Le forme del desiderio

~ Jesse Bering

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    Titolo: Le forme del desiderio
    Autore: Jesse Bering
    Anno: 2014
    Editore: Codice edizioni
    Pagine: 332
    Descrizione:
    Jesse Bering ha una predilezione per gli argomenti meno "appropriati" e per le cose "di cui è meglio non parlare"; ma nella scienza non ci sono tabù, e nessuna domanda è assurda in principio. In questa raccolta di saggi la caleidoscopica varietà delle pulsioni e dei desideri umani è esplorata dal punto di vista evolutivo e psicologico. Perché il pene ha quella forma? Perché i testicoli se ne stanno appesi in un posto tanto pericoloso? Davvero la masturbazione ci rende unici nel regno animale? Perché ci sono donne attratte solo da omosessuali? E cosa dire di cannibalismo, peli pubici, sesso anale, acne, zombie e suicidio? Bering ci accompagna a scoprirlo in questo viaggio divertente e irriverente negli angoli più nascosti, torbidi e piccanti della natura umana.

    Meh, meh e ancora meeeh... non fidatevi di questa roba, non prendetela per oro colato perché cita gli studi più biased che io abbia mai letto. Siccome si tratta di una raccolta di saggi, l'andamento è discontinuo, ma s'aggiusta le cose un po' come pare a lui per quanto riguarda la legittimità delle, chiamiamole, "opinioni comuni" intorno a certi temi più o meno scabrosi.
    Ho molto da criticargli, innanzitutto il fatto che la psicologia evoluzionistica, per come la concepisce lui almeno, parta da un errore metodologico che ricalca il panselezionismo, quello in cui tutto sarebbe andato per il meglio nei lontani tempi dell'evoluzione della scimmia-uomo, e tutto si sarebbe armonicamente sviluppato per raggiungere le più alte vette dell'adattamento. Si chiede costantemente "in che modo sarebbe adattativo?", il che non è di per sé illecito, ma Bering stesso sembra ancora non volersi arrendere all'evidenza che non tutto è adattativo, molta roba che ci portiamo appresso è "monnezza" derivante da processi di evoluzione fuori selezione (sì, anche roba disadattativa), per una serie di motivi. Sembra che per loro l'uomo abbia smesso di evolversi diversi millenni fa, e si lascia troppo spazio a spiegazioni estremamente meccanicistiche, che, per quanto possano avere un loro valore, non sono sufficienti a svelare l'enorme complessità del comportamento umano, e mi sembra che il ragionamento che molti psicologi evoluzionisti utilizzino per giustificare il loro riduzionismo (cioè: beh ma noi analizziamo solo un aspetto, poi c'è il resto, che è complementare, e viene studiato da altra gente) sia davvero debole, e non regga.

    L'errore è, a mio avviso, metodologico, nel voler insistere in un approccio ormai superato di nature vs nurture, ove quel vs non ha senso di esistere. L'errore è metodologico nel voler insistere su una media poco sensata, e porre l'accento sulle differenze sbagliate. È estremamente difficile interpretare in termini riduzionistici causa-effetto standardizzati il comportamento umano, inoltre i gruppi in cui vengono divisi gli essere umani sono troppo spesso uomo vs donna, in questo caso le differenze sono esaperate (perché tanto tutto è adattativo per la perpetuazione della specie = riproduzione, uff).
    Non viene data enfasi ai fattori ambientali, relazionali e culturali che modellano il comportamento del singolo, a come li modellino, se c'è un pattern, insomma non viene dato risalto all'aspetto empatico della nostra specie, che poi è una bella peculiarità, e si scimmiotta un approccio vecchio della biologia, e male.

