Dead Mountain: The Untold True Story of the Dyatlov Pass Incident

~ Donnie Eichar

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    Dead Mountain: The Untold True Story of the Dyatlov Pass IncidentDead Mountain: The Untold True Story of the Dyatlov Pass Incident by Donnie Eichar

    My rating: 2 of 5 stars


    Nuova teoria per il mistero delle morti del Passo Dyatlov, avvenute a inizio febbraio 1959 in una delle zone più desolate e remote della grande Madre Russia.
    Leggere questo libro dopo quello di Don't Go There: The Mystery of Dyatlov Pass di Svetlana Oss può sembrare ridondante, ma la storia è talmente assurda che leggerne più versioni non disturba.
    I fatti vengono raccontati fornendo dettagli diversi e, nel caso del libro di Eichar, molto più romanzato.
    La vera differenza, che toglie punti a questo, è che metà della storia ha Eichar come protagonista. Perché lui, come nessuno ha fatto prima, è andato dove i nove esploratori erano andati... e in inverno, come loro.
    Non è il dare per scontato che tutti gli altri autori che hanno scritto dell'argomento lo abbiano fatto dal calduccio delle loro case (la maggior parte sono russi, affrontano freddo e gelo normalmente... a differenza di un giovane cresciuto in Flirida, come ci tiene a precisare l'autore), ma l'affrontare un viaggio senza nessuna preparazione, sulle orme di Dyatlov e compagni, per poi fermarsi 10 minuti sul luogo del disatro e rischiare di morire congelato esattamente cone loro.
    Credo sia chiaro che il terzo di libro dedicato alle prodezze dell'autore non mi è piaciuto. Mentre la Oss racconta dei fatti, portando rapporti e testi originali, Eichar racconta più se stesso che l'ordalia dei nove e delle ricerche.
    Anche la presentazione delle teorie è di parte. Quelle che non sono la sua teoria vengono sminuite, a volte ridicolizzate.
    Peccato che la teoria da lui scelta non abbia fondamenti più solidi di alcune da lui escluse.
    Gli infrasuoni provocati dal vento, che scende attorno al monte Holatchahl creando una scia di von Kármán, avrebbero mandato nel panico i giovani, provocandone la fuga e la successiva morte.
    Sulla carta può essere valida, il fatto che sia un evento che non si è più ripetuto (né prima né dopo) la rende però poco credibile.
    Esattamente come le altre pseudoscientifiche citate nel libro.

    Le foto che corredano la storia sono interessanti, la scrittura a volte lascia a desiderare e se avesse scritto solo dell'incidente e delle ricerche, elaborando poi più di una teoria, per poi buttarsi sulla sua preferita, di certo avrebbe guadagnato più punti.
    La storia dell'incidente e delle ricerche è talmente misteriosa di suo, che aggiungere pathos autobiografico non era necessario.


     
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