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Titolo:L' infinito viaggiare
Autore: Magris Claudio
Anno: 2008
Editore:Mondadori
Descrizione:
www.ibs.it/code/9788804583585/
"Ci sono luoghi che affascinano perché sembrano radicalmente diversi e altri che incantano perché, già la prima volta, risultano familiari, quasi un luogo natio. Conoscere è spesso, platonicamente, riconoscere, l'emergere di qualcosa magari ignorato sino a quell'attimo ma accolto come proprio. Per vedere un luogo occorre rivederlo. Il noto e il familiare, continuamente riscoperti e arricchiti, sono la premessa dell'incontro, della seduzione e dell'avventura; la ventesima o centesima volta in cui si parla con un amico o si fa all'amore con una persona amata sono infinitamente più intense della prima. Ciò vale pure per i luoghi; il viaggio più affascinante è un ritorno, come l'odissea, e i luoghi del percorso consueto, i microcosmi quotidiani attraversati da tanti anni, sono una sfida ulissiaca. "Perché cavalcate per queste terre?" chiede nella famosa ballata di Rilke l'alfiere al marchese che procede al suo fianco. "Per ritornare" risponde l'altro."
a metà tra il saggio e il giornalistico, tra la narrazione e la descrizione....magris ci regala una serie di storie, non so se sono articoli di giornale o qualcosa di simile.... con un occhio lucido e attento e uno stile molto scorrevole ci permette di immergerci in un'europa che cambia, e ci da un ottimo spunto per cercare di capire i cambiamenti che oggi diamo ormai quasi per scontati.... è stato davvero interessante leggere soprattutto quelli sulla germania prima e subito dopo il crollo del muro.
alcune cose anche se molto datate offrono tante riflessiono davvero attuali..... bel libro.
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Non mi ero accorta che non avevo lasciato nemmeno un commento a questo libro che ho letto lo scorso dicembre!
A me è piaciuto anche se l'ho trovato in alcuni passaggi un po' faticoso, soprattutto gli ultimi capitoli "aggiunti" qualche anno dopo la prima parte. Mi è piaciuto molto il modo in cui Magris descrive il mondo esterno e i suoi eventi collegandoli alle sue percezioni. E' molto poco giornalistico e molto sentito, mi ha davvero colpito molto come lettura
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