The Sacred Baboon ~ Yezda Urfa

Musica Altrove ottobre 2014

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  1. TheGrandWazoo
     
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    Sacred Baboon e' il secondo prodotto degli Yezda Urfa, un gruppo americano ( area di Chicago-Illinois se ho ben compreso ) di pazzo rock progressive
    degli anni 70.

    Nonostante il disco sia stato registrato nel 1976, esso vedra' la luce ufficialmente soltanto nel 1989
    probabilmente a causa del basso budget di produzione e del malumore generatosi tra i membri della band.

    C'e' da dire che dopo questo secondo album il gruppo si sciolse e non fece nient'altro


    che dire d'altro ?
    Cosi' e' se vi piace.
     
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    Ho iniziato ad ascoltare qualcosa ma proprio non fa per me. Ci riproverò, ma non garantisco di arrivare fino alla fine.
     
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    Ok. Mi sono sforzato e ce l'ho fatta, ho appena concluso l'ascolto. In realtà sembrava peggio inizialmente. Il fatto è che a me non piace il progressive in generale e non apprezzo la musica fatta più da virtuosismi che altro. Ho fatto lo stesso discorso per Mr Bungle infatti. Potranno essere i musicisti migliori del mondo, ma se il prodotto non mi dice nulla non riesco a farmeli piacere. In questo Sacred Baboon ho trovato alcuni passaggi interessanti, ma noto che ogni volta variano per cambiare "genere" rielaborando in continuazione tutto. Quindi alla fine non sono riuscito a farmi piacere nessun pezzo, forse quello più interessante è proprio l'ultimo, 3, Almost 4, 6, Yea. Per il resto, saranno interessanti, ma non credo li riascolterò mai.
     
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  4. TheGrandWazoo
     
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    complimenti per la tenacia e partecipazione
     
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    detto anche l'impanicato

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    Non sono mai stato un grosso amante del progressive, e comunque non con questo tipo di sonorità. Devo dire che comunque l'ascolto non mi è dispiaciuto troppo (mi inserisco nel discorso sull'ipertecnicismo (?) per dire che non sempre deve essere visto come un sinonimo di voglia di dimostrare virtuosismo fine a se stesso: può essere noioso, chiaramente, ma è un livello espressivo da interpretare, non soltanto forma).

    Tornando al disco: impossibile per me digerire la voce, sui flauti non mi esprimo, invece le parti strumentali mi sono sembrate interessanti, soprattutto in Tota in the Moya e in 3, Almost, 4, 6, Yea che è chiaramente la più bella e a mio parere anche il brano meglio costruito.
    Meglio costruito nel senso che è quello con fluidità migliore e che sembra meno degli altri un insieme di riff uniti a posteriori.
    Insomma queste due canzoni le riascolterei molto volentieri.
     
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  6. N. Zyme
     
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    Non lo so; non mi dispiace ma dopo un po' perdo il pheelo e mi stufo, me lo devo riascoltare perché qualcosa mi ha sciacquata, e qualcosa mi ha colpita in positivo.
     
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5 replies since 26/9/2014, 15:16   89 views
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