Filastrocche in cielo e in terra

~ Gianni Rodari

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    Titolo: Filastrocche in cielo e in terra
    Autore:Gianni Rodari
    Anno: 1960
    Editore: Einaudi
    Pagine: 154
    Descrizione:
    "Uno zoo variopinto e in continuo movimento, ascensori che si trasformano in astronavi, ragionieri a dondolo e dinastie di poltroni; accenti che scompaiono, parentesi lasciate aperte, punti e virgole irrequieti, rime sbarazzine e rompicollo: ogni libro di Rodari è un appuntamento con una fantasia allegra e scatenata, che non rinuncia a rappresentare e a giudicare il mondo." (Quarta di copertina dell'edizione originale pubblicata da Giulio Einaudi nel 1960) Età di lettura: da 6 anni.

    Io ho adorato questo libro :D
    Per me è stato un ricordo d'infanzia, dato che avevo la maestra fissata che alle elementari me ne ha fatte imparare almeno una decina. E' stato bellissimo rileggerle dopo 20 e passa anni e ricordarle!
    Ovviamente essendo filastrocche per bambini qualcuna è un po' pallosa, ma altre sono davvero geniali... e nazigrammar :D
    Molto apprezzate (e minimali) sono anche le illustrazioni dell'edizione che ho comprato, di Bruno Munari.

    Le mie filastrocche preferite in assoluto rimangono queste:


    Como nel comò
    Una volta un accento
    per distrazione cascò
    sulla città di Como
    mutandola in comò.
    Figuratevi i cittadini
    comaschi, poveretti:
    detto e fatto si trovarono
    rinchiusi nei cassetti.
    Per fortuna uno scolaro
    rilesse il componimento
    e liberò i prigionieri
    cancellando l’accento.
    Ora ai giardini pubblici
    han dedicato un busto
    “A colui che sa mettere
    gli accenti al posto giusto”.


    Il gatto Inverno
    Ai vetri della scuola stamattina
    l'inverno strofina
    la sua schiena nuvolosa
    come un vecchio gatto grigio:
    con la nebbia fa i giochi di prestigio,
    le case fa sparire
    e ricomparire;
    con le zampe imbianca il suolo
    e per coda ha un ghiacciolo
    Sì, signora maestra,
    mi sono un po' distratto
    ma per forza, con quel gatto,
    con l'inverno alla finestra
    che mi ruba i pensieri
    e se li porta in slitta
    per allegri sentieri.
    Invano io li richiamo:
    si saranno impigliati in qualche ramo
    spoglio ;
    e per dolce imbroglio chiotti, chiotti,
    fingon d'esser merli e passerotti.
     
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