Le ore

~ Michael Cunningham

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    Titolo: Le ore
    Autore: Michael Cunningham
    Anno: 1998
    Editore: Bompiani
    Pagine: 169
    Descrizione:
    Solo la letteratura può restituire un senso alle nostre vite confuse e sghembe. Anzi, la letteratura è il solo specchio dentro cui la vita, riflettendosi, giunge per un momento a dire se stessa. È l'idea centrale di questo romanzo. Tre donne lo abitano. La prima è una donna famosa, una scrittrice famosa: Virginia Woolf, ritratta a un passo dal suicidio, nel 1941, e poi, a ritroso nel tempo, mentre gioca col dèmone della sua scrittura. Le altre due sono donne che abitano luoghi e tempi diversi. Clarissa Vaughan, un editor newyorkese di oggi e Laura Brown, una casalinga californiana dell'immediato dopoguerra.
    --------------
    Per il momento lo sto trovando splendido, tanto che ho quasi paura di proseguire nella lettura...

    Edited by taksya - 14/5/2020, 12:10
     
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    detto anche l'impanicato

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    Un romanzo che avevo in lista da millenni e della cui lettura alla fine posso dirmi deluso. Anzi, ho delle titubanze a chiamarlo romanzo, perché mi è sembrato più che altro un esercizio di stile. Molto ben compiuto, per carità, ma pur sempre un esercizio.

    L'autore collega con mano sapiente le vite di queste tre donne, Virginia Woolf in un momento di tregua apparente della guerra contro il demone della malattia. VW che costruisce l'intreccio de La signora Dalloway districandosi tra i doveri da "matrona della tenuta di campagna" che mal le riescono, nella noia del piccolo borgo, afflitta dalla tensione di dover guarire o anche solo mostrarsi guarita per poter tornare nella sua amata Londra. Parallelamente Clarissa vive la storia della signora Dalloway ai giorni nostri, esce di casa per comprare i fiori, viene descritta con uno stile che è chiaro riferimento al flusso di coscienza del testo originale, debitamente ammodernato. E infine c'è Laura, la casalinga disperata che sta leggendo il libro della Woolf, che si trova bloccata in una vita di famiglia a cui non aspirava e che combatte contro l'insorgere della "ribellione", faticando a reprimere le mire egoistiche e "antiestetiche" (nel senso di immaginario di estetica famigliare americana) che fanno capolino, facendo a pezzi la finzione di perfezione a cui l'imprinting sociale le suggerisce di dover aspirare.

    Non mi stancherò mai di ripeterlo, e qui chiaramente entriamo nel campo del gusto, non è facile dare la giusta potenza quando si cerca di scrivere il classico romanzo borghese. C'è chi riesce a restituire il caos emotivo e i vuoti a rendere dei rapporti umani dei giorni nostri e chi invece si perde nella descrizione di dinamiche già raccontate, che rischiano di banalizzare questo tipo di romanzo. Con questo lavoro secondo me Cunningham è a metà, anche perché con la scelta di riproporre una storia già raccontata dalla Woolf il rischio del "già sentito" era molto grande (se lo è assunto lui, non potrete dare la colpa a me).

    Infine, e questo è un problema che tocca soltanto marginalmente questo libro, ma ci tengo a rimarcare il tema: io non ne posso più di libri che parlano di scrittori che scrivono o che conversano con altri scrittori di problemi di scrittori che interessano solo agli scrittori o di rivalità tra scrittori che si taglierebbero la gola a vicenda con coltelli fatti ritagliando e compattando e affilando pagine scritte da altri scrittori che facevano discorsi di alta caratura intellettuale con altri scrittori.
     
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    Lascio che le cose mi portino altrove

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    Io sono d'accordo con Panic, però a me il libro è piaciuto
     
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2 replies since 8/11/2013, 19:06   57 views
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