detto anche l'impanicato
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"George Caldwell è un insegnante che non sopporta più la scuola e i suoi studenti, suo figlio Peter non ha amici"
La descrizione del libro che ho preso da non so dove, dal sito di qualcuno che cerca di vendere, riesce nell'ardua impresa di esordire con ben due cazzate!
Metto sotto spoiler solo per distinguerlo dal commento, ma non credo ci sia nulla da tener segreto qui sotto:
Credo che la mal sopportazione espressa da Caldwell sia non tanto verso la scuola e i suoi studenti, d'altronde il suo lavoro è tutto ciò che ha, l'unico legame concreto con la realtà di una mente devastata dalle paranoie e dai rimpianti. Secondo "lui/lei/loro", ammesso che l'abbiano letto, uno che non sopporta più l'insegnamento passa a scuola giornate intere, fino a dopo l'orario di lavoro, vende i biglietti delle partite di pallacanestro, allena la squadra di nuoto, consiglia ragazzini come fossero suoi figli (nel classico transfer di chi non capisce il proprio figlio e cerca di fare da mentore a un ragazzino più affine). Suo figlio Peter, poi, secondo "lui/lei/loro" non ha amici, cosa palesemente falsa, anzi ha persino una specie di fidanzatina...
Romanzo che a tratti ho apprezzato, prendendolo in quanto tale, senza far caso ai riferimenti "meta", trovando qua e là momenti di pienezza espressiva, precisione estrema, la solita eloquenza di Updike che non so più come definire oppure non ho mai saputo definire, che a volte ti snerva e a volte ti stringe il cuore, raramente ti fa ridere (se questo era il suo intento quando definisce esilarante il suo personaggio). La lezione di astronomia effettivamente è uno spettacolo, un momento altissimo, regge da sola la pena di leggere il libro. Il rapporto tra padre e figlio è realistico, anche se da inserire nell'anima bizzarra di Caldwell, e reso molto bene, anche quello un motivo per addentrarsi in questa lettura. Il finale deludente nella sua estrema rapidità e nel suo scarso collegamento "fisico" con il testo, nel senso che cade dal nulla, senza un momento preparatorio, non basta la preparazione intesa come quella di tutta la storia, arriva una scure, il finale, e taglia di netto tutto, risultando senza dubbio mal riuscito.
E qui finirebbe il mio commento se io non fossi così stolto e ignorante. Infatti dopo la fine appare l'indice mitologico, con decine e decine di indicazioni che mi dimostrano quanto io abbia colto al massimo il 5% di tutti i riferimenti alla mitologia greca presenti nel libro. Sicuramente un testo che potrebbe essere meglio apprezzato da qualcuno con una conoscenza più approfondita della materia in questione.
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