzioni, anche se sono verità dolorose e difficili da condividere. Ma nella serata surreale del ballo in maschera, quando follia e razionalità sembrano non avere più confini, tutto può diventare finalmente possibile» - Patrizia Violi, Corriere della Sera

    Fine Ottocento. Nel famoso ospedale psichiatrico della Salpêtrière, diretto dall'illustre dottor Charcot (uno dei maestri di Freud), prende piede uno strano esperimento: un ballo in maschera dove la Parigi-bene può "incontrare" e vedere le pazienti del manicomio al suono dei valzer e delle polka. Parigi, 1885. A fine Ottocento l'ospedale della Salpêtrière è né più né meno che un manicomio femminile. Certo, le internate non sono più tenute in catene come nel Seicento, vengono chiamate "isteriche" e curate con l'ipnosi dall'illustre dottor Charcot, ma sono comunque strettamente sorvegliate, tagliate fuori da ogni contatto con l'esterno e sottoposte a esperimenti azzardati e impietosi. Alla Salpêtrière si entra e non si esce. In realtà buona parte delle cosiddette alienate sono donne scomode, rifiutate, che le loro famiglie abbandonano in ospedale per sbarazzarsene. Alla Salpêtrière si incontrano: Louise, adolescente figlia del popolo, finita lì in seguito a terribili vicissitudini che hanno sconvolto la sua giovane vita; Eugénie, signorina di buona famiglia allontanata dai suoi perché troppo bizzarra e anticonformista; Geneviève, la capoinfermiera rigida e severa, convinta della superiorità della scienza su tutto. E poi c'è Thérèse, la decana delle internate, molto più saggia che pazza, una specie di madre per le più giovani. Benché molto diverse, tutte hanno chiara una cosa: la loro sorte è stata decisa dagli uomini, dallo strapotere che gli uomini hanno sulle donne. A sconvolgere e trasformare la loro vita sarà il "ballo delle pazze", ossia il ballo mascherato che si tiene ogni anno alla Salpêtrière e a cui viene invitata la crème di Parigi. In quell'occasione, mascherarsi farà cadere le maschere...
     
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    Letto in due giorni, complice la brevità del romanzo e la scorrevolezza della narrazione. Mi è piaciuta l'ambientazione, anche se romanzata, che poteva essere esplorata anche in modo più approfondito, ed il "pretesto" del ballo delle pazze. Alla fine quella che viene data è però solo qualche semplice pennellata del contesto in cui la storia è ambientata, e la vicenda è in sé per sé piuttosto prevedibile. Comunque lettura godibile.
     
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    L'ho aggiunto alla wishlist pochi giorni fa, mi sembrava una lettura tranquilla e veloce ma interessante. Desisto?
     
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    Non è brutto ma non mi ha entusiasmato molto. Mi è sembrato troppo superficiale la realtà del manicomio che credo sia stata nella realtà molto più cruda, sporca e meschina di quella descritta in queste pagine. Ho come avuto l'impressione che non fosse poi un mabiente così brutto e avevo l'impressione che le alienate fossero in villeggiatura più che emarginate dalla società. Così come i personaggi che sembrano un po' macchie su uno sfondo pastello. Non mi ha convinto fino in fondo. Si lascia comunque leggere. E' stata una lettura piacevole e forse anche troppo visto il tema.
     
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    sono d'accordo con i commenti precedenti: probabilmente, proprio per la scelta di scrivere un romanzo e non un saggio, l'autrice ha trattato le condizioni vissute nel manicomio in "maniera soft", descrivendo la vita in modo piuttosto superficiale senza addentrarsi troppo nelle brutture. Ci sono comunque dei passaggi molto potenti e suggestivi, alcune riflessioni che atterriscono; inoltre, ho apprezzato il tentativo di far conoscere questo "pezzo di storia" che, forse, non tutti conoscono. Inevitabile il collegamento con il quadro di Brouillet.
    Pensando a Genevieve mi sono ricordata una frase di Freud (che, tra l'altro, seguì delle lezioni di Charcot proprio alla Sarpetriere): "Nessuno che, come me, evochi i più malvagi fra quei demoni domati a metà, che abitano nel petto dell’uomo, e tenti di lottare con loro, può aspettarsi di uscire del tutto indenne dalla lotta." Per svolgere certe professioni è necessario imparare a mettere dei limiti, a "non portarsi a casa il lavoro" ma queste stesse professioni (e, nello specifico, l'incontro con certe sofferenze) richiedono una sensibilità e una passione che non ti permettono, pur imparando a "staccare", di uscirne completamente indenne..
     
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