Chi ha cucinato l'ultima cena? Storia femminile del mondo

~ Rosalind Miles

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    Titolo: Chi ha cucinato l'ultima cena? Storia femminile del mondo
    Autore: Rosalind Miles
    Anno: 1988
    Editore: Elliott
    Pagine: 443
    Descrizione:
    La storia dell'umanità è iniziata con la donna. In principio, era lei la protettrice divina, depositaria del cromosoma originale, esperta nella coltivazione della terra, capace di leggere i cicli lunari e di costruire la casa per la propria famiglia. Per millenni ha gestito il potere, ucciso, nutrito esseri umani e animali, si è presa cura dei vivi e dei morti. Ma di tutto questo difficilmente abbiamo finora sentito parlare perché generazioni di storici, archeologi, antropologi e biologi hanno sempre posto l'uomo come principale forza motrice dello sviluppo umano: l'uomo cacciatore, l'uomo fabbricatore di utensili, l'uomo signore della creazione. Ora, grazie a questo libro, possiamo leggere una storia nuova del mondo, che rimette nella giusta prospettiva la presenza e il contributo della donna, di tutte le donne, all'evoluzione della nostra specie. Senza ideologismi e polemiche, con linguaggio serrato e pieno di umorismo, questo saggio coinvolge il lettore in un viaggio nel tempo alla scoperta di fatti mai narrati, di episodi volutamente esagerati, di verità drammatiche e miti fasulli, fino a riscoprire il ruolo centrale della donna come artefice imprescindibile nel progresso della tecnologia, nella religione, nella guerra e nella pace.
     
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    Ho comprato questo libro pensando che fosse una raccolta di aneddoti riguardanti gli episodi più importanti della storia dell'umanità in cui le donne non vengono generalmente considerate, ma mi sono ritrovato uno pseudo-saggio pieno di saccenza e ideologia "femminista" (quel femminismo che postula che la donna sempre e comunque ha ragione/è migliore dell'uomo). Infatti la Miles non vuole scrivere una "storia" (non ha la più pallida idea di cosa sia l'oggettività storica) ma vuole dimostrare ad ogni costo che la donna, che agli albori della civiltà, si suppone, ricopriva un ruolo centrale nelle società, che erano perlopiù matriarcali, sia stata scalzata dall'uomo, invidioso della sua centralità, e ne sia stata sottomessa fino ai nostri giorni.
    I problemi che si incontrano in questo saggio secondo me sono di tre tipi:
    1) L'atteggiamento apertamente ostile verso l'uomo e la santificazione di qualunque donna (addirittura di Messalina e Agrippina!) rendono il libro assolutamente privo di oggettività e sgradevole a leggersi. A sentire la Maslin, tutto ciò che gli uomini sono lo devono alle donne: l'uomo ha il pene più lungo rispetto agli altri primati "per merito della donna", perché nel passaggio da Homo abilis a Homo erectus la vulva della donna ha cambiato posizione e il pene si è dovuto evolvere di conseguenza; non è vero che gli uomini hanno sviluppato il linguaggio per poter comunicare durante la caccia, ma sono state le donne che, spinte dal desiderio di spettegolare sui membri della tribù, hanno creato un sistema codificato di suoni; il pene non è che l'evoluzione del clitoride (cosa sbagliatissima, visto che è stato ampiamente dimostrato che è il clitoride ad essere una forma "diminuita" del pene. Ma francamente, chi se ne frega?). Ancora, la sterile polemica sull'uso di sostantivi maschili per indicare entrambi i generi (tipica delle femministe arrampicatrici sugli specchi) è, in questo caso, dovuto alla sola ignoranza di Miles: lei infatti si lamenta che gli storici parlino di "Homo sapiens", "Homo erectus" ecc. e non di "Femina erecta". Se la Miles conoscesse il latino saprebbe che "homo" non significa uomo maschio (vir) bensì "essere umano" ed eviterebbe una buona dose di figuracce.

    2) Non so quali titoli abbia la Miles (se sia una storica, antropologa ecc.), fatto sta che la sua professionalità è nulla: per lei il mondo si divide in due, quelli che parteggiano per le donne sotto ogni punto di vista e quelli che si oppongono a loro. Ogni volta che cita uno storico/antropologo/studioso uomo aggiunge aggettivi denigratori e prese per i fondelli, manco fosse una bambina delle elementari. Inoltre, nel corso del libro dà tutta una serie di informazioni false e interpretazioni a dir poco fantasiose: il codice di Hammurabi sarebbe "sorprendentemente egualitario" (se mi dicesse in confronto a cosa potrei anche crederci, ma così in assoluto direi proprio di no), le donne del Medioevo/Età Moderna sarebbero state molto più libere di quello che pensiamo noi oggi (ma in che cosa consista questa libertà, oltre ad avere la possibilità di pulire da cima a fondo la propria abitazione, svolgere le faccende domestiche e andare al mercato non si sa), ecc. L'errore più grande comunque dal punto di vista metodologico è equiparare le popolazioni "primitive" dei giorni nostri ai nostri antenati e alle loro società, come se milioni di anni non avessero inciso su di loro solo perché non hanno conosciuto il nostro progresso tecnologico.

    3) Ciò che si evince dal libro dalla Miles è che l'uomo e la donna non possano convivere con pari diritti, ma che l'uno debba prevalere sull'altro (naturalmente, la cosa più "giusta" sarebbe che la donna primeggiasse sull'uomo). Fin dall'antichità, quando la donna costituiva il centro della società umana per la sua capacità di procreare, che all'uomo è per natura preclusa, c'è sempre stata una disparità tra i ruoli ricoperti dai due generi, e l'uomo avrebbe rovesciato questa situazione in proprio favore proprio per invidia nei confronti della donna. Il fatto è che non c'è alcuna prova di questo fatto: tutto ciò che si sa è che nel passaggio dal nomadismo alla sedentarietà gli uomini hanno cominciato a ricoprire ruoli socialmente più importanti delle donne, arrivando ad ideare un sistema religioso che scalzasse la principale divinità femminile (la Dea) per affermare l'esistenza di un Dio maschio unico o principale. Credere che dopo millenni di convivenza all'interno di una società matriarcale nei maschi sia improvvisamente sorta una specie di invidia è abbastanza inverosimile: le motivazioni di questo rovesciamento dei ruoli probabilmente vanno ricercate nel cambiamento dello stile di vita provocato dalla sedentarietà.

    L'unica lancia che posso spezzare a favore di questo libro è che ci sono una serie di aneddoti molto interessanti su come alcune usanze degli uomini e alcuni elementi religiosi prettamente maschili si siano evoluti da credenze che in origine riguardavano le donne. Per il resto, consiglio di leggere altri libri.
     
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    Biting's excellent.
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    Prima di leggere il commento l'avrei messo in wishlist...
    Mi sa che passo.
     
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    Lo sconsiglio vivamente. Anzi, se qualcuno avesse qualche libro valido sulla storia vista dal punto di vista delle donne da consigliarmi gli sarei grato.
     
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