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Reppy.
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Titolo: La morte a Venezia-Cane e padrone-Tristano-Tonio Kröger
Autore: Mann Thomas
Traduttore: Dal Lago Veneri B. M.
Editore: Newton Compton
Collana: Grandi tascabili economici
Data di Pubblicazione: 2010
ISBN: 8854120162
ISBN-13: 9788854120167
Pagine: 272
Reparto: Narrativa > Narrativa classica
Questo libro raccoglie alcuni tra i più celebri romanzi brevi di Thomas Mann: "La morte a Venezia" (1913), "Cane e padrone" (1919), "Tristano" (1903), "Tonio Kröger" (1903). Scritti nell'arco di sedici anni, essi affrontano i temi cari al grande narratore tedesco: l'amore come passione travolgente, fonte di poesia e di vita, ma anche di dissoluzione, di decadenza, di morte; il contrasto tra i bisogni dell'artista e le regole del mondo borghese; la difficile lotta insita nella creazione artistica, per la quale sono ugualmente necessarie la libertà della passione e la severa, ascetica disciplina. "Devi sapere che noi poeti non possiamo percorrere la via della bellezza senza che Eros ci accompagni e ci sia di guida [...] perché è la passione che ci esalta, perché solo all'amore ci è dato aspirare. Questa è la nostra gioia e la nostra vergogna" (Thomas Mann).
Adattamenti: Morte a Venezia di Luchino Visconti - 1971
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Questo è il primo libro di Mann che abbia mai letto... e devo dire che è un capolavoro... i 4 racconti raccolti qui sono tutti davvero bellissimi. Io, pur non conoscendo l'autore, avevo sentito molto parlare de La Morte a Venezia ma quando ho letto il racconto mi sono trovata davanti a qualcosa che non mi aspettavo assolutamente. Dal titolo mi immaginavo tutta un'altra cosa.
Ma partendo dall'inizio...
Il primo racconto è Tristano. Ambientato in una casa di cura dove uno scrittore che ne è ospite, incontra una donna e rimane affascinato dalla sua bellezza e inizia a instaurare con lei un'amicizia...
Nel secondo... Tonio Kroger, il tema della contrapposizione tra arte e vita si sente in modo più profondo. Infatti Tonio, scrittore affermato, ritiente che un uona persona, per diventare artista, debba rinunciare alla pace e alla semplicità della vita delle persone comuni. Ma un giorno decide di tornare a visitare i luoghi della sua infanzia e finiremo col vivere i suoi tormenti giovanili, quando prima la passione per Hans e poi l'amore per Ingeborg lo hanno molto segnato... come l'ha segnato la consapevolezza di non poterli coinvolgere nel suo modo di vivere e non poterli allontanare dalla loro semplicità.
La Morte a Venezia è il racconto che più mi ha sconvolta e inquietata... mi ha inquietata perchè sono stata spinta a guardare dentro me stessa e rendermi conto di come anche io, come il protagonista, riesco a far diventare una semplice 'passione' in una vera e propria ossessione in grado di tirare fuori la parte più oscura di noi e di fare cose che non credevamo possibili.
La storia è quella di uno scrittore che intraprende un viaggio a Venezia, città da lui molto amata. Qui incontra casualmente un ragazzino dalla straordinaria bellezza che lo colpisce profondamente. Inizia a osservarlo incuriosito, a elogiarne la perfezione finendo però con l'esserne ossessionato arrivando a prendere la decisione di rimanete in quella città nonostante un'epidemia di colera si stia diffondendo rapidamente.
L'ultimo racconto è Cane e Padrone. L'unico racconto che ci presenta un quadro che ispira pace e armonia. Un racconto assolutamente affascinante in cui viene analizzato il rapporto tra uno scrittore e il suo cane. Vengono descritte le loro abitudini, il loro rapporto e la dedizione del cane verso il suo padrone. Il racconto riesce a regalare delle immagini assolutamente stupende della vita di questi due essere
Io lo consiglio a tutti perchè è un libro bellissimo...
Vi consiglio anche il film La Morte a Venezia perchè è un capolavoro... e nonostante io l'abbia visto subito dopo aver letto il libro... non ne sono rimasta assolutaente delusa (cosa che in genere mi capita)....
Anche il film è riuscito ad inquietarmi hahahahah....
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io ho visto solo il film di luchino visconti e ricordo che mi piacque molto... proverò anche con libro *__* . -
Reppy.
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Fai bene... è belliccimo... anche se il film lo rispecchia molto (a parte il fatto che Aschenbach nel film è un compositore mentre nel libro uno scrittore)....
una scena che mi ha colpito molto sia nel film che nel libro... è quella della tintura dei capelli... mi ha fatto provare una pena quando senza neanche rendersene conto stava diventando come il tizio che all'inizio lo aveva negativamente colpito sulla barca....
beh comunque bellissimo
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‘Aš¢hënbâch‚.
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Titolo: La morte a Venezia - Der Tod in Venedig
Autore: Thomas Mann
Anno: 1912
Editore: Hyperion
IBS: http://www.ibs.it/code/9788806183455/mann-...-a-venezia.html
Descrizione: Una Venezia estiva ammorbata da una peste incombente ospita l'inquieto Gustav Aschenbach, famoso scrittore tedesco che ha costruito vita e opera sulla più ostinata fedeltà ai canoni classici dell'etica e dell'estetica. Un sottile impulso lo scuote nel momento in cui compare sulla spiaggia del Lido la spietata bellezza di Tadzio, un ragazzo polacco. Un unico gioco di sguardi, la vergogna della propria decrepitezza, la scelta di imbellettarsi per nasconderla, sono i passi che scandiscono la vicenda. In pieno Novecento, Thomas Mann ha colto e rappresentato la grande cultura borghese in via di dissoluzione, in un'opera emblematica che fonde la perfezione formale con la rappresentazione degli aspetti patologici di quella crisi.
Beh la prima volta che lo lessi ne rimasi affascinata. Stranamente è una delle poche letture scolastiche che mi sono piaciute molto, sebbene la mia professorssa ce lo abbia dato da leggere senza avere il tempo di spiegarcelo in seconda superiore. Di Thomas Mann mi piace lo stile per quello che ho letto, devo ancora dedicarmi alla Montagna Incatata che di certo ha poco a che fare con i racconti brevi xD Tuttavia non l'ho mai trovato pesante, mi estranio sempre dal mondo circostante quando leggo le sue storie.. -
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Ti consiglio di vedere il film. E' uno di quei film dove ci sono pochi dialoghi e la storia viene raccontata attraverso immagini e, soprattutto, musica (qui l'Adagietto delle Quinta di Mahler pare scritto apposta!)
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‘Aš¢hënbâch‚.
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Va bene 
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