A Compelling Unknown Force - The Dyatlov Pass Incident: AKA "Six Hours to Live"

~ Clark Wilkins

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    Titolo A Compelling Unknown Force - The Dyatlov Pass Incident: AKA "Six Hours to Live"
    Autore Clark Wilkins
    Genere storico, mistero
    Paese U.S.A. (?)
    Prima edizione 2014
    Editore Clark L. Wilkins
    Trama
    In February, 1959 nine young hikers on a cross country ski trip mysteriously died under horrific circumstances. It is one of the great mysteries of our times. They would be found with missing eyes, even a missing tongue, crushed bones, and stripped of their clothes in minus 50 degree temperatures . Theories range from their being being murdered by the CIA to space aliens, to "Abominable Snowmen". This book explores this famous incident using a technique known as "Higher criticism" to explain their terrifying deaths. It provides hitherto unexplored answers and is now the leading source on the incident, debunking all previous explanations while pointing to eleven points of overwhelming evidence that tell us what really happened on this tragic night of horror.

    ¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥¥



    Ennesimo libro sull'incidente al passo Dyatlov (siamo a quattro) e, dopo una prima sensazione di fastidio, si è rivelato il migliore come teoria e ricostruzione dei fatti.
    Il fastidio iniziale è dovuto alla scelta stilistica dell'autore.
    Mentre Svetlana Oss e Irina Lobatcheva forniscono dati, informazioni e stralci di diari e documenti delle indagini e Donnie Eichar aggiunge la sua personale avventura nel gelido inverno russo, Clark Wilkins drammatizza sia i fatti dell'incidente che le successive ricerche, rendendo la storia più un romanzo di avventura e terrore che una indagine giornalistica.
    Questo gli ha permesso di rendere più veri i vari protagonisti ma, resta sempre il dubbio, di aver aggiunto emozioni e intenzioni che forse non erano realmente presenti nel gruppo.
    Stessa cosa con i soccorritori, tra i quali la figura di un misterioso Anton Sergei (misterioso perché è un nome che non compare mai negli elenchi dei partecipanti alle ricerche) che funge da voce per l'autore, spiegando e raccontando dettagli tecnici di autopsie, ricerche e teorie, che nessuno poteva avere nel momento delle ricerche stesse.
    Ma, una volta che la storia prende, si smette di notare la cosa e i dettagli forniti sono sovrapponibili a quelli presenti negli altri libri.
    La sua ricostruzione dei fatti, con l'inserimento di scene che spiegano i vari dettagli rilevati dalle autopsie (escoriazioni, ferite) e dai rilievi sul punto dell'accampamento e delle morti, risulta credibile e molto più semplice di altre più complottistiche o, semplicemente, complicate.
    Nella sua versione la colpa del comportamento apparentemente assurdo del gruppo è dovuto al fumo prodotto dalla stufa, trovata nel suo contenitire e senza il camino per farlo fuoriuscire dalla tenda, che avrebbe rapidamente riempito l'ambiente e costretto i ragazzi ad uscire e a non poter rientrare.
    Ogni comportamento, reso assurdo dall'alcool bevuto e dall'intossicazione da fumo, ha la sua spiegazione, così come la decisione che ha portato in quel punto il gruppo e che li ha spinti sul luogo della loro morte.
    Soluzione banale, peggiorata dal fatto che la colpa del precipitarsi degli eventi è solo, anche se involontaria, dei ragazzi.
    Tanti piccoli errori, compreso l'aver installato la tenda con l'apertura a favore del vento, che avrebbe ridato vigore alla brace presente nella stuva mezza smontata.
    Un evento non più ripetutosi perché quella stufa era stata ideata da Dyatlov stesso e non più sviluppata da altri, perché poco gestibile e rischiosa.
    Nel complesso una spiegazione troppo banale per essere gradita dai più, che nell'ottica dell'evento misterioso cercano una risoluzione misteriosa.
    Invece, nella sua semplicità, forse più tragicamente possibile.

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