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Titolo: Lizzie
Autore: Shirley Jackson
Anno: 1954
Editore: Adelphi
Pagine: 316
Descrizione:
Quella giovane donna, anonima e ottusa, che ogni mattina si reca in ufficio per vidimare le lettere in arrivo al museo dove lavora, neanche ci pensa a entrare in contatto con la propria vita interiore. In compenso, avverte un persistente mal di schiena, continue emicranie e vertigini, oltre a soffrire d'insonnia: i primi sintomi di quel vero e proprio abisso mentale in cui sta per precipitare ... Shirley Jackson è abilissima a mettere in scena questo terrificante teatro dell'anima, con le diverse personalità che entrano ed escono di scena, prendendo via via il controllo del corpo.
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Con Shirley Jackson ho un rapporto veramente altanelante e contraddittorio: a volte la amo e a volte la odio.
Questa lettura è stata strana: è stata lenta, caratterizzata da pochi momenti di coinvolgimento e momenti isterici poco significativi da parte dei personaggi (a volte mi è sembrato che fossero un po' tutti da manicomio). Più volte mi è sembrato più un saggio che un romanzo, una cronaca di una pazza schizzofrenica visti dagli occhi del dottre che lìha in cura dalla zia tutrice e da lei stessa. Veramente poco coinvolgente dove i momenti più intriganti sono stati quelli in cui la Jackson parlava in prima persona con gli occhi (della mente) della protagonista gettando una luce sui pensieri caotici delle tante personalità di Elisabeth. Mirabile intento anche tenendo conto che è stato scritto negli anni '50, quando ancora poco si parlava di malattie mentali.
Non credo di poter dare più di 2 su 5. Ho fatto fatica a finirlo e il modo di raccontare non mi ha proprio preso.
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1 replies since 20/3/2020, 20:45 27 views
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