La quinta stagione (La terra spezzata #1)

« Older Newer »

mercoledì

Posted on 7/9/2022, 13:25

"Il mio tempo non è ancora venuto; alcuni nascono postumi"

Group: Member

Posts: 5,687

Location: il paradiso dei calzini

Status

Titolo: La quinta stagione
Autore: N.K. Jemisin
Anno: 2019
Editore: Mondadori (Oscar fantastica)
Pagine: 490
Descrizione:
Vincitore del Premio Hugo 2016. Miglior romanzo

È iniziata la stagione della fine. Con un'enorme frattura che percorre l'Immoto, l'unico continente del pianeta, da parte a parte, una faglia che sputa tanta cenere da oscurare il cielo per anni. O secoli. Comincia con la morte, con un figlio assassinato e una figlia scomparsa. Comincia con il tradimento e con ferite a lungo sopite che tornano a pulsare.

«Non è da tutti sovvertire un genere letterario. Dargli un nuovo inizio da cui non si potrà più prescindere. N.K. Jemisin ci è riuscita, con la narrativa fantastica» – Valerio Evangelisti

«"La Quinta Stagione" è una bomba! N.K. Jemisin entra per direttissima nell'Olimpo dei grandi della narrativa fantastica, tra Frank Herbert e Ursula K. Le Guin» – Francesco Guglieri

«Quando è il mondo a essere mostruoso, la fine del mondo diventa un trionfo narrativo» – Naomi Novik

L'Immoto è da sempre abituato alle catastrofi, alle terribili Quinte Stagioni che ne sconquassano periodicamente le viscere provocando sismi e sconvolgimenti climatici. Quelle Stagioni che gli orogeni sono in grado di prevedere, controllare, provocare. Per questo sono temuti e odiati più della lunga e fredda notte; per questo vengono perseguitati, nascosti, uccisi; o, se sono fortunati, sono presi fin da piccoli e messi sotto la tutela di un Custode, nel Fulcro, e costretti a usare il loro potere per il bene del mondo. È in questa terra spezzata che si trovano a vivere Damaya, Essun e Syenite, tre orogene legate da un unico destino.

----------------------------------

Ciò che devi ricordare è questo: la fine di una storia è solo l’inizio di un’altra.
E’ già accaduto, dopo tutto. La gente muore. I vecchi ordini passano. Nascono nuove società. Quando diciamo: “E’ la fine del mondo”, di solito è una bugia, perché in realtà il pianeta sta bene.
Ma è così che finisce il mondo.
E’ così che finisce il mondo.
E’ così che finisce il mondo.
Per l’ultima volta.
Con queste prime frasi il romanzo della Jemisin mi aveva già catturata. Son bastati pochi capitoli ed ero completamente conquistata.
Tre protagoniste raccontate attraverso il loro pov; una storia intricata che appare (all’inizio) confusa ma che, col procedere della lettura, costruisce il suo senso pezzo per pezzo.
Una narrazione che dosa con maestria descrizioni e colpi di scena, un ritmo capace di fornire rivelazioni solo dopo aver creato quella curiosità e aver gettato quelle briciole che portano il lettore ad ipotizzare ma rimanendo nella certezza che quelle ipotesi sono poco solide e provvisorie.. perché arrivati oltre la metà del libro ci si rende conto che nulla è scontato.
Personaggi misteriosi che si rivelano solo procedendo nella lettura, lasciando al lettore il dubbio di non averli comunque mai conosciuti del tutto e completamente e la certezza che questi personaggi sono talmente caleidoscopici da potersi aspettare di tutto da loro.
Un world building originale e davvero ben costruito che pur nella sua straordinarietà col procedere della lettura comincia ad apparire al lettore come “familiare” ma sempre ricco e variegato.
Insomma, secondo me, la Jemisin ha dimostrato di essere una scrittrice di alto livello, abile nel mantenere una coerenza narrativa nonostante salti da un personaggio all’altro (e i cambi di registri e prospettive!) e un senso di continuità e logicità seppur giocando sulla linea temporale. Il libro è stato inserito a cavallo tra il fantasy e lo sci-fi (io ho sempre fatto fatica a catalogare i libri) ma, attraverso l’ampia varietà di temi che affronta (e li affronta senza scivolare nel politically correct – altro aspetto che ho davvero molto molto apprezzato -), il lettore può cogliere molti riferimenti e riflessioni riconducibili ai giorni nostri, alla nostra società e cultura.