Scorrete Lacrime, Disse il Poliziotto

~Philip K. Dick

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    Titolo: Scorrete Lacrime, Disse il Poliziotto
    Autore: Philip K. Dick
    Anno: 1974
    Editore: Fanucci
    Pagine: 352
    Descrizione: Jason Taverner, fortunatissimo conduttore televisivo, dopo un incidente si ritrova in ospedale per poi risvegliarsi in una stanza d'albergo. In breve si rende conto che la sua esistenza sembra essere ignorata dal mondo intero: nonostante lui abbia chiarissimi ricordi di chi fosse prima del ricovero, nessuno lo riconosce, e i suoi documenti sono spariti nel nulla, facendolo diventare un clandestino, passibile perfino di arresto, se individuato. In due giorni da incubo, in un mondo fattosi improvvisamente ostile, Jason va alla disperata ricerca della propria identità, muovendosi sulle tematiche più ricorrenti dell'opera dickiana: la difficoltà di distinguere le dimensioni della realtà, l'alterazione dello stato di coscienza e l'uso delle droghe. [IBS]


    -----------------

    Libro estratto (almeno per chi sceglie la prima lista o chi deve integrare la seconda, come me) per la book lottery 2017. Era da un po' che non leggevo Dick e devo dire che è stata una gradita riscoperta. Sarà anche questo titolo che mi sta sembrando meno ostico del solito. Sono a due terzi e mi sta piacendo molto, allora ho deciso di aprire ora la scheda perché sono sicuro che poi mi dimentico. Così spero di ricordarmi di passare quando l'avrò finito.
     
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    Poi ieri sera mi sono rimesso a leggere e stamattina l'ho finito. Devo dire che la conclusione mi è piaciuta meno, però rimane un romanzo che mi è piaciuto molto e fosse stato per me, visto il titolo, lo avrei sicuramente messo in coda tra i titoli di Dick da leggere.
     
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    È uno dei prossimi che dovrei leggere... con Dick ho un rapporto difficile... speriamo in bene.
     
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    Se lo trovo lo leggo anch'io!
     
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    Sono al 25% e spero che il protagonista finisca in Alaska a spalare residui di alci...
    Per ora si mantiene sul classico fastidioso e irritante stile di Dick... non sono stupita...
     
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    CITAZIONE (taksya @ 11/4/2017, 17:19) 
    Sono al 25% e spero che il protagonista finisca in Alaska a spalare residui di alci...

    Ma i suoi personaggi sono divertenti proprio per questo.

    Comunque mi ha ricordato un po' un altro suo libro:

     
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    C'è stato un periodo della mia vita durante il quale trovavo gradevole la lettura di Dick... adesso arrivo faticosamente alla fine e mi chiedo perché mi sono messa in testa di leggerlo.
    È un processo che si ripete ogni volta e ogni volta continuo a chiedermi perché mi sono messa in testa di (ri)leggere qualcosa di Dick.
    Anche questo libro non fa eccezione.
    Credo di non averlo mai letto prima o, peggio, se era una rilettura lo avevo completamente cancellato dalla memoria.
    Una società distopica appena abbozzata, che non ci viene spiegata e che dobbiamo ricostruire dalle parole dei protagonisti.
    Protagonista insopportabile, geneticamente modificato e quasi perfetto, ma completamente perso in se stesso, misogino e che sembra sfruttare le donne solo per risolvere i suoi problemi e, visto che c'è, farci sesso.
    Trama forse interessante, l'idea che il mondo si scordi di un personaggio universalmente conosciuto nel giro di una notte e che qualsiasi dato che lo riguarda sia cancellato è intrigante.
    La soluzione, frettolosa e trattata quasi come fosse un elemento accessorio, poteva costituire la trama di una serie di romanzi (come tanto va di moda).
    Invece è buttata nel mucchio e accantonata, dando spazio ai deliri dei personaggi, al punto da risultare fastidiosi.
    So che questo ennesimo fallimento non mi impedirà di leggere altri parti dickesiani... sempre nella speranza di trovarci quel genio tanto decantato dagli estimatori.

