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N. Zyme.
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Titolo: Capitan Blood
Autore: Rafael Sabatini
Anno: 1922
Editore: Donzelli (2009)
Pagine: 312
Descrizione: La sola cosa che Peter Blood desiderasse era vivere in santa pace, esercitando il suo mestiere di medico e fumando a tempo perso la sua pipa. E invece la violenta ribellione contro il re Giacomo II che sul finire del Seicento sconvolge Bridgewater, il paese dell'Inghilterra meridionale in cui Peter si è trasferito dalla natia Irlanda, procura improvvisamente al nostro protagonista la patente di sovversivo e l'accusa infamante di omicida. Sorpreso a curare un ribelle ferito, e ingiustamente processato per aver ordito la congiura, Blood viene ridotto alla condizione di schiavo e spedito nei Caraibi. Alle Barbados sarà comprato dal colonnello Bishop, un ricchissimo proprietario terriero deciso a sfruttare le doti del medico-schiavo, ricambiandone con reiterate violenze e continui soprusi la generosità. Tanto più che Blood avrà il torto di innamorarsi di Arabella, la (bellissima) nipote di Bishop. Finalmente Blood fuggirà - riuscendo a mostrare la sua nobiltà d'animo anche nella fuga - e comincerà così la sua vita di pirata, tra tesori nascosti, arrembaggi, intrighi politici e duelli all'arma bianca. Sempre a fianco del suo inseparabile amico-bucaniere Levasseur, sempre a rischio di cadere nelle grinfie del vendicativo colonnello Bishop, sempre alla ricerca della sua amata Arabella. E nel frattempo, la sua reputazione di pirata salirà, naturalmente, alle stelle.
Romanzi d'appendice! Cappa e spada!
Io ho una bellissima edizione Gribaudo (di svariati anni fa...) con copertina disegnata da Crepax. In realtà è solo un volume di una piccola raccolta di 4 (Wikipedia dice: Tales of the Brethren of the Main (a series of short stories first published in Premier Magazine from 1920–1921)
Captain Blood (also known as Captain Blood: His Odyssey, 1922)
Captain Blood Returns (also known as The Chronicles of Captain Blood, 1931)[b][c]
The Fortunes of Captain Blood (1936))
e questo dovrebbe essere il secondo - sperando di aver capito bene. Purtroppo in Italia gli altri non sono stati tradotti
Spero sia altezza delle mie aspettative. -
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Per me Capitan Blood resta lui...
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N. Zyme.
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Mi sto un po' annoiando... lui è troppo figo e brilluccicante pure per un romanzo d'appendice! (ma mi sa che sono io a non essere abbastanza appendiciosa)
A me piacciono i pirati zozzi... magari tormentati, ma zozzi. Ma son pur sempre pirati... si leggono.. -
N. Zyme.
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Che delusione... mi sta annoiando a morte.
Mi devo costringere a leggere 10 pagine al giorno per farla finita.
Lui è bello, buono e bravo. I nemici sono brutti, sporchi e cattivi (ma decisamente più interessanti di lui, se non venissero liquidati male). Lui vince sempre perché niente. È lui e guarda caso qualche circostanza lo aiuta sempre.
La scrittura è noiosa e piatta. L'amorazzo è ai livelli di Orgoglio e Pregiudizio (cioè bassi, MOLTO bassi).
È uno strazio...
Ma è così pure il film?. -
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Quello con Errol Flynn è del 1935... forse più avventuroso, ma buoni luccicoso con cappello bianco e cattivi brutti, sporchi e con cappello nero. . -
N. Zyme.
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Quello con Errol Flynn è del 1935... forse più avventuroso, ma buoni luccicoso con cappello bianco e cattivi brutti, sporchi e con cappello nero.
La ribalta degli antieroi ci ha rovinate...
Finalmente, comunque, l'ho finito. I pirati me la fanno sempre prendere a bene (di solito...), quindi non è che la lettura sia stato uno strazio costante. Però all'inizio le peripezie del capitano in divenire faticano un po' a ingranare. I nemici che incontra sono un po' tutti uguali... molto immorali, molto cattivi ma soprattutto molto stupidi, per cui non fanno nulla per rendere particolarmente difficoltosa la loro sconfitta. Levandosi di mezzo molto presto, ne risulta una narrazione piuttosto frammentaria, cosa che quasi sicuramente è legata all'uscita delle varie tales sui giornali che le ospitavano.
Un'impennata nella complessità del racconto e, principalmente, dei personaggi e dei rapporti che tra loro intercorrono, si ha finalmente poco prima delle 200 pagine. Nella vicenda della lettera di corsa e la comparsa del personaggio di Lord Julian, un "buono" che però già lascia intuire un suo sviluppo come rivale amoroso del protagonista, o chissà, forse no... Proprio questo suo collocarsi in una zona grigia dà un po' di pepe a tutto ciò che ruota attorno alle circostanze dei due, e alla signorina Arabella. L'indecisione di Blood sul suo destino da corsaro si tratteggia un po' più finemente grazie ai rapporti di Julian e Blood con antagonisti e alle vicende politiche di sfondo, e il ritmo diventa un po' più serrato.
Il sollazzo però dura troppo poco... Anche Julian alla fine si appiattisce nel ruolo dell'infame per poi in realtà eclissarsi senza troppi convenevoli (praticamente sparisce). Tutti tornano tagliati con l'accetta e Blood riesce nell'impresa (senza senso) di tornare dalla parte dei "buoni", che, nonostante il supporto della ciurma bucaniera, non comprendono lontanamente alcun tipo di essere pirateggiante, nemmeno un pappagallo. Nonostante, anche, l'esperienza gli abbia dimostrato che chi occupi posizioni istituzionali buono spesso non lo è per niente. Ha il chiodo fisso, decoro e legalità... mii, che noioso. Per stare appresso a una che se la tira come poche... A Blood, ma torna a fa il pirata!
Nel complesso chiaramente da un romanzo d'appendice e d'avventura non ci dovrebbe aspettare grandi cose (aspetta... a meno che non ti chiami Salgari). Però qualcosa di davvero interessante me l'ha lasciato: nella loro piattezza, ho visto in alcuni cattivi qualcosa di più. Miguel de Espinosa che impazzisce e diventa una specie di pirata spagnolo (non ne parla mai nessuno dei pirati spagnoli) dietro il suo nemico; Lord Julian, sempre ambiguo, sul filo della manipolazione... c'è in loro una certa potenzialità, una materia che si può amalgamare per farne uscire qualcosa di un po' più complesso..