The Casebook of Victor Frankenstein

~ Peter Ackroyd

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    Titolo originale: The Casebook of Victor Frankenstein
    Autore: Peter Ackroyd
    Paese: U.K.
    Genere: Horror
    Editore: Nan A. Talese
    Prima Edizione: 2008
    Scheda Amazon.it
    Trama:
    Quando Victor Frankenstein, un serio ricercatore, e Percy Bysshe Shelley, un poeta, entrambi studenti nella Oxford del XIX secolo, si incontrano, il risultato è un tour de force che poteva essere scritto solo da un noto e prolifico autore come Ackroyd.
    Questo libri, carico di atmosfere inquietanti, si apre con una discussione. Quella di Shelley intento ad affrontare le convinzioni religiose di Frankenstein, nel tentativo di fargli accettare la sua visione ateistica della vita e della creazione.
    I concetti trattati diventano ben presto una fissazione per il giovane ricercatore, così come il suo studio sul fluido elettrico che pervade i corpi di tutti gli esseri viventi e che permetterebbe la rianimazione dei cadaveri.

    Pieno di personaggi e stuazioni realmente esistiti, come Bysshe Shelley, Godwin, Lord Byron e Mary Shelley stessa. Il romanzo è scritto con una prosa classica del periodo e di certo diventerà un classico del XXI secolo.

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    Due stelle e mezzo, in realtà, ma non tanto da arrivare alla terza.
    La storia di Frankenstein e della sua Creatura la conosciamo più o meno tutti... che sia la versione originale scritta da Mary Shelley o una delle trasposizioni cinematografiche, più o meno attinenti, sappiamo tutti di cosa parla.
    I più continuano a chiamare Frankenstein la Creatura, ma sappiamo che il mostro ha le sue origini in un tetro, più o meno, castello svizzero.
    In questo libro Victor diventa un personaggio reale, amico di studi di Shelley e conoscente delle sue mogli e dei vari Byron e Polidori.
    Pur con qualche licenza, per far scorrere la storia, e con una buona ricostruzione della Londra che li ha visti protagonisti, la storia non convince più di tanto.
    I personaggi storici sembrano parodie di loro stessi, il più vicino possibile alla loro raffigurazione storica più diffusa, ma bidimensionali e, soprattutto nel caso di Mary Shelley, deludenti.
    Victor e la Creatura sono un filo sopra le righe, anche loro una pallida copia dei loro originali.
    Il finale, a ben guardare, è intuibile fin dalla entrata in scena della Creatura e, a sua volta, toglie tragicità alla storia.
    Una lettura senza pretese e, se proprio dovete, passate direttamente alla versione originale scritta dalla Shelley.

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