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Meglio perderlo.
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Dio ne scampi dagli Orsenigo Vittorio Imbriani 1868 Editore:L' Unita' Pagine:150 Descrizione: A Napoli c'e' Via Vittorio Imbriani in zona chic. A Milano Via Dante, Carducci, Manzoni sono in pieno centro. Via degli Imbriani ( tutti assieme) sta in periferia. Eccisara' un motivo. Lo scopriremo... L' Imbriani era completamente fuori, nato a Napoli da famiglia molto altolocata studio' a Zurigo e Berlino giro' per l' Italia e l' Europa, fervente Garibaldino, poi monarchico, professorone universitario... Cosa gli avessero poi fatto gli Orsenigo e i milanesi resta tutt' ora un mistero. La storia in breve e' che le femmine gia' nell' '800 grandi zoccole erano e andava molto di moda avere l' amante da esibire. ( Per non parlare delle arabe mussulmane nelle 1000 e una notte e delle loro orgie con ancelle e schiavi... ma questa e' un' altra storia) ( E questa e' un' altra storia e' proprio come finisce il libro, minacciandoci pure di raccontare anche la storia della Berenice Orsenigo, sorella della protagonista Redegonda.) E il povero Maurizio, graduato napoletano di belle speranze e spalle larghe conteso tra due altoborghesi di piccola nobiltà era l' amante ideale. Sottratto dalla milanese Orsenigo alla napoletana Almerinda. Tanto cara e affettuosa ma asfisiante e snervante: piuttosto che scappare con lei a Firenze ed essere lautamente mantenuto questo povero cristo si fa quasi ammazzare in duello.
Per concludere e' meglio avere per amante una sartina 18enne che una vecchia maritata nobildonna tritapalle ultra trentenne.
E' un libro fenomenale. Fantastici i francesismi e il linguaggio ottocentesco: acculattachiare per " deporre il proprio culo sul divano e lì stare" e altro, e' mitico. Serie A, voto 8 !
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