Infinite Jest

~ David Foster Wallace

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    detto anche l'impanicato

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    978880617872MED
    Titolo: Infinite Jest
    Autore: David Foster Wallace
    Anno: 1996 (2000 Ita)
    Editore: Einaudi (2006 Ita)
    Pagine: 1282
    Descrizione: In un futuro non troppo remoto e che somiglia in modo preoccupante al nostro presente, la merce, l'intrattenimento e la pubblicità hanno ormai occupato anche gli interstizi della vita quotidiana. Le droghe sono diffuse ovunque, come una panacea alla noia e alla disperazione. Finché sul mercato irrompe un film misterioso, Infinite Jest, cosí appassionante e ipnotico da cancellare in un istante ogni desiderio se non quello di guardarne le immagini all'infinito.


    -------------------

    Cominci a seguire la storia per la tridimensionalità delle immagini, per la bellezza sconvolgente del linguaggio. Continui trasportato dalla spettacolarità della struttura dei vari "capitoli" e della sequenza degli eventi all'interno di uno stesso capitolo (la cosa che colpisce di più nell'organizzazione delle singole parti - o almeno in quelle che pretendono di essere più significative - è il tempo della narrazione: comincia in maniera pigra, quasi annoiata, meticolosa o puntigliosa, senza un apparente fine tranne quello di raccontarti qualcosa di cui probabilmente potresti fare a meno all'interno della tua ricerca di comprensione della vicenda o della psicologia di un personaggio, e poi comincia a stringere le sue grinfie sull'obiettivo emozionale e martella e spinge e soffoca come una tachicardia narrativa, sequestrando la tua totale attenzione).
    La cosa più importante è che alla fine questo romanzo, nonostante ciò che ho appena scritto sopra, non è un semplice sfoggio estetico, non è una dimostrazione di capacità, non è uno scherzo, non un'illeggibile mattone per addetti ai lavori famelici, per (pseudo-)intellettuali in continua ricerca di novità e stranezza. La storia che D.F.W. narra è straordinariamente avvincente, trascinante, l'immedesimazione con alcuni personaggi (scegliete voi quali) è quasi inevitabile. Il tentativo di raccontare (o esorcizzare) la tristezza, la solitudine e i paradossi dell'epoca in cui viviamo è vivido, azzeccato, mai patetico o melodrammatico.
    Dopo qualche centinaio di pagine ti rendi conto che le note che potevano sembrare una velleità stilistica non sono altro che lo strumento necessario per completare la narrazione.
    La nota dolente è che in alcuni punti si trova ad essere ripetitivo, raccontando una storia già raccontata aggiungendo un piccolo dettaglio, ma sono poche pagine sacrificabili in virtù di un bene superiore: l'Intrattenimento.
    Forse un po' troppo crudele la scelta di spezzare le storie in punti che hanno bisogno di risoluzione celere e che invece restano a sonnecchiare per centinaia di pagine.

    Voto: 4,5/5

    Edited by Don'tPanic - 18/8/2014, 11:14
     
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    Mi hai fatto venire voglia di leggere anche io qualcosa di DFW.... che poi ho La scopa del sistema in stand by da un paio di annetti...... Mi sa che è giunto il suo momento.
     
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    Me lo sono preso in versione ebook, ma è fermo nella mia libreria da qualche mese. Adesso vorrei iniziarlo, ma - non so perché - mi "spaventa" un pò; vuoi per la mole (anche se adoro i romanzi lunghi), vuoi perché non ho ancora capito (nonostante le recensioni, opinioni, consigli che ho letto nel corso di questi mesi) di che diavolo parla, vuoi perché di Wallace non so praticamente nulla (tranne che è morto ^^); insomma per tutti questi motivi ancora non mi convinco. Che consigliate? (siete l'ultima spiaggia).

    PS: so che una delle peculiarità del romanzo è la quantità di note presenti, qualcuno l'ha letto in versione ebook così da dirmi se la lettura sia fruibile anche in questa forma?
     
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    Io c'ho provato in ebook ma mi sono trovato molto meglio col cartaceo, ma non sono molto bravo a navigare con il kindle, quindi potrebbe essere un limite mio.

    Non è facile dire di cosa parli questo romanzo, se vogliamo essere sintetici possiamo dire che tratta il tema della dipendenza.

    Per quanto mi riguarda uno dei più bei libri che io abbia mai letto, ma si tratta di un'opinione soggettiva...
     
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    Confusione linguistica

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    C'è chi dice che Infinite Jest, e Wallace in generale, possa essere apprezzato veramente solo se si è americani, che è a quella società e quella cultura che l'autore parla veramente. Io, modestamente, dico che sono fregnacce. Perché sì, è vero che la base da cui parte è quella e che la stragrande maggioranza dei riferimenti viene da lì, ma è anche vero che, nel bene e nel male, la cultura dell'Occidente è in parte cultura statunitense e la sua storia è una storia comune. La vita quotidiana e le prassi poliziesche magari sono diverse, ma le nevrosi, i disagi e le aspettative sono tutte nostre. E Wallace di aspettative, nevrosi e disagi se ne intende.
    Questa premessa per dire che sì, Wallace e Infinite Jest devono essere letti, così come devono essere letti Delitto e Castigo, Moby Dick e Il Conte di Montecristo. Di cosa parla? Di dipendenza, come ha detto Panic, del senso di inadeguatezza che porta a quella dipendenza, dell'importanza di non entrare in modalità automatica (o meglio, dell'importanza di uscirci, da quella modalità) e di un futuro che è così prossimo da diventare quasi passato.
    Sulla logistica in ebook: Infinite Jest non ha solo note ma anche note alle note e se non stai attento ti uccidono il ritmo. È anche vero che di solito quelle principali sono mostri che occupano più pagine, quindi alla fine le leggi come testo normale, mentre di quelle secondarie in certi casi ne puoi fare a meno - non sapere la composizione chimica del dato farmaco non ti rovina la lettura. Mal che vada ne prendi in prestito una copia cartacea in biblioteca.
     
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