Martin Eden

~ Jack London

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    Titolo: Martin Eden
    Autore: Jack London
    Anno: 1909
    Editore: Mondadori
    Pagine: 482
    Descrizione:Scritto tra l'estate del 1907 e il febbraio del 1908 mentre Jack London navigava per i mari tropicali ai bordo dello Snark, "Martin Eden" venne pubblicato nel 1909, prima in rivista e quindi in volume. Grande classico della letteratura americana, è il romanzo di maggior respiro di London e, come gran parte della sua sterminata produzione, muove da uno spunto autobiografico: è a queste pagine, infatti, che lo scrittore ormai maturo affida la confessione sincera e disillusa del suo senso di fallimento. Il protagonista è Martin Eden, in parte alter ego di London e in parte personaggio d'invenzione, un rozzo marinaio che salva la vita del giovane Arthur, rampollo di una ricca famiglia, e viene quindi accolto in casa sua. Qui conosce la sorella di Arthur, Ruth, che diventa per Martin un'ossessione amorosa e un simbolo della società colta ed elegante verso la quale vorrebbe elevarsi. Un destino inaspettato ma fortemente perseguito lo porterà a diventare scrittore e a scoprire, amaramente, che non sempre la meta vale il viaggio.


    -----------

    Martin Eden è un marinaio, un uomo semplice, un lavoratore, dotato di grande energia e di una forza fisica impressionante. Non basta questo a definirlo, c''è qualcosa in lui che potrebbe elevarlo al di sopra della classe cui appartiene e non è la sua intelligenza vivace e brillante, ma la sua forza di volontà pressoché illimitata.
    Colpito dall'amore e dall'adorazione per la classe borghese a cui la sua amata appartiene, Martin spreme la sua tenacia e la sua forza di volontà nel tentativo di elevarsi intellettualmente, di studiare l'intera conoscenza umana, o almeno a questo ambisce, comunque studiare il più possibile, arrivando a privarsi di cibo e di sonno. Parallelamente Martin comincia a sentire bruciare dentro di se l'ardore della creatività, il bisogno di esporre le sue idee, di costruire storie e di elevarsi economicamente all'altezza della sua amata grazie al proprio talento scrittorio.
    Ciò che Martin è però destinato a scoprire è che la classe che lui ha adorato, quella borghese, e la donna che così ardentemente ha amato, Ruth, non sono altro che la facciata di ciò che lui crede siano, sono scatole vuote, per cui la cultura non ha stessa importanza vitale che ha per Martin, ma è semplicemente uno sfoggio superficiale di nozioni confuse.

    Martin è completo in quanto Individuo, ma lo è altrettanto in quanto Simbolo. Come individuo incarna le esperienze del suo autore, la difficoltà incontrate durante il tentativo emergere come scrittore di fama mondiale, o di fama e basta. Ma non è un romanzo autobiografico, le similitudini si fermano qui. Martin è un simbolo, è il simbolo della classe degli schiavi, come lui stesso la chiama e che lui stesso detesta intesa come collettività, pur amandone i singoli individui. E' il simbolo della forza intellettuale che il genere umano ha dentro di sé e non deve far altro che scoprire, è un Individualista vero, che non cerca di spostare gli altri verso il suo pensiero, ma si limita a vivere fino alla fine seguendo le proprie idee nella più completa ottusità dogmatica (o vivacità adogmatica, cambia poco) ed è pura energia vitale attivata nel momento giusto e per i motivi sbagliati.

    Voto: 4/5

    Edited by Don'tPanic - 4/4/2015, 09:58
     
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  2. IceEyesAngel
     
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    L'autore, in questo romanzo tutto sommato autobiografico, richiama le proprie vicende personali ne fa una narrazione bruciante, appassionata, della determinazione di un uomo ad elevarsi al di sopra di se stesso, della tendenza alla vita, della frustrazione, della disillusione.
    London riunisce il suo modo di scrivere schietto e realista, fatta tra l'altro di minuziose e acute descrizioni e brillanti passaggi, a brani dalle scene crude che ricordano "Il richiamo della foresta" (per chi l'ha letto), a brani in cui si respira aria di beat generation.

    Personalmente mi è piaciuto molto, l'ho trovato appassionante e mi ha tirato non pochi "pugni nello stomaco" leggendo.
     
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    In pratica è l'opposto di quello che dice Ice...
    Tocca che lo leggo
    bellissima recensione :D
     
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    Mi hai fatto venire voglia di leggerlo...
     
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    In definitiva mi è piaciuto molto, anche se il secolo di età si sente parecchio, è come se non fosse passato un secolo ma cento... però se non si fa caso a questo resta un bel libro. :)
     
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    Ho finito oggi l'audiolibro (letto da Popolizio) fortunatamente in versione integrale. Devo dire che mi è piaciuto molto e non me l'aspettavo. Nonostante sia chiaramente il ritratto di un'epoca profondamente diversa, rimane appassionante e ritengo che si possano trovare tranquillamente delle analogie col presente. Davvero una bella lettura come non mi capitava da tempo, specie con gli audiolibri. Già che ci sono ne approfitto per segnalare una cosa che mi ha davvero infastidito della trasmissione Rai, nell'introduzione il simpatico Pavolini (che non conosco) riesce a fare un commento di cinque minuti in cui parla solo dell'autore e quando arriva a parlare dell'opera ne rivela solo il finale (tramite una citazione tra l'altro), così, senza motivo e con mio grande disappunto. Quindi consiglio vivamente l'audiolibro della Rai, ma evitate assolutamente l'introduzione, al più ascoltatela alla fine.
     
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    Molti hanno la convinzione che, quando un libro è vecchio, tutti debbano sapere come finisce.
    Ma non è necessariamente vero.
     
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