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Titolo Mountain of the Dead
Autore Jeremy Bates
Serie World's Scariest Places #5
Genere horror
Paese U.S.A.
Lingua inglese
Prima edizione 2018
Editore Ghillinnein Books
Pagine 508
Trama
Fact: During the night of February 1, 1959, in the remote reaches of Siberia, nine Russian hikers slash open their tent from the inside and flee into a blizzard in subpolar temperatures.
Fact: By morning all are dead, several having suffered gruesome, violent deaths. What happened to them has baffled investigators and researchers to this day.
It has become known as the Dyatlov Pass Incident.
Now, an American true-crime writer seeking answers to the enduring mystery sets out to retrace the hikers steps on their fateful expedition. However, nothing can prepare him for what he is about to discover...¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥
Di Jeremy Bates avevo già letto Suicide Forest e non ero rimasta particolarmente colpita.
Ma, in questo quinto volume della serie World's Scariest Places, ha tirato in ballo l'incidente del Passo Dyatlov e mi sono lasciata convincere (il costo zero dell'ebook ha influito notevolmente sulla cosa).
Rispetto ai libri dedicati al mistero che ho letto fino ad ora, dove il racconto dei fatti conosciuti sul viaggio dei nove ragazzi è affiancato alla lista delle possibili cause della loro morte (ogni autore ha la sua preferita), il libro di Bates romanza le vicende dei ragazzi, attribuendo loro atteggiamenti e sentimenti non provati e non fondamentali per la storia.
In parallelo la storia del protagonista (alterego dell'autore) e del suo gruppo, diretti in pieno inverno lungo la strada percorsa da Igor Dyatlov e destinati a replicarne la sorte.
La soluzione trovata per spiegare il mistero sembra presa da Devil's Pass, modificandone alcuni dettagli, ma con lo stesso spirito da horror b-movie.
Lo stile dell'autore non sembra progredito dal primo libro letto e i personaggi restano particolarmente antipatici, anche se meno bidimensionali, riuscendo però ad eccedere inserendo un background eccessivo e inutile alla storia per il protagonista.
Il gruppo è inverosimile. Nessuno degli stranieri sembra essersi addestrato per la missione (trekking negli Urali, simpaticamente a - 40 sotto zero) e gli autoctoni sono due giovani di una settantina d'anni l'uno.
Una lettura dovuta, vista la mia passione per il mistero legato al Passo Dyatlov, ma del tutto superflua.
Però, conoscendomi, so che ci ricascherò e mi troverete a lamentarmi di nuovo per le prodezze di mr Bates.
2 / 5
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