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Il romanzo descrive dall'interno la vita quotidiana della famiglia Levi, dominata dalla figura del padre, Giuseppe Levi. Il libro è la cronaca ironico-affettuosa della famiglia dagli anni '20 ai primi anni '50, attraverso abitudini, comportamenti e soprattutto la comunicazione linguistica, da cui deriva il titolo. Figure ed eventi si avvicendano nella pagina senza ordine gerarchico e si presentano da sé, vivono attraverso i loro gesti e le loro parole. In questo libro si affrontano anche tutti i conflitti e le vicende della famiglia Levi. Importante è anche il personaggio della madre di Natalia, e i suoi fratelli, anche loro in nominati molto, soprattutto durante il fascismo.
Il romanzo ripercorre vicende familiari cronologicamente legate soprattutto all'età fascista e la Seconda guerra mondiale, quando vengono evocati l'uccisione del marito dell'autrice, Leone Ginzburg, per attività politica antifascista, la persecuzione degli ebrei, fino ad arrivare al suicidio di Cesare Pavese e alla caduta delle illusioni della Resistenza.
Nel 1963 il romanzo vince il Premio Strega.
Autore: Natalia Ginzburg Editore: Einaudi Pag.: 198 Prezzo: € 12,00
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L'ho appena terminato e non posso dire che non mi sia piaciuto... è particolare, questo si, non il solito romanzo classico Ci sono tanti tanti nomi e tanti piccoli episodi a cui stare dietro, ma è abbastanza scorrevole. Ho preferito di più la parte finale, dove l'autrice parla più di se stessa, anche se il protagonista incontrastato di tutto il romanzo è senz'altro il padre Beppino Ho sempre sentito nominare questo romanzo fin dai tempi della scuola, quindi... diciamo che mi sono tolta questa curiosità, di sapere di che si trattava ... e mi ha fatto piacere leggere qualcosa di nuovo, che non avrei mai scelto da sola, se non fosse stato x un GdL
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