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The Doomed City by Arkady Strugatsky
My rating: 3 of 5 stars
Mi sono approcciata al libro dopo aver letto varie recensioni, anche dettagliate, della storia, sia editoriale che della trama stessa.
Altri testi dei fratelli mi sono piaciuti solo in parte e anche questo non fa eccezione, probabilmente perché non sono ferrata sullo stile di vita e la cultura russa. In questo caso poi, visto che la storia dovrebbe essere proprio una allegoria (non troppo astratta) del comunismo, l'essere priva di punti di riferimento storici e sociologici (tranne quel poco che documentari e dissertazioni sul tema possono fornire) mi ha probabilmente tolto una parte di profondità.
La storia in sé non è poi così complessa.
Il protagonista vive, assieme ad altri individui pescati presumibilmente a caso lungo tutto il XX secolo, in in misterioso esperimento. Un esperimento condotto da misteriosi Mentori, in una città posizionata su un mondo artificiale.
Le regole del gioco, grattando sotto la superficie, sono quelle che portano dal comunismo sociale più puro alla dittatura e il protagonista vive, durante i suoi sei anni di esperimento, una evoluzione all'interno del sistema, vivendo le varie illusioni e disillusioni che l'evolversi della situazione porta.
Ci sono molte cose assurde che capitano, fin dall'inizio, quando il lettore viene catapultato nella vicenda senza presentazioni o preamboli introduttivi.
Non si capisce se questi bachi dell'esperimento siano programmati o se l'esperimento in sé stia fallendo e la narrazione fatta dal protagonista non è super partes, ma è un narratore inaffidabile e quello che dice non è necessariamente la verità della situazione.
Anche questa volta ho preferito ascoltare, nella versione letta da Toby Longworth, non presente nell'elenco.
Se lo avessi letto, con ogni probabilità lo avrei abbandonato... l'ascolto passivo mi ha permesso di arrivare alla fine ma, nonostante l'ottima interpretazione, non sono restata entusiasta.
Forse devo decidermi ad abbandonare definitivamente i fratelli.
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