Il cervello gioca in difesa

~ Gianvito Martino

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    Titolo: Il cervello gioca in difesa
    Autore: Gianvito Martino
    Anno: 2013
    Editore: Mondadori Università
    Pagine: 207
    Descrizione: Noi "esistiamo" solo perché siamo capaci di interagire favorevolmente con l'ambiente che ci circonda, con l'ecosistema. E la pressione ambientale che orchestra la nostra evoluzione di esseri viventi. Ma l'ambiente è per definizione mutevole e, nella sua mutevolezza, è spesso "inquinato" da pericoli, inaspettati e imprevedibili, che mettono a repentaglio il nostro equilibrio, il nostro "io biologico". Proprio per questa vulnerabilità ai cambiamenti ambientali, gli organismi viventi hanno sviluppato in miliardi di anni una sofisticata macchina di difesa, il sistema immunitario, che li rende capaci di affrontare tempestivamente pericoli sia previsti sia imprevisti. Una macchina imponente ed estremamente articolata, che svolge un'azione incessante basata sulla capacità di discriminare tra cosa è necessario e cosa non lo è, tra ciò da cui ci si deve difendere e ciò di cui si ha bisogno. Perché combattiamo un agente patogeno ma non consideriamo un "intruso" il feto che cresce nel ventre materno e che possiede per metà i geni paterni, quindi estranei al corpo della madre? Quali sono gli amici e quali i nemici del nostro organismo? Come può il sistema immunitario "ricordare" un antigene e combatterlo con le strategie già acquisite quando lo incontriamo nuovamente? (Questo, per esempio, è il meccanismo che sta alla base delle vaccinazioni).


    La neuroimmunologia , di cui uno dei suoi protagonisti traccia in questo interessantissimo studio la storia e i problemi, ha dimostrato che la comunicazione bidirezionale fra i sistemi immunitario e nervoso, già sospettabile per la base genetica comune, è la difesa fondamentale dell’integrità corporea, e quindi della conservazione della specie. La comunicazione fra sistema immunitario generale e cervello avviene attraverso il sistema endocrino, il nervo vago, e il sistema simpatico e quello parasimpatico che innervano gli organi del sistema immunitario (midollo osseo, timo, milza, linfonodi, vasi linfatici). Sulla superficie di molte cellule del sistema immunitario si trovano recettori specifici per ormoni, neuro peptidi e neurotrasmettitori. La connessione fra sistema immunitario e cervello è corroborata dalla scoperta che esso sarebbe meno attivo in caso di prevalenza dell’emisfero cerebrale destro ad esempio dopo un trauma o dopo un ictus all’emisfero sinistro. L’efficienza del cervello è salvaguardata da un triplice meccanismo di protezione: il sistema immunitario generale, le cellule staminali nervose e i neuroni. Il sistema immunitario è presente nel cervello sottoforma di speciali linfociti. Le cellule staminali cerebrali sono collocate in una parte dell’ippocampo e nella parete dei ventricoli e per tutta la vita producono nuovi neuroni (neuro genesi). Le cellule staminali nervose sono molto attive subito dopo una lesione del cervello, come un ictus o un trauma, e lo rimangono a lungo. A questa oscura risposta tendenzialmente protettiva del cervello sono dedicate numerose pagine del libro. A che cosa servono i neuroni neoformati? Una delle opinioni correnti è che in neuroni, neoformati per riparare la lesione, non si inserirebbero nelle reti neurali e quindi rimarrebbero inefficaci. Alcuni centri di ricerca cercano di capire e infrangere la barriera che separa i neuroni neoformati dalle reti preesistenti. Una possibilità di cura di lesioni al cervello viene vista nel trapianto di cellule germinali totipotenti e omologhe, prelevate dal midollo osseo per via vascolare o con puntura lombare, oppure con una minuscola apertura del cranio.
    I neuroni non si moltiplicano, e quindi non possono trasferire scorie e immondizie, da loro prodotte, alle cellule figlie. Il processo di pulizia è un’autofagia regolata da geni solo in parte conosciuti. Quando la pulizia diviene insufficiente, le scorie si accumulano dentro e fra i neuroni e si hanno le malattie neurodegenerative, come il morbo di Parkinson e, forse, quello di Alzheimer. In questi casi il sistema immunitario è inefficace. Questo libro di Martino è una guida saggia e rigorosa alle ricerche in uno dei campi più complicati della neurobiologia e della biologia comparata, sollecitate dalla gravità delle malattie che si vorrebbero curare.
     
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