Uno yankee alla corte di re Artù

~ Mark Twain

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    Titolo: Uno yankee alla corte di re Artù (A Connecticut Yankee in King Arthur's Court)
    Autore: Mark Twain
    Anno: 1889
    Editore: Gallucci
    Pagine: 462, illustrato

    Descrizione:
    E se una mattina ti capitasse di risvegliarti a Camelot, addirittura nel castello del leggendario Re Artù? È quanto succede incredibilmente al protagonista di questo romanzo, un uomo del XIX secolo: catapultato nell'Inghilterra di Merlino e dei Cavalieri della Tavola Rotonda, tra maghi e damigelle, superstizioni e miseria, farà vedere di cosa è capace un vero americano, affrontando le avventure più assurde e irresistibili con lo spirito pratico e positivo di un cittadino moderno del Nuovo Mondo. Con questo romanzo Mark Twain ha scritto requisitoria contro l'arretratezza di quell'Europa che chiamava spregiativamente yankee i cugini d'Oltreoceano.
     
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    Attraverso la tecnica del manoscritto ritrovato (o meglio: ricevuto) seguiamo le avventure tragicomiche di un americano del XIX secolo catapultato nell'Inghilterra del 500 sotto il regno di Artù. Il libro non ha niente a che fare con le leggende del ciclo bretone (Artù è un bell'imbusto senza cervello, Merlino è un vecchio cialtrone, Ginevra passa molto tempo insieme a Lancillotto...), che sono poco influenti: avrebbe potuto essere ambientato anche alla corte dei Merovingi o dell'imperatore dell'Impero Romano d'Oriente. Il punto di fondo è dimostrare come nel corso dei secoli l'uomo sia evoluto e migliorato: infatti tutte le persone del 500 (soprattutto i cavalieri) sono ritratti alla stregua di minorati mentali che sono vittima della propria ignoranza e miseria: il popolo minuto in particolare ispira molta pena, essendo soggiogato e sottomesso in tutto e per tutto alla nobiltà e al clero (Twain è un anticlericalista estremo: non manca mai di fare notare come la Chiesa si allei sempre col re/imperatore nel sottomettere i sudditi). I più grandi conseguimenti - secondo Twain - che l'uomo ha ottenuto nei 13 secoli che separano le due epoche sono l'utilizzo del metodo scientifico (opposto alle superstizioni e alla fuffa teologica medievali) e la creazione del sistema di governo naturale dell'uomo, la Repubblica (e in questo l'autore esprime anche una certa superiorità degli americani sugli europei e in particolare sugli inglesi, ancora governati da esseri inutili e vanagloriosi chiamati Re). Essendo il nostro protagonista così superiore alla popolazione dell'epoca decide di prendere in mano le redini del governo affiancandosi a re Artù e inizia una serie di piani estremamente innovativi per fare progredire la società e l'economia: se questi piani siano riusciti o meno lo lascio scoprire al lettore.
    Quello che emerge nel complesso è una grandissima fiducia nel progresso dell'uomo e una mentalità per cui non esiste bene o diritto più prezioso della libertà. Penso che se il povero Twain fosse vissuto fino al 1945 sarebbe morto di crepacuore vedendo dove il progresso ha portato l'uomo...
    In ogni caso è un libro da leggere: oltre a fare riflettere sulla condizione dell'uomo e su ciò che è davvero importante è anche pieno di scene comiche ed esilaranti. Mi fa strano averlo visto figurare in varie collane di libri per bambini/ragazzi: bambini impiccati, donne bruciate vive, montagne di cadaveri e discorsi sull'economia reale non rientravano esattamente tra i miei interesse quand'ero piccolo. Ma soprattutto, non penso che un ragazzino possa capire appieno la riflessione che Twain fa su tutti i diritti e l'emancipazione dagli organi di potere che l'uomo ha acquisito nel corso della storia.

    PS. Purtroppo la mia edizione non è illustrata: da quello che ho visto online le illustrazioni sono molto belle.
     
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    Credo di averlo letto, l'ultima volta, una quindicina di anni fa.
    Ammetto di ricordare pochissimo.
     
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    Credo che l'inclusione nel filone letteratura per ragazzi sia colpa di Huck, Jim e Tom.
    Avevo un'edizione ridotta, regalatami assieme all'Isola misteriosa e Viaggio al centro della Terra, e le parti scomode erano state edulcorate.
     
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    Io non li ho mai letti ma mi sembra di aver letto da qualche parte che Le avventure di Tom Sawyer e di Huckleberry Finn erano in realtà destinate ad un pubblico adulto: probabilmente se vai a leggere un'edizione integrale troverai un libro poco adatto ai lettori giovanissimi.
    Io della collana che tu citi (mi sembra sia della DeAgostini) ho Ventimila leghe sotto i mari: ci sono rimasto malissimo quando ho scoperto che era un'edizione ridotta perché convintissimo che fosse il libro "vero" così come scritto da Verne. Personalmente non capisco il senso di questi tagli: o un libro è adatto ad un pubblico giovane o non lo è, non è che puoi togliere alcune parti a tuo piacimento per renderlo più vendibile.
     
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    C'erano tempi in cui molti romanzi, di qualsiasi genere, o articoli e pubblicazioni venivano ridotti.
    Basta pensare al Reader's digest o ai tagli delle edizioni da edicola della Mondadori (Urania è il caso più eclatante).
    Il perché va ricercato nelle scelte editoriali e le scuse sono di tutti i generi: edizioni che devono rientrare in un certo numero di pagine, alleggerire i testo per invogliare i lettori occasionali, ecc...
     
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5 replies since 29/4/2020, 19:09   44 views
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