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Titolo: I sommersi e i salvati
Autore: Primo Levi
Anno: 1986
Editore: Einaudi
Descrizione: Scritto nel 1986, ultimo lavoro dell'autore, è un'analisi dell'universo concentrazionario che l'autore compie partendo dalla personale esperienza di prigioniero del campo di sterminio nazista di Auschwitz ed allargando il confronto ad esperienze analoghe della storia recente, tra i cui i gulag sovietici.
La narrazione descrive con lucidità e distacco - nonostante l'averne vissuto l'esperienza diretta - i meccanismi che portano alla creazione di "zone grigie" di potere tra oppressori e oppressi, la corruzione economica e morale delle persone che vivono nei sistemi concentrazionari, gli scopi e gli utilizzi politici e sociali di tali sistemi, la replicazione di analoghe dinamiche comportamentali nelle realtà quotidiane odierne.
Come al solito lo stile di Primo Levi non stanca: non cerca pietà, lui vuole spiegare, cercare di fare capire alla gente quello che è avvenuto senza cadere in una narrazione melensa. Non accusa apertamente e quando lo fa, non lo fa in maniera euforica, incontrollata. Non si dichiara mai giudice, ma la condanna è presente in ogni riga. La scrittura è perfettamente lucida e soprattutto è interessante l'ultimo capitolo, dove copia alcuni stralci di lettere con dei lettori tedeschi, i quali avevano appena ricevuto in Germania la copia tradotta di Se questo è un uomo. Abbatte tanti stereotipi costruiti sull'immagine dei Lager, dei sopravvissuti e dei condannati. Da leggere assolutamente..