L'uomo che morì come un salmone

~ Mikael Niemi

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    Biting's excellent.
    It's like kissing.
    Only there's a winner.

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    Titolo L'uomo che morì come un salmone
    Titolo originale Mannen som dog som en lax
    Autore Mikael Niemi
    Traduttore Laura Cangemi
    Genere thriller
    Paese Svezia
    Lingua svedese
    Prima edizione 2006
    Edizione italiana 2011
    Editore italiano Iperborea
    Pagine 334
    Trama
    Nel silenzio compatto della sua villetta di legno, il vecchio Martin Udde giace con la bocca e lo stomaco spalancati, infilzato da una fiocina per salmoni, mentre qualcosa si carbonizza sul fornello acceso. Chi ha turbato la pace della sperduta cittadina di Pajala, sospesa nel tempo e nelle foreste del selvaggio nord? Inviata da Stoccolma, la detective Therese Fossnes si ritrova straniera in un mondo arroccato sulle proprie radici, che della Svezia rifiuta non solo il progresso, ma anche la lingua. Sotto il sole implacabile dellestate artica, tra irriducibili attivisti politici, sadici rapinatori di anziani e lo strano fascino di un uomo dei boschi come Esaias, indiziato numero uno, Therese ha una sola certezza: lomicidio ha a che fare con il menkieli, il finlandese parlato da questa minoranza di confine in crisi didentit, che da oltre un secolo ha lamo svedese conficcato nella spina dorsale. Suspense nera e atmosfere alla fratelli Coen in un poliziesco crudo, lirico, irriverente, che si cala nel cuore ferito di un popolo con lironia e il potere visionario della grande scrittura.

    ¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥


    Ammetto che l'ho comprato per il titolo, tradotto letteralmente per una volta, che per la trama.
    Le tre stelle sono state attribuite per un insieme di fattori, non di certo per l'intreccio giallo, rosa o del colore che preferite.
    La parte più interessante, anche perché non ne sapevo nulla, è sulla storia del Tornedalen e della lingua meänkieli.
    Gli accenni storici, linguistici, la cultura e le tradizioni della terra a confine tra Svezia e Finlandia e la descrizione dei luoghi dove la storia si svolge meriterebbero almeno tre stelle da soli.
    Poi c'è l'omicidio di Martin Udde, pensionato odiato praticamente da tutti. L'indagine porta a trovare alcuni sospetti, ma si arena quando una coppia di truffatori di vecchietti viene arrestata.
    La detective, svedese fino al midollo, finisce per innamorarsi del primo sospetto e, da quel momento, la storia segue loro due a spasso per la capitale a farsi i fatti loro, sempre con un occhio alla tradizione e alle differenze tra svedesi e tornedaliani, ma sostanzialmente inutili al proseguimento della trama.
    Altri personaggi e indizi vengono letteralmente lanciati nella storia, ma non servono a nulla, tranne quando possono essere utili alla parte legata alla differenza di tradizioni.
    La conclusione arriva senza che ci fosse stata introdotta prima o, meglio, nelle divagazioni era stato accennato al fatto che poi porta all'omicidio, ma in mezzo ad altri mille riferimenti e citazioni.
    Il finale resta sospeso, adeguato al clima narrativo seguito fino a quel momento, ma lasciando il lettore con un pugno di mosche.
    Se non fosse stato venduto come giallo probabilmente mi sarebbe piaciuto di più.

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