Tu non sei Dio

~ Andrea Colamedici, Maura Gancitano

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  1. N. Zyme
     
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    Titolo: Tu non sei Dio - Fenomenologia della spiritualità contemporanea
    Autori: Andrea Colamedici, Maura Gancitano
    Anno: 2016
    Editore: Tlon
    Pagine: 270
    Descrizione: Fioccano i reparti bio e gli angoli di letteratura spirituale nei supermercati, i fast food vegani, i cartoni animati educativi, le tecniche di meditazione per il successo e molti altri ossimori che caratterizzano così bene la nostra dilaniante psicosi di massa. Tu non Sei Dio è un’analisi lucida e spietata del consumismo spirituale: mostra i danni della più grande epidemia di egocentrismo della storia (la "spiritualità contemporanea") e la distanza oramai incolmabile con i grandi insegnamenti esoterici e filosofici. In sostanza, la spiritualità contemporanea sviluppa nell'individuo il bisogno costante di accedere (quasi sempre a pagamento) a esperienze di picco, senza le quali l'esistenza perde di senso. Il resto della vita è appagante fin quando regge l'effetto della sostanza spirituale, ma appena svanisce tutto diventa insostenibile, e bisogna vivere (leggi: acquistare) una nuova esperienza. È un godimento usa e getta: la spiritualità contemporanea è una vera e propria sostanza stupefacente, poiché altera l'attività mentale inducendo diversi gradi di dipendenza, tolleranza e assuefazione.


    Io con la filosofia e la spiritualità pensavo di non entrarci niente (e in realtà è vero proprio il contrario, almeno stando a questo libro) per lo più perché ero abituata a identificare entrambi, ma soprattutto la seconda, o con i dogmi e i riti codificati delle grandi religioni, ormai ai miei occhi praticamente svuotati di significato, oppure con una ricerca interiore che poi sfocia -almeno nell'occidente contemporaneo- nello scimmiottamento delle filosofie orientali, buddhismo in primis, fagocitate dal consumo e dalla realizzazione di se stessi. Realizzazione che, almeno a leggere i grandi guru del "pensiero positivo", della PNL e compagnia bella, coincide sempre con il successo. Professionale, familiare... a me viene sempre in mente l'immaginario della pubblicità dei dentisti, col manager bianco e biondo che bacia moglie & figlio prima di andare a lavoro con il suo sorriso smagliante grazie ai trattamenti dell'istituto Blankodent, felice di sé, assolutamente realizzato, un self-made man che regala ai dipendenti i buoni per lo yoga che fa bene allo spirito. In un trionfo di appropriazione culturale (altrui) e invadenti mani bramose di soldi che ti inducono a comprare la felicità (come han sempre fatto, in veste di oggetti), ma questa volta persino in una veste non materiale, come se avesse intercettato quanto, in effetti, l'oggetto materiale non riesca a colmare certi vuoti.
    Ovviamente mi sbagliavo nel vedere spiritualità in tutto questo. Non mi sbagliavo però nel sentirne la puzza da almeno 20 chilometri lontano. Il libro fa emergere esattamente le criticità di cui sentivo la puzza (e che pensavo e ogni tanto provavo a spiegare al mio prossimo, ma gli autori del libro sono molto più bravi di me a esprimerli).
    Chi mi conosce (mi dispiace per lui/lei!) probabilmente ha avuto a che fare anche con la mia irritante indole depressoide-pessimistoide che veramente s'è sempre scagliata con veemenza contro quei comandamenti svilenti, piatti e "mercificati" del "se puoi sognarlo puoi farlo"; "usa il potere della mente!"; "sii positivo" (quando magari lì fuori va tutto a rotoli, io voglio sapere cosa avrei da ridere dico io); "TU SEI DIO e puoi plasmare il tuo mondo, che è espressione e specchio di ciò che tu sei". Questa retorica m'è sempre apparsa una grossa fregatura almeno da certi punti di vista. Il perché e il come sono il tema principale del libro, e possono essere riassunti in questi punti:
    CITAZIONE
    1. la spiritualità contemporanea non è spiritualità tradizionale, ma è la semplificazione e banalizzazione dei suoi contenuti, riti e testi, per diffonderli alle masse e che questo rappresenta un enorme impoverimento degli stessi (nel testo viene definito “degrado culturale”)
    2. la spiritualità contemporanea è essoterica (cioè che può essere diffusa al pubblico, divuglativa) mentre la spiritualità tradizionale è esoterica (creata per essere trasmessa a pochi eletti/allievi, segreta), quindi non può condurre molto lontano
    3. i concetti e le dinamiche della spiritualità contemporanea non sono venute fuori dal nulla negli ultimi anni come molti credono, ma sono il frutto di correnti di pensiero, bisogni, testi e riflessioni che esistono da secoli nella storia dell’umanità
    4. il mondo della spiritualità contemporanea, promettendo un beneficio facile da guadagnare con poco sforzo (spesso solo pagando: corso, libro, attestato), è a tutti gli effetti basato su un mercato, la mercificazione di bisogni fondamentali dell’essere umano contemporaneo: raggiungere la felicità o almeno la serenità, ricevere conforto o quantomeno consolazione, entrare in contatto con qualcosa di affascinante e “alto”, sentire dentro di sé di avere senso (avere valore, avere uno scopo, essere speciali, ecc.), curare i propri mali. Tutto questo non è spiritualità tradizionale, perché la spiritualità tradizionale non è e non promette di raggiungere un fine identico per tutti (men che meno piacevole, rilassante, sereno) con uno stesso identico percorso
    5. la spiritualità contemporanea è una propedeutica, un piccolo passo per prepararsi ad intraprendere un viaggio molto più vasto e 6. nella spiritualità contemporanea l’uso della mente, dell’intelletto è spesso evitato e considerato negativamente
    7. in tutto questo non c’è nulla di male (ad eccezione forse proprio del 6° punto): basta osservare le cose per quello che sono e dare loro il giusto nome, inserirle nella giusta prospettiva

    (tratto da http://ilflussomagico.it/tu-non-sei-dio-recensione/ )

    Loro sono sempre molto pacati e le loro critiche mai avvelenate; le mie un po' di più, è vero: è un fenomeno che non sopporto e credo che amplifichi la tristezza cercando di far finta che non esista, quando esperire la sofferenza è qualcosa che "ce tocca" e mi pare più saggio accettarla, abbracciarla, piuttosto che negarla autocelebrandosi con dei poteri che non abbiamo (e poi ricordiamoci quella vecchia storia dei grandi poteri e le grandi responsabilità... essere dio a me spaventerebbe a morte). Comunque il libro è molto costruttivo e ha tanto di quel materiale da approfondire e su cui discutere che per me, che di storia della filosofia ne so circa quanto il mio gatto, è anche stordente - a parte Foucault, che adoro visceralmente - . Per questo mi risulta impossibile eventualmente dissentire con alcuni argomenti che presentano, perché fondamentalmente non capisco più di un tot. Tuttavia proprio per questo si tratta di un ottimo trampolino di lancio con tanti, ma davvero tanti spunti costruttivi.
     
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