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Lascio che le cose mi portino altrove
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Titolo: Nel regno di Tiburzi Autore: Adolfo Rossi Anno: 1983, riedizione 1981 Editore: Edizioni OCEG Pagine:240 Descrizione: Sulle orme dei fuorilegge un cronista dell'800 ricostruisce "colla maggiore esattezza possibile la storia del brigantaggio degli ultimi anni dell'800 nel circondario di Viterbo, Civitavecchia e Grosseto"
Un libro che tratta le vicende di Tiburzi, il celeberrimo brigante attivo alla fine del 1800 nel viterbese... una figura che oggi nell'immaginario popolare è diventata gigantesca, quasi ipertrofica. Qualcuno lo chiama il Robin Hood della Maremma, idealizzando molto quello che è un fenomeno dai tanti risvolti tragici e forse dimenticando anche gli atroci delitti da lui commessi. Certo è una figura romantica, che nulla ha a che invidiare al Luigi Vampa ritratto nel Conte di Montecristo... Le sue vicende, come dicevo, sono state talmente radicate nella tradizione viterbese e così mitizzate che è difficile ricostruire la realtà dalla fantasia. Questa cronaca, che ci arriva diretta diretta da quegli anni, può aiutare a fare un po' di chiarezza? Sicuramente più "sincera" delle tante opere che si trovano in giro adesso, ma il dubbio è l'opposto: che il raccapriccio di un giornalista di città ha provato nei confronti dei briganti tenda a soffermarsi più sugli aspetti truci, ignorando (volutamente?) che la ribellione anarchica portata avanti aveva radici profonde (all'epoca un dubbio in merito era forse socialmente inaccettabile) e senza poter sapere le tracce profonde che avrebbe lasciato.
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