La mia Africa

~ Karen Blixen

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    La mia Africa
    Karen Blixen
    Anno:1937
    Editore:Garzanti
    Pagine:320
    Descrizione: Due al prezzo di uno. C'e' pure il film
    Premessa: questa e' pure di "sinistra" . "La Blixen collaborò col giornale di sinistra Politiken"
    Figuriamoci i razzisti della destra sudafricana...
    Per questa "progressista" non era strano che un colono sia stato condannato a due anni di galera dal governo "illuminato " inglese, per aver ammazzato a cinghiate il suo servo negro ( la schiavitu' era gia' stata abolita), perché disubbidendo aveva riportato in stalla il cavallo non portandolo per le briglie, ma in groppa.
    Lo strano era che il colono fosse stato processato...
    Questo e' il clima tra il 1913 e il '31 in Kenia.
    Cominciamo con l' analisi comparativa film/libro:
    essenzialmente parlano di cose diverse.
    Nel film il rapporto con Denis/Robert Redford occupa il 90% del tempo e poi si parla dell' Africa.
    Nel libro del Denis/Robert si parla per il 5% , e peraltro non si tromba mai.
    Non mi ricordo se si sia parlato anche della sifilide presa dal marito conte puttaniere...
    Nella restante parte del libro si parla di come lei fosse una colona molto buona, di sinistra appunto.
    E i servi negri li portava anche all' infermeria della missione quando stavano male.
    Per contro come primo obiettivo si era proposta di ammazzare un animale per ogni specie che c'erano dalle sue parti.
    Poi si limitava ai leoni: le pelli non erano male come scendiletto.
    E non sopportava che le povere giraffe fossero portate prigioniere nel serraglio in Europa.
    Da vera donnina di buon cuore si augurava morissero durante il viaggio.
    Superato il primo conato di schifo questa poveraccia ha cominciato a farmi pena , sara' stata pure contessa,
    ma "colono" vuol dire contadino.
    Se in Danimarca i servi della gleba erano stati aboliti, per trovare mano d' opera aggratis (servi) si poteva andare in Kenia.
    Peraltro la casa natale di questa "contessa" , dove e' ritornata dopo aver buttato tutti i suoi soldi nella piantagione africana, era una locanda...
    Dunque questa neo contadina, che a parte servire ai tavoli e sciacquare le stoviglie, non sapeva nulla di agricoltura.
    E dopo un po' la sua piantagione e' andata in vacca.
    Unica cosa positiva: in fondo si percepisce che l' Africa e negri le piacciono: ettecredo, in confronto a quel cesso di posto della Danimarca, il Kenia sembrerebbe un paradiso a chiunque.
    Sempre che non ti metti a coltivare caffe' in montagna quando avresti potuto arricchirti col legname...
    In sintesi: coloniale.
    Quasi quasi e' meglio il film .
    Fa meno schifo.


    Voto? Secondo me va letto. Con la giusta ottica si capiscono molte cose.
    Dunque serie A , ma voto 2.
     
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    È da contestualizzare. Non l'ho mai letto, ma ho letto altri libri che hanno -seppur marginalmente- trattato argomenti vagamente simili. Schiavitù/colonialismo/razzismo : se scritti in tempi "non sospetti", non ancora toccati dalle riflessioni post ww2, sono spesso agghiaccianti.
    E anche la sensibilità in termini ambientali è pazzescamente diversa.
    Non so se ce la farei a leggerlo
     
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1 replies since 8/12/2018, 10:48   74 views
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