Rex tremendae maiestatis (Eymerich #10)

~ Valerio Evangelisti

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    Titolo Rex tremendae maiestatis
    Autore Valerio Evangelisti
    Serie Inquisitore Eymerich
    Genere storico, horror, fantascienza
    Paese Italia
    Lingua italiano
    Prima edizione 2010
    Editore Mondadori, Strade Blu
    Pagine 502
    Trama
    Nel 1372 il nemico mortale di Nicolas Eymerich, Ramon de Tárrega, viene trovato impiccato nel convento di Barcellona. Il suo cadavere scompare misteriosamente e viene avvistato in Sicilia, isola sulla quale, da strani dischi luminosi scendono creature gigantesche, ferocissime. I mostri si nutrono di carne umana e sono al servizio di una delle due fazioni baronali che da trent'anni si contendono la Trinacria. L'intero equilibrio di poteri nel Mediterraneo sta per crollare. Eymerich deve ricorrere a ogni risorsa della sua lucida crudeltà, per sventare la minaccia e annientare il nemico. Ma è un Eymerich più debole che in passato, timoroso di una morte imminente. Tuttavia il destino che da bambino gli era stato sottilmente pronosticato dalla madre sta per compiersi. Ma cosa spiega i dischi luminosi e i giganti cannibali? Forse la soluzione è nell'anno 3000, in cui la giovane schizofrenica Lilith scopre sulla Luna l'arma segreta che ha condotto l'umanità alla follia. Il segreto originario riposa però a Napoli, a Castel dell'Ovo. Dove l'uovo, scoprirà Eymerich, è qualcosa di ben diverso da ciò che si credeva.

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    Con il finale della saga abbiamo decisamente toccato il fondo.
    Lo stile non si è evoluto nel corso degli anni, i riferimenti alle vicende passate spesso sono temporalmente errato, l'infodump regna sovrano e si ripete più volte con le stesse informazioni, Eymerich non è che la caricatura grottesca del personaggio dei primi libri.
    Tralasciamo il fatto che continua a ripetere di essere vecchio e malandato. Forse doveva essere un indizio per la rivelazione finale, ma al 200mo riferimento la cosa inizia a pesare.
    La sua conoscenza dei libri eretici o giudei sembra essersi ridotta con l'età e la tendenza ad appoggiarsi a chi ritiene non adeguato (donne, ebrei, preti che siano) viene resa paradossale con i continui riferimenti al disgusto che prova per essi.
    Le vicende di Eymerich bambino sono gratuite. Non c'era la necessità di creare degli imprinting con le figure predominanti degli ultimi romanzi, da Lilith a Myriam a Ramòn de Tàrrega. Non crea legami particolari con il caos regnante nelle ultime storie e non serve per la (poca) coerenza del tutto.
    La parte futuristica è appena accennata, conclude le vicende nel futuro distopico della Terra ma senza dare vere informazioni e, piazzando l'ultimo capitolo prima della fine sgonfia anche la sorpresa degli ultimi avvenimenti, vi fosse mai stata.
    Eymerich è gratuitamente crudele, cosa che infastidisce anche in prospettiva della situazione che si rivela negli ultimi capitoli, e passa il tempo sembrando schizofrenico, evocando spiriti e poi affermando che non sarebbe mai caduto vittima di allucinazioni.
    Il punto più basso è ammettere di non sapere che Maria e Myriam sono lo stesso nome... e stiamo parlando di un Domenicano acculturato che, un tempo, sembrava conoscere tutto di tutto.

    Concludendo non posso che dire di essere contenta che sia finita. La spirale discendente delle storie si è fatta progressivamente sempre meno tollerabile e, rispetto alle potenzialità dei primi libri, gli ultimi sembrano sempre meno curati e coerenti.

    Il tutto meritava di essere letto e concluso... forse mi ricorderò di non rimetterci piede.



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