La mostra delle atrocità

"La fiera delle atrocità" secondo me l'autore avrebbe potuto intitolare il suo "scritto"
"La fiera della stupidità"
perchè "stupidità" è il termine esatto per definire questo libro.

Un non-sense continuo, un'accozzaglia di parole a volte molto tecniche, uno sproloquio continuo.
Dietro termini medicali e non, si cela una voglia di protagonismo punto e basta:
l'autore voleva scioccare il pubblico, annichilirlo di fronte a lui, farlo sentire piccino e ignorante, in realtà credo che non ci sia riuscito.... :nonsifa:

Chiunque puo' leggere questo libro, forse gli unici a cui ne sconsiglio la letteratura, sono i bimbi, perchè la "pseudo pornografia ammantata da finta letteratura" non si addice a degli infanti... :nonsifa:

Quest'orgia di seni, pubi e peni non arriva comunque a essere neppure erotica, anche li' il libro risulta essere un fallimento;
per non parlare della morte e dei "crash" perennemente presenti, una vera ossessione ma non certo tanatologia!!!!!!!!!!!

Insomma un "delirio di parole" voluto per "scandalizzare" il pubblico,
per me un delirio non riuscito, forse qualche grande critico ci vuol vedere dentro quello che non c'è...non è un libro..
per me resta uno scritto...e quasi quasi non è nemmeno degno di essere catalogato "graffito" perchè a volte sui muri si leggono frasi più profonde, scritte con parole semplici e senza narcisismi.

Bocciato dunque su tutti i fronti, una delle cose peggiori che abbia mai letto:
uno scritto inutile, brutto, negativo in ogni sua forma.....
Il mio voto dunque è "zero" non essendo per me questa letteratura..

Voto 0/0

Recensione:
Di fronte a questo genere di letture o ci si chiede perchè si abusa così ignominiosamente del proprio tempo e relativa pazienza, oppure ci si sente schiacciati dalla propria ignoranza poiché, è evidente, non si è in grado di afferrare “il genio” inciso in ogni concetto.
In me i due radicali hanno avuto eguale alternanza, talvolta mi pareva di capire (e disprezzare) e quindi sentivo di sprecare ore preziose, successivamente mi riprendeva un gorgo in inconsapevolezza e la mia capacità di intendere si rastremava in un angolino della mente e osservava atterrita.
Le note a margine (sante parole?) hanno contribuito talvolta a diradare le grasse nebbie che come cortine fumogene l'autore spargeva sull'anelante richiesta di chiarezza, ma di converso l'impietoso confronto con il resto del libro faceva lo stesso effetto di una guida museale che spiega un orrore d'arte contemporanea quando tu non vedi altro che quello, l'orrore!
Antiletterario come nessuna altro libro letto, anacronistico e fuori da ogni interesse personale, esplicito fino alla pornografia (ma il sesso nonostante tutto c'entra poco) conserverò di questo libro il ricordo che merita, lo stesso che ho dell'interno del cassonetto quando vi getto l'immondizia.

Voto: 2/10