Il Botanista

~ Marc Jeanson, Charlotte Fauve

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    Titolo: Il Botanista
    Autore: Marc Jeanson,Charlotte Fauve
    Anno: 2019
    Editore: Corbaccio
    Pagine: 224
    Descrizione: Marc Jeanson è uno scienziato e un sognatore, appassionato di piante, di fiori, di alberi e di ramoscelli. Bisogna essere un po’ folli, oppure ben consapevoli dei pericoli che gravano sulla Terra per percorrerla senza sosta tentando di ricostruirla all’interno del più grande erbario del mondo: quello di Parigi. Qui si trovano milioni di tesori: ghirlande di Ramses II, palme del Madagascar, camomilla d’Athis-Mons, rampicanti polinesiani ormai estinti, ma anche zucche e rabarbaro, cipollotti e susini… Otto milioni di esemplari raccolti in più di tre secoli e provenienti da tutto il pianeta, frutto di un’appassionata corsa al disvelamento di una natura vasta, misteriosa e tutta da decifrare, e nutrita dall’appetito di botanici che insieme erano anche orticoltori, missionari, esploratori e avventurieri come Michel Adanson, Joseph Pitton de Tournefort o Pierre Poivre.
    Uomo moderno, abituato ad attraversare la biodiversità con la velocità degli aerei e non con la lentezza dei viaggiatori che vedevano cambiare la vegetazione al ritmo lento dei loro passi, Marc Jeanson conserva però, degli antichi «botanisti», il piacere della scoperta, dei viaggi che fin da ragazzo lo hanno portato in tutto il mondo. Ma oggi, rispetto al passato, Marc Jeanson non si può accontentare di catalogare le specie vegetali: classificando, organizzando, testimonia anche tutta la ricchezza che è andata perduta, spesso a causa dell’uomo. E così facendo, non fa rivivere ciò che è scomparso, ma ce ne regala la magia. È un universo intero quello che dispiega davanti ai nostri occhi, palpitante, colorato, sublime, testimonianza del passato e monito per un futuro ancora possibile
     
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    Dunque, non so bene perché, ma questo libro mi è piaciuto. Non so perché, dal momento che è "francese", come direbbe Ellen, ed è vero, perché mescola alcuni episodi della vita botanica dell'autore a schizzi di personaggi storici che hanno arricchito le conoscenze naturalistiche francesi. Gli episodi della vita sono in ordine cronologico (e questo già è bene), le vite dei naturalisti non sono approfondite; ma è pur vero che, negli altri libri, dominano la scena, sia divulgativa che culturale dell'epoca, quasi sempre gli inglesi, con Darwin in testa. Non c'è da dimenticare che anche i francesi conquistarono parecchi territori e si aprirono l'accesso -anche violentemente- verso le conoscenze naturalistiche delle colonie. Ma non sono tantissimi i libri in cui finora ho incontrato naturalisti francesi, quindi in qualche modo gli spunti che il libro mi fornisce ci sono. Inoltre, l'autore narra senza troppa superbia gli episodi della sua vita universitaria, e in alcuni dei passi che descrive ho trovato aria di casa. Ovviamente le nostre strutture non possono minimamente competere con l'enorme erbario descritto da Jeanson, in cui passava i pomeriggi e ci si poteva perdere, e anzi solo a sentirne parlare sono diventata verde d'invidia. Ma lui descrive con affetto i personaggi che lo abitano, il suo smarrimento nei confronti della vastità di una disciplina che cambia e di un modo di studiarla che si evolve con l'avvento dei metodi molecolari, nei confronti della necessità di dover restringere il campo di studi (lui è un palmologo, ammesso esista il termine), la sensazione di mediocrità verso gli enormi personaggi del passato che pesano sulle spalle dei naturalisti di oggi. E descrive anche bene lo smarrimento di tutto l'erbario e di chi lo popola quando i metodi molecolari di classificazione hanno soppiantato quelli morfologici, e con la nuova tassonomia tutto l'edificio ha subito un completo riammodernamento che però ha lasciato un po' orfani chi ne usufruiva.

    Quindi, non so, non è un libro imperdibile e non dice nulla di particolarmente nuovo, ma ci ho trovato qualcosa di molto personale: è un po' la parabola di chi si avvicina al mondo naturale attraverso la tassonomia, e sogna da bambina i vecchi cercatori di piante, i cacciatori di orchidee; chi sogna una vita china sui campioni al microscopio... e poi. E poi niente, in realtà non è proprio così, poi scopre che quello è un romanzo, un miraggio, che nel frattempo è tutto diverso, che il tassonomo lo si fa più per diletto, quello è un po' il chiusone che per carità, serve sempre, ma: devi essere uno specialista, sennò la tua conoscenza è troppo diffusa, e ti perdi già un pezzo; il riconoscimento, da solo, non serve un granché, se non a stilare liste per lavori futuri, e per compilare una lista può volerci molto tempo: o ti arrendi alla mediocrità scientifica, o fai anche altro, ed è un altro pezzo che ti perdi; una singola specie non la cerca più nessuno, e se la trovi pubblichi al massimo sul bollettino di nonsocosa, roba puntiforme...; ormai la tassonomia la si fa in laboratorio e le parentele si stabiliscono con i metodi molecolari. E insomma, mi sono rivista nei dilemmi che l'autore mette a fuoco. Non è solo un libro che esclama quanto è bellissimamente la biologia, la solita rosa senza spine.
     
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    Lascio che le cose mi portino altrove

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    Tra me e te continuiamo a leggere, sempre più insoddisfatte, risparmiandoci a vicenda tempo e frustrazione.

    Ora ho ricevuto la vita segreta dei semi: ti farò sapere.
     
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2 replies since 3/1/2021, 01:59   29 views
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