Lascio che le cose mi portino altrove
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Questo libro ripercorre cinque secoli di caccia alle piante, dal medioevo fino alla prima guerra mondiale. Dai primi monaci - erboristi che vagavano per l'Europa stilando i primi erbari fino ai cercatori di professione, che hanno esplorato in lungo e largo il globo terrestre in cerca di piante. Almeno nelle dichiarazioni iniziali, perché in realtà il libro è un trattato degli esploratori britannici (molto Kew-centrico) tra XVIII e XIX secolo in Oriente, tra Cina, Tibet e Giappone. Il resto è quasi solo un accenno.
Ma andando con ordine: il primo terzo di libro mi è sembrato pallosissimo. Eppure parla di un periodo affascinante, quello medievale. Accenni, più che storie, scomposti e poco organizzati, difficili da seguire, probabilmente anche per una difficoltà oggettiva nel ripercorrere le fonti - ma i primi cercatori (monaci che giravano l'europa stilando i primi erbari e creando i primi orti botanici) non sono stati approfonditi più di tanto... Ho faticato molto a proseguire perché temevo che tutto il libro andasse avanti così, in modo puntiforme . Invece, arrivati più o meno a Linneo, le cose cambiano, e le schede iniziano a farsi più dettagliate, le avventure più avventurose, le scoperte più delineate. Come dicevo, la scelta delle storie da ripercorrere è moooolto incentrata su personaggi britannici, con pochissimi accenni ad esploratori stranieri (tipo Linneo appunt) e mi ha dato l'idea che siano stati inseriti proprio quando non si potesse fare a meno di citarli. Inoltre tutte le cacce descritte sono concentrate in oriente - anzi tra Tibet, Cina e Giappone. Non ci sono state spedizioni degne di nota in Amazzonia, in Australia? O, per dire, non c'è un minimo accenno alle spedizioni di ricerca delle spezie, di cui io e Letz siamo appassionate, per esempio. Manco un accenno, e mi vuoi dire che il pepe, il cacao, il caffè non rientravano nei temi trattati dal libro? Molte cose le ho trovate trattate in maniera più approfondita e interessante nel libro di Mabey, Il più grande spettacolo del mondo (dalla cassa di Ward alla caccia alle Orchidee, ma non solo). Infine, una mancanza abbastanza grave in un libro che parla di piante anche particolari, è l'assenza di un apparato fotografico!!! Non si può stare sempre col cellulare a cercare le piante che vengono citate, a volte solo col nome latino oppure solo col nome volgare!
E la cosa peggiore sono gli accenni "la pianta X che ben presto si rivelò una vera curiosità botanica" - ecchecca**o ma dimmi anche perché!!!!! Comunque resta fermo un punto: devo perdermi per una settimana a Kew. [E comunque, la voglia di andare ai Kew Gardens, me l'ha fatta venire Sacks, mica Mabey o Whittle)
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