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Titolo: Rosemary's Baby
Autore: Ira Levin
1ª ed. originale 1967
Pagine: 253
Descrizione:
Guy e Rosemary Woodhouse sono una giovane coppia di sposi. Lui è un attore, in attesa della sua grande occasione; lei sogna una normalità borghese fatta di sicurezza economica, una bella casa, tanti figli. Dopo lunghe ricerche hanno trovato un appartamento nel Bramford - uno storico palazzo nel cuore di Manhattan, circondato da un alone di prestigio sociale ma anche da sinistre leggende - e di lì a poco la loro vita sembra arrivare a una svolta: Guy ottiene una parte in un'importante commedia e Rosemary resta finalmente incinta del primo figlio. Ma non tutto è destinato ad andare per il verso giusto. La gravidanza di Rosemary viene turbata da premonizioni e incubi notturni, da inspiegabili dolori addominali e strani incontri, e soprattutto dall'invadenza di due vicini, troppo premurosi per non risultare sospetti... Pubblicato per la prima volta nel 1967 e portato sul grande schermo da Roman Polanski, con Mia Farrow nel ruolo della protagonista, "Rosemary's Baby" è una delle grandi storie di mistero della nostra epoca, ma anche una godibilissima commedia che, dopo aver fatto entrare il Male nelle nostre case, ci aiuta a esorcizzarlo con la grazia di un semplice sorriso.
Libro meraviglisamente angosciante.
Gli echi del film, visto quasi 10 anni fa, mi hanno accompagnato per tutta la lettura: invece di "alleviare" l'angoscia l'hanno aumentata.
Probabilmente oggi ha un impatto leggermente diverso rispetto a quello che ha avuto nel '67 e la mia lettura è frutto dei tempi correnti: io ci ho letto una storia molto più tragica di un semplice "horror", con risvolti quantomai attuali e inquietanti. Questo romanzo infatti narra una storia di violenza domestica, violenza psicologica da parte del marito e dei due vecchi (che diventano complici di lui e non viceversa) che rende straziante la vita di Rosemary. L'horror non è nella setta satanica, nelle radici di tannis, nei riti voodoo. L'horror è nel cappio psicologico che viene intessuto intorno al collo della donna, resa insicura, reclusa, isolata dagli amici, per poterla meglio controllare e sottomettere...
Bellissimo e terrificante, una lettura obbligata.. -
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È ora di rileggerlo (e rivederlo). . -
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Mi sono messa a reggerlo ieri notte e sono oltre la metà.
La traduzione fa un po' vecchio e alcuni riferimenti sono altrettanto datati, ma fa parte del fascino.
Dovrei leggerne almeno una parte in inglese, per vedere se anche Levin parla a la sixty oppure se il gergo è più neutrale.
Resta il fatto che, anche quando le descrizioni non corrispondono, mi vedo i volti del film di Polanski.. -
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vai, lo leggo pure io.
Dopo l'orrifico Dan Brown mi ci vuole.... -
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La prima cosa che ricordo è il film, visto eoni fa e creatore l'imprintig relativo a personaggi e ambientazioni.
Il libro so di averlo letto almeno un'altra volta, ma in un periodo lontano, quando lo stile sessantottino (data della prima edizione italiana) non mi poteva colpire particolarmente.
Con questa rilettura, con la stessa traduzione di allora (dal 1968 ad oggi si ristampa sempre la teaduzione di Attilio Veraldi), la necessità di leggerlo nuovamente anche in inglese su fa preponderante.
I gergalismi sono datati, così come le citazioni ad attori, film e produzioni teatrali che fissano la storia in un punto temporale ben preciso e dal quale non si scappa.
Il film è la trasposizione fedele del romanzo, battute e abiti compresi, e il crescendo di tensione si avverte ancora oggi, anche se si resta abbagliati dagli accostamenti cromatici dei vestiti e perplessi davanti ad alcune scelte di traduzioni (vorrei sapere stregati, riferito alla congrega di adoratori demoniaci, come era in originale).
La storia è quasi banale, rispetto ad altri romanzi o film simili, ma questo è il punto di forza del tutto.
Il progressivo plagio subito da Rosemary e perpetrato dal marito e dal gruppo di stregati inquieta forse di più del concepimento del figlioletto demoniaco.
Prossima rilettura in inglese, ma prima si va di dvd con la versione originale del film.
4 / 5. -
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Non è facile leggerlo senza pensare alla trasposizione cinematografica di Roman Polansky ed è inevitabile associare la faccia di Rosemary a quella di Mia Farrow. Ciò nonostante si è rilevata una lettura scorrevole e appassionante con indizi disseminati lungo le pagine anche se conoscendo il film erano abbastanza evidenti come lampadine.
Bella lettura.
Ho notato che è stata fatta una miniserie in due puntate nel 2014. Vale la pena darci un'occhiata.
4/5. -
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Ho notato che è stata fatta una miniserie in due puntate nel 2014. Vale la pena darci un'occhiata.
No!. -
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buono a sapersi. -
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Sono a Parigi e non a New York e la sola cosa decente che ricordo è Jason Isaacs come cattivone. .