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Titolo: Il segno di Dio
Titolo originale: The Sign (2009)
Autore: Raymond Khoury
Traduttore: F. Graziosi
Paese: Libano, U.K., U.S.A.
Genere: thriller, avventura
Editore: Newton Compton (collana Nuova narrativa Newton)
Prima Edizione: 2010
Scheda IBS
Trama:
Una troupe televisiva in Antartide documenta il drammatico scioglimento dei ghiacci. Ma le telecamere registrano un'immagine che non può trovare una giustificazione scientifica, che non ha niente di razionale. Solo la fede, forse, può dare una spiegazione a ciò che i giornalisti, increduli, ammirano con gli occhi spalancati e il cuore pieno di terrore. Un'enorme sfera di luce. Immensa. Accecante. Un segno di Dio. Nel frattempo, su una remota montagna egiziana, avviene un altro evento miracoloso. Un vecchio prete cattolico sente voci che gli ordinano di tenersi pronto per un'imminente, drammatica prova. Il religioso scompare senza lasciare traccia. La fine del mondo sembra vicina. I popoli di tutto il globo cadono nell'isteria. I credenti si preparano all'incontro con il Signore, atei razionalisti si interrogano sul futuro, peccatori e fedeli miscredenti e criminali, tutti si lasciano trascinare dal vortice della follia collettiva. In pochi mantengono salda la fede nella ragione e si lanciano alla ricerca della verità. E scoprono un complotto che ha dell'incredibile. Una cospirazione terribile e molto, molto umana.§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§
Il punto centrale di tutto è il solito complotto.
Te lo dicono pure nella quarta di copertina, così parti preparato... quello che non ti dicono è che il complotto, forse, è la cosa migliore.
I personaggi sono tutti abbastanza stereotipati, a partire dall'eroe involontario fino ad arrivare al politico che agiva per il bene dell'umantà (ma, come sempre, accodandosi ai cattivi opportunisti).
Trama buona per un qualsiasi film da produrre direttamente per il mercato della tv via cavo.
Peccato che lo stile sia acerbo, molto acerbo, tanto che a volte viene voglia di saltare qualche pagina per sveltire un po' le cose. Tanto non si nota la differenza.
Letto fino alla fine perché non mi piace abbandonare i libri brutti (poi mi scordo perché l'ho fatto e rischio di riprenderli in mano).
Dubito darò un'altra occasione al signor Khoury.
1 / 5.