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Titolo: Crepuscolo
Autore: Kent Haruf
Anno: 2004
Editore: NN Editore
Pagine: 315
Descrizione:
Alcuni protagonisti di Canto della pianura ritornano, come i fratelli McPheron che, ormai invecchiati, stanno imparando a vivere senza Victoria Roubideaux, la madre single che avevano preso ad abitare con loro e che ora ha lasciato il ranch per iniziare il college. Ma si affacciano sulla scena anche volti nuovi, come quello di un ragazzo solitario che si prende cura stoicamente di suo nonno. Dietro esistenze apparentemente banali, ritroviamo la maestria di Haruf nel rendere universali i temi della solitudine e della sofferenza. Attraverso vite che si intersecano, Crepuscolo ci svela il lato più profondo degli esseri umani: la loro fragilità e resistenza, il loro egoismo e la bontà, e la loro capacità di costruire legami solidi e intimi, oltre la famiglia.
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Ritroviamo alcuni personaggi, non proprio dove li avevamo lasciati, e alcuni di loro diventano secondari e retrocessi a dietro le quinte mentre ne scopriamo di nuovi che prendono le redini della storia.
La coralità fa sempre da padrona ma a questo giro ci affacciamo a guardare alle nuove generazioni, più forti più presenti e più segnate di quelle che le precedono.
Non ci sono protagonisti, ma solo il racconto di una comunità ai margini.
Il freddo, la terra dura, gli animali si mescolano ai personaggi che si legano ancora di più al territorio, vasto, selvaggio e indomabile. Nessuno viene risparmiato.
5/5
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Mangianabbi
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Lettura avvolgente e coinvolgente dalla prima pagina, con tante chiavi di lettura a cui ormai Haruf ci ha abituato. Una su tutte però mi ha catturato: la solitudine provata e dal rimedio cercato da tre personaggi diversissimi tra loro. Raymond, Dj e Mary Wells si sentono soli e abbandonati da tutti e cercano, con alterne fortune e modi differenti, a sopperire a questo soffocante senso di vuoto.
5/5
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detto anche l'impanicato
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Il più grande pregio del primo capitolo della trilogia era la semplicità, che in questo secondo mi è sembrata a tratti diminuire in funzione di una ricerca di coralità. Personaggi ben caratterizzati in entrambi i casi, ma in questo secondo l'intreccio delle loro storie è sembrato meno naturale, con un pizzico di urgenza in meno. Comunque una lettura molto piacevole, si è capito che il buon Kent ci sapeva fare con la penna.
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3 replies since 28/9/2019, 09:57 69 views
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