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    Secondo me la prima metà è comunque ben orchestrata. Al di là dell'antipatia del protagonista, che secondo me è un punto di forza, mi ha preso abbastanza e ha reso bene l'atmosfera. Personalmente non ho gradito la conclusione, ma non la definirei catastrofica. Poi io ho sempre determinate aspettative quando leggo Dick, ben conscio che ha uno stile del tutto particolare, e forse mi focalizzo sempre più sui pregi che sui difetti.
     
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    Il problema è che sono tutti particolarmente antipatici.
     
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    Mi pare evidente che se dovessi basarmi solo su un'analisi razionale della trama non potrei che dare ragione a Tak. Il problema è che con Dick io non riesco neanche lontanamente ad essere razionale. Riesce a rapirmi con le sue psicosi, o se preferiamo quelle dei suoi personaggi, tramite le paranoie, i dubbi, le paure, soprattutto quelle idiote, e a stabilire una sorta di empatia che è tutto fuorché razionale, ma che secondo me è il bello di PKD.
     
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    CITAZIONE (taksya @ 14/5/2017, 19:24) 
    C'è stato un periodo della mia vita durante il quale trovavo gradevole la lettura di Dick... adesso arrivo faticosamente alla fine e mi chiedo perché mi sono messa in testa di leggerlo.
    È un processo che si ripete ogni volta e ogni volta continuo a chiedermi perché mi sono messa in testa di (ri)leggere qualcosa di Dick.
    Anche questo libro non fa eccezione.
    Credo di non averlo mai letto prima o, peggio, se era una rilettura lo avevo completamente cancellato dalla memoria.
    Una società distopica appena abbozzata, che non ci viene spiegata e che dobbiamo ricostruire dalle parole dei protagonisti.
    Protagonista insopportabile, geneticamente modificato e quasi perfetto, ma completamente perso in se stesso, misogino e che sembra sfruttare le donne solo per risolvere i suoi problemi e, visto che c'è, farci sesso.
    Trama forse interessante, l'idea che il mondo si scordi di un personaggio universalmente conosciuto nel giro di una notte e che qualsiasi dato che lo riguarda sia cancellato è intrigante.
    La soluzione, frettolosa e trattata quasi come fosse un elemento accessorio, poteva costituire la trama di una serie di romanzi (come tanto va di moda).
    Invece è buttata nel mucchio e accantonata, dando spazio ai deliri dei personaggi, al punto da risultare fastidiosi.
    So che questo ennesimo fallimento non mi impedirà di leggere altri parti dickesiani... sempre nella speranza di trovarci quel genio tanto decantato dagli estimatori.

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    ho iniziato adesso Il Paradiso Maoista e sono arrivata assolutamente allo stesso tuo punto. Adoravo Dick, me lo sono letteralmente mangiato, e ora leggerlo mi risulta cosi' pesante, ma cosi' pesante... e penso "oddio devo affrontare ancora le pare di questo inetto disagiato che si accartoccia la vita addosso con i suoi problemi invece di andarsene in terapia, una qualsiasi terapia". Questo nonostante la sua carica visionaria di cose assurde che possono succedere. E insomma, gli vorro' sempre bene, in parte condivido anche io l'empatia di Fab, sebbene con una certa... compassione. Se ho riletto Ubik un sacco di volte vorra' dire che rapisce anche me. Pero'... Tak, quanto hai ragione.
     
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    Per fortuna che non è andato in terapia o più probabilmente che non ha funzionato la terapia... Secondo me il bello è proprio quell'accartocciarsi, per quanto inetto o idiota a volte, è particolarmente "vero".
     
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11 replies since 29/3/2017, 21:08   107 views
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