L'oceano di plastica

~ Charles Moore, Cassandra Phillips

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    Titolo: L'oceano di plastica
    Autore: Charles Moore, Cassandra Phillips
    Anno: 2013
    Editore: Feltrinelli - Serie Bianca
    Pagine: 360
    Descrizione: L’Oceano di plastica racconta la scoperta, da parte del capitano di marina Charles Moore, di una enorme massa galleggiante di rifiuti in pieno Oceano Pacifico. Moore vi incappò con il suo catamarano nel 1997 e da quel momento non ha più smesso di denunciarne l’esistenza agli enti preposti alla salvaguardia dell’ambiente e alle accademie scientifiche. Per farlo però è dovuto ritornare più volte in loco per raccogliere quante più evidenze scientifiche possibili perché la sua denuncia fosse presa seriamente. Questa specie di discarica fluttuante, chiamata Great Pacific Garbage Patch, ha l’estensione del Canada. È composta di rifiuti plastici, alcuni integri, altri ridotti a “zuppa” per l’azione dei raggi UV e dei processi chimici. Insomma, una distesa infinita di plastica, ormai sbriciolata in molecole sintetiche, intorno a cui nuotano e vivono milioni di pesci e animali marini di ogni genere, il cui nutrimento inevitabilmente si compone anche di quegli elementi tossici. Gli effetti sull’intera catena alimentare, e quindi anche su di noi, sono devastanti. Il racconto di questa incredibile scoperta permette a Moore altresì di descrivere, con mano felice, la vita segreta e le nascoste proprietà della plastica. Dai cartocci del latte alle molecole di polimeri, piccole abbastanza da penetrare la pelle umana o da essere inavvertitamente inalate, la plastica è sospettata di contribuire a una serie di malattie gravi tra cui infertilità, autismo, disfunzione della tiroide e alcune forme di cancro. Un libro che nell’ammonirci a ripensare radicalmente la nostra civiltà della plastica, al contempo ci sprona a una mobilitazione ecologista radicale.


    Devo affrontare la lettura per ragioni accademiche e già so che ne uscirò depressa e devastata... :ups:
     
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    Lettura consigliatissima. Ovviamente si consiglia di preparare lo stomaco, perché per quanto si sappia, la cruda verità è che non si sa mai abbastanza di quanta plastica sia in giro, di quanti rifiuti produciamo e di quanto sia davvero insostenibile il modo di vivere che abbiamo adottato da nemmeno un secolo a 'sta parte.
    L'autore e' scientificamente rigoroso pur senza essere uno scienziato (ma nel tempo ha avuto modo di essere affiancato da un team sempre più consistente), non risparmia critiche a un mondo scientifico che deve fare mea culpa per non gridare abbastanza e, talvolta, pure per essere connivente con i disastri ambientali ormai all'ordine del giorno. In Italia lo scienziato medio (faccio nomi? Ok, Bressanini) si tiene ben lontano dalla parola "attivista", guardata con disgusto, indice di parzialità, come se non fosse lecito prendere una posizione anche e soprattutto nella situazione di devastazione ambientale che l'uomo ha creato attorno a sé. Non è lecito essere "neutrali", anche perché non è possibile. Il dato è neutrale, ma non lo è il feticismo del fatto, che necessita di interpretazione, interventi, divulgazione e quindi una presa di posizione, per forza. Moore lo sa, e intima allo scienziato: è tuo preciso dovere essere attivista. Con la forza del dato. Ragione e sentimento non sono in opposizione, politica, economia e scienza sono fortemente intrecciati e lo scienziato può (deve) mettere in discussione anche gli aspetti che con la scienza si intersecano indissolubilmente. E questa è una tesi che mi ha fatto molto piacere trovare nel libro. Che è lodevole veramente in tutto. Ottima lettura.
     
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1 replies since 17/1/2017, 02:27   38 views
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