The Dogs

~ Robert Calder

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    Titolo:The Dogs
    Autore:Robert Calder
    Anno:1976
    Editore:Delacorte Press/Quicksilver Books (1976)
    Pagine:228

    Il genere horror e nello specifico "animal killer" non è il mio top, ma volevo provarlo, perchè mi avevano detto che questo libro includeva il punto di vista animale.

    Pregi:
    Il cane
    La parte decisamente più interessante del libro è quella che coinvolge i capitoli su di Orph: il pastore tedesco proveniente da un allevamento militare specializzato, nel quale Orph e nato, e dal quale poi è portato via a seguito di un atto volontario. Nel libro è palese come l'autore abbia ben descritto un buon contrasto di mondi differenti: lo shock, il panico, l'incomprensione e la furia dell'uomo nel distruggere Orph e gli altri cani che... cercano realisticamente di sopravvivere, e che per una serie di incidenti ed incomprensioni finsicono con il provocare una serie di agressioni violente (e in alcuni casi mortali) su alcune persone. Ciononostante, i brani in cui si dettaglia la logica dei cani (che devono proteggere la preda, o salvare un membro ferito, o liberare un cucciolo)... è quella che scorre più facilmente.
    Per gran parte del libro comunque c'è quella sensazione di "si sa già come va a finire" (ovvero tragicamente), non ho potuto che rimanere sorpreso dal fatto che comunque c'è uno spiraglio positivo, in particolar modo le ultime pagine finali sono davvero belle dando la sensazione di speranza che proprio serviva
    (protagonista umano che accetta quanto accaduto, cuccioli sopravvissuti nella natura selvaggia ecc... oltretutto la casualità: uno dei due cuccioli che si salva è logicamente un incrocio mezzo pastore tedesco che si chiama Loki... esattamente come il mio cane che ha lo stesso nome ed è pure lui mezzo pastore)


    Difetti:
    L'uomo
    I bei capitoli che seguono Orph sono purtroppo bilanciati dai più numerosi capitoli sul protagonista umano che... lascia decisamente a desiderare.
    Sopratutto per la brutta tendenza dell'autore a voler inserire un elemento di "pontificazione filosofeggiante" del protagonista che per VARIE cose che gli succedono deve sprecare sbrodolate di monologo senza peraltro venire a capo nè della crisi generata dal cane che è fuggito, nè dalle sue altre crisi personali (moglie divorziata, figli, giovane studentessa-amante, lavoro). Si riscatta leggermente sul finale, più che altro per le sue ultimissime azioni verso la fine.
    Ciononostante la presenza di questo protagonista sbilancia il libro e lo rende onestamente pesante. In aggiunta a questo c'è il fatto che l'autore inserisce anche ALTRI punti di vista di personaggi umani, generalmente brevi... ma assolutamente "filler" e per la stragrande maggioranza dei casi INUTILI.


    "Gore"
    Gore vuol dire violenza in inglese... ma una violenza quasi "oscena", grafica, con descrizione dettagliata di corpi smembrati e feriti.
    Ecco... c'era bisogno di inserire abbondantemente questo elemento? Secondo me NO.
    Mi pare proprio che l'autore si sia sentito d'obbligo di mettere questa cosa pensando "Sto scrivendo un horror con animali assassini... QUINDI devo mostrare che ogni tanto gli animali assassini fanno a pezzi la gente". Onestamente non ce n'era affatto bisogno, ed anzi...avrebbe potuto benissimo puntare meno sul "gore" e più sulla paura data dall'elemento predatorio-cacciatore e avrebbe ottenuto un risultato di gran lunga più efficace.
     
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