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Titolo: Ferito
Autore: Percival Everett
Anno: 2012
Editore: BEAT
Pagine: 240
Descrizione:
John Hunt, ombroso e impenetrabile cowboy di mezz'età, vedovo e amante dell'arte, ha impiegato anni per ritagliarsi un'esistenza solitaria nelle lande desolate di Highland, Wyoming. La sua è un'appartata quotidianità fatta di giornate che iniziano alle cinque e trenta, cavalli difficili da addestrare, un mulo ingovernabile, un cucciolo di coyote da curare. Ma un giorno, non lontano dal suo ranch, un giovane gay viene brutalmente assassinato e l'aiutante di Hunt arrestato. L'evento sconvolge la tranquilla normalità della rintanata Highland e cambia radicalmente la vita di Hunt, coinvolto nell'incalzante caccia ai colpevoli e trascinato in una ricerca interiore che cambierà il suo modo di percepire le cose. Un memorabile confronto con la frontiera nel capolavoro di uno scrittore americano di culto. Una trama intensa e mozzafiato che riscrive i generi letterari riflettendo su temi come l'identità, l'omosessualità, la razza, la vendetta.
Volevo avvicinarmi alla narrativa del selvaggio e moderno nord-west America. Montagne e paesaggi incontaminati e gente ai margini della natura e delle grandi città. E non ne sono rimasta delusa sotto questo aspetto. Quello che mi ha infastidito è che ho scelto questo romanzo perchè era anche un thriller e di thriller non c'era proprio nulla, tranne un omicidio a sfondo sessuale e omofobico. Non so ancora decidere se mi sia piaciuto o meno, anche perchè si è rilevato estremamente lento se non alla fine con un guizzo di vivacità che alla fine ha stonato con il resto.
2/5
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