    Poi è incoerente, alcuni studi menzionati sono molto interessanti e prendono in esame tutta una serie di influenze ambientali (v. suicidio, disadattativo?); altri io non li avrei pubblicati nemmeno sulla cartaigienica, es. le presunte virtù antidepressive dello sperma, basatosi su un semplice sondaggio in un campione di circa 300 studentesse americane (o inglesi boh), che correlerebbe i rapporti non protetti con un minor rischio di cadere in depressione. Un sondaggio. Dal valore arbitrario. Niente valori misurabili, niente valori plasmatici di sostanze presumibilmente antidepressive, niente studi sull'assorbimento, niente eventuali correlazioni con i contraccettivi orali, con lo stato mentale in cui viene consumato un rapporto sessuale, una cosa regà da cani maledetti, e io non gli avrei mai dato spazio in un libro. Uno studio replicato da un tizio slovacco (ho cercato lo studio e le citazioni) e che non ha ottenuto risultati comparabili, il che vuol dire che manco quella correlazione, quasi sicuramente spuria o comunque estremamente indiretta, s'è riusciti a dimostrare. Fermiamoci poi un attimo a pensare che implicazione hanno questi studi, così profondamente male-biased, sull'opinione pubblica e sui giornali. Guarda caso ne escono sempre titoloni da colonna destra, "DONNE FATE I P*MPINI CHE VI FA BENE" condiviso da chissà quanti maschi infoiati su fb, giustificati dal fatto che beh, lo dice la scienza (come se avessimo necessità di legittimazione per farli). Pensiamo anche un minimo di responsabilità sociale che possono avere sti studiunculi, è un accanimento da cui si vuol far discendere forti differenze comportamentali senza considerare le similitudini... Gli studi nel campo sembrano fatti ad hoc per cercare delle conferme dei propri bias, e non per esplorare altro, e sono sempre le stesse ipotesi, mai altre.
    ESEMPLARE è il capitoletto che vorrebbe spiegare che le adolescenti siano stronze di natura per via della competizione con le altre donne. Studi fatti su ragazze delle scuole superiori. Intrisecamente stronze. E l'influenza esterna? E i condizionamenti ambientali? E i modelli comportamentali di successo in quella specifica situazione e non in un'altra? E tutto quello che esula dal determinismo?! E la cultura che ci pervade, quella che appunto ci continua a ripetere che alle ragazze piace il rosa e che sono subdole e stronze?
    PERÒ quando c'è da sparare contro il poliamore ecco che il Bering questa faccenda la tira fuori, perché non si può giustificare tutto con la nostra tendenza alla poligamia, c'è anche l'empatia (eh maddai), presumibilmente perché avere le corna lo fa incazzare come un pitone (lo dice lui e non è una mia speculazione). Lì, però, la questione della non necessità di legittimazione scientifica dei comportamenti umani la tiriamo fuori. E come mai?
    Ecco, lui parte da questo:
    "Le femmine fanno questo, gli uomini quest'altro, gli uomini gay questo altro ancora comparati e subordinati agli uomini etero: perché?" oppure: "gli uomini sono feticisti dei piedi, come mai? E come può essere adattativo?" (ma perché dovrebbe esserlo per forza?!)
    Mentre io partirei da questo:
    "siamo sicuri che le femmine facciano tutte questo? Ed esistono uomini che non fanno quest'altro? E cosa li differenzia da chi non lo fa? Quale ambiente diverso? E quanti e quante sono? E in altre ETNIE con cultura profondamente differente è anche così?" oppure: "le donne sono feticiste dei piedi? Come mai? C'è qualche fenomeno occulto che sto ignorando? Le donne non hanno parafilie o semplicemente non se le strainc*la nessuno le parafilie femminili, perché tanto il mio modello di riferimento è sempre lo stesso stramaledetto uomo occidentale?"
    Io intorno a questo libro potrei continuare con un pippone lungo cinquanta chilometri... partendo dal fatto che l'autore accusa gli altri di avere troppa morale e quindi troppi pregiudizi (anche qui correlazione poco sensata, una morale non implica necessariamente pregiudizi), passando per l'impronta fortemente maschilista del discorso -attenzione! La natura è profondamente sessista, il problema è come l'autore riporta alcuni fatti, il linguaggio che usa, come utilizza le critiche, che in alcuni casi sono aspre e in altri casi mancano totalmente-.
    Concludo non dilungandomi ancora, ma dicendo che la scienza non è un monolite fermo e fisso, con le sue risposte scolpite nel marmo. Sono le persone a creare la scienza, assieme a tutti i suoi errori, assieme a tutti i suoi pregiudizi (ehi ciao Lombroso e altri scienziati razzisti!) che Bering pensa di non avere, invece li ha e forti, fa un mischiotto e non va bene regà, se volete leggere questo libro fatelo con un GROSSO occhio critico.

    Edited by Lyl3_Z - 20/6/2018, 18:25
     
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    Ah poi comunque lui è antipatico. Ha un humour inopportuno, come "scienziato di materiale pericoloso" se la sente tantissimo e quindi se la tira, si sente una specie di ometto speciale, ci tiene che gli venga detto "oh caro quanto sei strano, hai proprio dei gusti particolari". E vabbè, patpat ragazzo mio, che ti dobbiamo dire.
     
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    Ho guardato qualche intervista del soggetto... è spocchioso anche quando parla.
     
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    Lascio che le cose mi portino altrove

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    Idolo. Tu nello smontarlo, non lui nello scrivere 'sta roba ovviamente.
     
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    ... ma l'hai allungata...
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    È che ero stata troppo buona.
     
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    Ovviamente tutto ciò scatena la mia malsana curiosità... :gloom:
     
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    accidenti, te lo invierei se non l'avessi promesso già a una ragazza per sbolognarmelo di mezzo il prima possibile T_T
    (a meno che non facciamo una specie di giralibri...)
     
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    Lo trovo in giro... se proprio vorrò farmi del male.
    Non posso privare qualcuno di cotanto brillantume.
     
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