Le sirene di Titano

~ Kurt Vonnegut

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    Titolo: Le sirene di Titano
    Autore: Kurt Vonnegut
    Anno: 1959
    Editore: Feltrinelli (ita, 2006)
    Pagine: 251
    Descrizione: Lasciata la Terra, diretta verso mondi remoti, la nave spaziale privata di Winston Niles Rumford, playboy impenitente e schifosamente ricco, s'imbatte nel cuore di un infundibulo cronosinclastico non registrato dalle carte, a due giorni di viaggio da Marte. Cos'è un infundibulo cronosinclastico? È un luogo dello spazio dove le diverse facce della verità si incontrano e convivono, dove le nozioni di tempo e spazio non hanno più senso e dove Winston verrà a conoscenza del senso della vita sulla Terra.


    -----------

    Prima cosa: la descrizione qui sopra (presa da un importante sito) chiama il personaggio Rumford, quando in realtà è Rumfoord, e lo descrive come playboy impertinente e schifosamente ricco, quando il playboy impertinente e miliardario è un altro personaggio (Constant, Unk, il Vagabondo dello spazio).

    Come dire... RIPIGLIATEVI!

    (A margine, anche su altri siti italiani leggo Rumford, mentre in quelli stranieri leggo Rumfoord, quindi boh...)

    Passiamo al libro: Confermo quanto da me scritto nel diario

    CITAZIONE
    Vonnegut ha una fantasia illimitata... magari qualche punto è un po' noioso e qualche particolare si regge a fatica, ma è tutto bilanciato da un'immaginazione folgorante.

    Ci sono dei passaggi estremamente noiosi o forzati, ma l'autore in questo libro mette insieme delle idee geniali (su tutte gli abitanti delle caverne di Mercurio, fantastici, ne vorrei qualcuno da tenere in casa...).

    Il suo intento allegorico è evidente, non c'è neanche da stare qui a scrivere più di tanto...
    Ma, lo ripeto, più che la satira sociale, più che la trama vera e propria, ciò che mi ha colpito davvero è la fantasia dell'autore, la sua capacità di costruire un mondo vero e completo, anche se intuibile da pochi, azzeccati, dettagli.

    Chissà se nelle opere successive è riuscito a unire a questa capacità anche quella di costruire una storia avvincente dall'inizio alla fine, credo che lo scoprirò presto.
    D'altra parte adesso voglio saperne di più sugli abitanti del pianeta Tralfamadore, ricorrenti, a quanto ho capito, in molte delle sue opere successive...

    Voto: 3,5/5

    Edited by Don'tPanic - 1/2/2016, 19:49
     
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    Lascio che le cose mi portino altrove

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    Quando la fantasia non è tutto.
    Questo più che un libro mi è sembrato un insieme di... di qualcosa, che magari in forma diversa avrebbe potuto essere decisamente interessante. Invece, per la seconda volta con Vonneguth, trovo una grandissima quantità di chiacchiere che annacquano anche l'intuizione più geniale.
    Le connessioni sono superficiali, banali, tanto che alla fine del libro l'unica cosa che mi è venuta da chiedermi è stato: ma perché? ma che utilità ha questo, quello, quell'altro?
    Es:
    L'elemento della religione che si prestava benissimo ad essere approfondito ed era forse il punto forte del libro passa quasi in secondo piano appresso alle rocambolesche trovate interplanetarie.

    Infine, di trama non parlerei proprio: è una serie di eventi messi in successione, legati da uno scopo / fine del tutto risibile che non giustifica i meccanismi messi in moto e che alla fine porta il lettore a pensare "ma davvero c'era bisogno di tutto 'sto casino per fare 'sta cosa?"
    Esempio: che motivo c'era di scomodare nientepopodimenoche Mercurio?


    Però sono d'accordo sulla fantasia, sulle idee: disperse e male utilizzate, però sono idee. Almeno questo sono disposta a concederlo :D :D
     
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    Concordo con Ln. Mi so o ricordato perché ho smesso di leggere Vonnegut, idee sicuramente originali, grande fantasia, ma nel complesso più noia che altro e la costante impressione di leggere roba messa lì un po' a caso senza alcun reale motivo.
     
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    Insomma solo a me non è dispiaciuto :)
     
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    Per me ha recuperato parecchio verso la fine. Idee interessanti, ma lo sviluppo narrativo di Vonnegut proprio non è cosa per me.
     
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    Nella mia edizione per fortuna è Rumfoord :D
    Anche a me non è dispiaciuto (soprattutto il finale e Salo), anzi alcune idee mi son sembrate originali e decisamente godibili, così come l'ironia che pervade la narrazione. Concordo con la dispersività, peccato perché avrei gradito qualche aspetto più approfondito (e magari meno altri).
     
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