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Titolo: Venere in pelliccia Autore: Leopold von Sacher-Masoch Anno: 1870 Editore: Mondadori Pagine: 196 Descrizione: Arte, letteratura, sensualità si intrecciano nelle pagine di "Venere in pelliccia", dove si racconta la relazione del giovane aristocratico galiziano Severin con Wanda Dunajew, una nobildonna vedova, ricca e bella. Con lei, antesignana di tanti personaggi femminili della letteratura decadente, il protagonista sottoscrive un vero e proprio contratto: sarà il suo schiavo, con il nome di Gregor, e lei la sua dea, con potere di vita e di morte purché, ispirandosi alla "Venere allo specchio" di Tiziano, indossi una pelliccia. Pubblicato nel 1870, e in una nuova versione ampiamente rivista (che qui si pubblica) nel 1878, "Venere in pelliccia" è un romanzo pervaso da forti toni autobiografici che non va però letto come un "diario", perché assai accentuato è l'aspetto di letterarietà: Sacher-Masoch fonde infatti gli elementi più tipici della cultura germanica, dal mito romantico dell'innamoramento per un'opera d'arte al tema faustiano del patto con una forza infernale, fino alla contrapposizione tra civilizzazione decadente (l'uomo, il Nord, il castello in Galizia di Wanda) e natura primigenia (la donna, il Sud, l'Italia dove i due compiono un viaggio). È in questo che risiede il fascino dell'opera, e la sua estetizzante, colta, ma non per questo meno potente, carica sensuale.
Primo contratto erotico-letterario sottoscritto tra un sottomesso e la sua padrona. Crudele, surreale con il gusto al melodramma tipicamente ottocentesco. Lettura (ascolto) da ascrivere assolutamente in un momento particolare della letteratura dove autori come il Marchese de Sade (dal suo nome il termine "sadsmo" appunto) hanno già inaugurato il genere con il botto. Ci si meraviglia a volte di come la ricerca del piacere attraverso il dolore, la sofferenza e la perversione siano temi già scritti e letti a sempre attuali che vengono rispolverati ogni tanto dal consumismo letterario di oggi. 3 su 5
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