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Santo dio... io sto a pagina 30, ma mi ha già straziato l'anima. L'espediente narrativo del dialogo col ragno Aracne, che speravo fosse una cosa (forzata ma) simpatica, domina tutto sto caspita di libro, è odioso e abbassa il target a cui è rivolto alle scuole elementari - anche se forse pure alle elementari lo avrei un snobbato, ma diamoci il beneficio del dubbio. Le conversazioni con il ragno diventano il pretesto per ficcare in ogni dove considerazioni personali dal sapore vanveristico che poco c'entrano con le bestiole in questione e che si ammantano dell'aria della grande perla di saggezza, quando sono invece sentenze spiattellate là senza corposo contesto: chiacchiere da bar, "signora mia, come parlano difficile questi scienziati, nessuno che si prenda la briga di farsi capire, basta che si fanno grossi della loro fama di sapienti e poi le cose le ripetono come una formula magica". Appiattire un discorso su un solo livello rendendolo una tavola bidimensionale, invece, funzionerebbe alla grande. La questione è che la divulgazione bisogna saperla fare, che il "libro per tutti" è una trovata pretenziosa che forse, in fondo, non esiste, e non basta tirar fuori dal cappello un teatrino per accattivare i più piccoli, e sciorinare conoscenza aneddotica e superficiale per i più grandi, che sarebbe meglio accompagnare per mano in un discorso più approfondito, meno saltellante, inscritto in una cornice un attimo più professionale. O forse sono io la solita vecchia trombona di stampo settecentesco... no, veramente, non sono io. Sul serio. Vedremo come si evolverà la situazione, intanto io prendo appunti e male che vada risparmio spazio in casa stilando la versione epurata di 'sta cosa qua.
P.S. A corollario aggiungo che, per quanto appassionata di altre bestie senza spina dorsale, io di ragni sono profondamente ignorante, per cui non parto da chissà che livello di conoscenza approfondita (tutt'altro...).
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