La guerra dei meme

~ Alessandro Lolli

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    Titolo: La guerra dei meme
    Autore: Alessandro Lolli
    Anno: 2017
    Editore: Effequ
    Pagine: 192
    Descrizione: I meme da anni si vanno imponendo come forma di comunicazione umoristica di un’intera generazione. Cosa ci dice questo fenomeno del mondo che viviamo?

    A partire da una scienza, la memetica, nata 40 anni fa con Richard Dawkins e poi andatasi dissolvendo, il meme si presenta a oggi come dispositivo linguistico, anzi come linguaggio vero e proprio, con codici e obiettivi determinati.

    Un saggio, quindi, fatto per raccontare cos’è a oggi il meme, indagando proprio l’evoluzione di questo linguaggio, nelle sue funzioni, nei suoi fondamenti culturali, intrecciando storia, semiotica e politica, passando per community di memers, Alt-right e Donald Trump, gruppi di nerd e sottoculture. Il meme diventa così anche un paradigma attraverso cui leggere il contemporaneo, una forma di comunicazione visiva da interpretare non senza un chiaro sospetto: che il fenomeno non sia, a una più attenta osservazione, al riparo dalla propaganda politica.


    Come commento riporto questo estratto da un'intervista del Lolli a IlLibraio.it:

    Torniamo al rapporto tra meme e politicamente scorretto.
    “Il punto è che il meme, nella sua vera forma, è spesso figurativo e, come diceva Roland Barthes, l’immagine impone il senso tutto insieme: nell’imporre il senso tutto insieme, dunque agendo nello stesso punto su vari livelli di lettura e di ironia, si possono veicolare diversi livelli di politicamente scorretto, andando poi a ripararsi dalle accuse sostenendo che la lettura corretta, la vera intenzione è proprio quella di ridicolizzare quel tipo di atteggiamento politicamente scorretto, non sostenerlo”.

    "I meme si prestano molto a rendere quasi irriconoscibile la differenza tra il politicamente scorretto e il voler mettere in discussione il politicamente scorretto stesso"

    Più o meno il fulcro del discorso è questo. Che poi è quello che mi ha fatto avvicinare al meme e poi allontanare, avendo sempre percepito il sarcasmo e l'ironia come "discorsi inquinati". Ma solo di inquinamento si tratta? Possibile che non ce ne si possa riappropriare? Per non cadere nella logica alt-right strafottente, cinica e amorale, dobbiamo per forza accontentarci di discorsi lineari e della new sincerity?
    Il mondo nerd è ormai dominio di una manica di maschi beta misogini in corsa verso la scalata sociale per diventare alfa e conquistare il proprio riscatto dalla loro condizione di outsider?*
    E gli altri? E che cicentra coi meme?
    Non a tutto ci sarà risposta univoca, però un po' di luce sul fenomeno il libro la getta. E soprattutto sulla situazione italiana (ci trovate dentro anche Taffo, per dire).


    *per questo motivo mi sono sentita sempre nerd dei nerd: adolescenza passata in mezzo a una manica di smanettoni cretini che ripagherei con molta violenza per il servizio, isolata dagli isolati, diciamo che piano piano sto a capì che another nerd is possible.
     
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