Prima di scomparire - Xabi Molia

~ Libro del mese di gennaio e febbraio 2013

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    Libro del mese di Gennaio 2013


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    Titolo: Prima di scomparire
    Autore: Xabi Molia
    Anno: 2012
    Editore: L’Orma.
    Pagine: 301
    Descrizione:
    Parigi, XXI secolo, tra qualche mese. L'amore al tempo delle catastrofi. 
Antoine Kaplan è un medico incaricato di identificare i primi sintomi di un morbo che trasforma i suoi concittadini in esseri bestiali e assetati di violenza. Sotto l'assedio degli «infettati», la comunità dei sopravvissuti affronta giorno dopo giorno le conseguenze del disastro: caos, carestia, clima di sospetto. D’improvviso la moglie di Kaplan scompare e Antoine, eroe suo malgrado, serio e determinato dalla costanza della ragione, s'inoltra nei meandri di una città allo stremo per ritrovarla. Intanto un misterioso pamphlet incita, in una lingua profetica e inconfutabile, a contribuire all’imminente estinzione della specie umana. Prima di scomparire narra della fine del mondo e della fine di un amore in un noir visionario e metaforico che mette in scena le vicende ultime di un’umanità che si disintossica da se stessa.

    Traduce: Lorenzo Flabbi


    Potete leggere questo libro grazie all'iniziativa
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    www.amazon.it/Prima-scomparire-Xabi...55324998&sr=8-1

    Edited by °Ln - 15/1/2013, 15:39
     
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    L'ho acquistato anche io, quindi se vince è possibile leggerlo col giralibri U_u
     
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    Edited by °Ln - 27/7/2017, 18:15
     
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    linkato^^
     
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    Allora, a quanto pare sono la prima (l'unica per ora!) ad aver affrontato questa lettura. Pelandroni che non siete altro!!!
    A causa di mancanza di tempo ci ho messo un po' a ingranare, diciamo che non l'ho trovato particolarmente scorrevole anche se poi la storia in sé è davvero interessante. La cosa che mi ha portato a proporre questo libro è proprio il fatto che "l'apocalisse zombie" è descritta meno apocalittica: lenta da avere delle ripercussioni sociali, politiche.
    Prendendo spunto da una vicenda familiare, viene presentata la Francia di un anno imprecisato intorno al 2020: reduce da una lunga guerra contro gli infettati (una malattia trasmissibile sessualmente ha trasformato più di metà della popolazione in bestie decerebrate e affamate di sangue) e contro i ribelli, sostenitori del "progetto umano" (la malattia è un segno che l'uomo deve arrivare all'estinzione). Parigi è sotto costante assedio ma le cose hanno acquistato una loro normalità, una normalità che sa di calma apparente: niente elettricità se non negli uffici governativi, razionamenti di cibo, approvvigionamenti difficili, ispezioni sanitarie continue. Fuori dalla città non si sa bene cosa ci sia, lo sanno solo i soldati che combattono una guerra contro gli infettati e una guerra civile perenne. Si hanno sporadiche notizie dal resto del mondo, che se inizialmente sembrava resistere, dopo pochi anni ha ceduto anch'esso.
    Mi è piaciuta molto, quindi, la grande attenzione all'aspetto distopico, all'analisi di questa società così cambiata, a tutti i drammi psicologici che si porta dietro la zombificazione tra gli scampati. E poi le ultime pagine in cui il mondo esterno alle città, visto solo dai soldati, dai ribelli e dai malati e immaginato per tutto il libro viene descritto effettivamente riassume con una chiarezza lucida e brutale tutti i libri apocalittici letti finora, quattro/cinque pagine a conclusione (per me) di un ciclo di letture che veramente calzano a pennello.

    Insomma, mi è piaciuto molto e lo consiglio!
     
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    Non mi è ancora arrivato dalla Francia (spero che non si sia perso nel marasma natalizio)... altrimenti l'avrei già letto.

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    Mi sa che mi m etto nel giralibri... al massimo mi tolgo se arriva.
     
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  7. Fa}
     
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    finalmente è arrivato anche a me!!!! a breve vi saprò dire.
    ma solo la mia edizione fa schifo da un punto di vista "fisico"? mi si scollano le pagine
     
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  8. Fa}
     
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    allora, eccomi infine anche (?) io a commentare il libro.
    mi è piacituo molto anche ma il punto di vista "sociale" del romanzo, che lo ha fatto essere un libro piuttosto diverso rispetto a tutte le storie di zombi lette finora e questo sicuramente è un punto a suo favore. mi è piaciuta l'ambientazione metropolitana, e ho trovato interessante anche se non originalissimo il fronte degli "animalisti" o come si chiamano e il loro approccio al problema.
    da una parte mi è pesato che non si sia speso più tempo nella descrizione di quello che succede fuori, di com'è realmente, ma d'altro canto è coerente con la mancanza di informazioni dei civili, con la difficoltà a comunicare, a sapere come vanno le cose nel resto del mondo. quindi questo narratore limitato mi ha incuriosito. anche se ho trovato un po' seccante l'oscillazione senza continuità tra la prima persona e la terza persona....
     
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    Mi trovo a quotare quasi completamente Fa (compreso lo stato precario del libro e della sua rilegatura).

    La scusa della ricerca della moglie scomparsa del protagonista serve, prevalentemente, a descrivere e raccontare la varia umanità che cerca di sopravvivere al contagio.
    Non sappiamo quasi nulla della malattia in sé, vediamo pochissimo gli infetti e la loro descrizione contrasta troppo con le loro capacità per essere coerente e, personalmente, non ho gradito la cosa.
    Così come ho trovato fastidioso il fatto che solo gli artisti o gli studiosi abbiano la possibilità di vivere decentemente (o siamo noi sfortuanti perché il protagonista ha solo a che fare con loro), mentre si vedono pochissimo gli altri sopravvissuti. Qualche immagine ogni tanto, spesso poliziotti o soldati, ma mai il vero popolo.

    Si parla addosso moltissmo, con un'eccessiva verbosità (ma è francese, credo non possano farne a meno), saltando dalla prima alla terza persona creando, se distratti, qualche proplema nel seguire la lettura.

    Non riesco ancora a decidere se mi è piaciuto o meno... quindi si becca un voto neutro, raggiungendo solo il 6 polito.

    3/5 (6/10)
     
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    Per quel che riguarda questo
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    Così come ho trovato fastidioso il fatto che solo gli artisti o gli studiosi abbiano la possibilità di vivere decentemente (o siamo noi sfortuanti perché il protagonista ha solo a che fare con loro),

    io ho pensato che fosse un po' come nella Russia sovietica, ogni professione ha una tessera e gli alloggi sono riservati ai membri di un determinato gruppo: in questo caso artisti, per questo Kaplan ha vicini di casa artisti e amici legati a quell'ambito....
     
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    Può essere. Probabilmente come stile di vita e di impostazione sociale il riferimento era quello del comunismo sovietico.
    Non essendo amante dell'argomento, la cosa mi è sembrata fuorviante.
     
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    Ecco il passaggio dalla prima alla terza persona l'avevo colto inconsciamente, nel senso che avvertivo qualcosa di strano ma non capivo cosa!! eheh.
    Altra cosa che mi ha lasciata perplessa è: cosa voleva raccontare e cosa è di sfondo? perchè in certi passaggi prevale la scomparsa della moglie e in altri il contagio. Son due cose slegate alla fine. Poi non ho trovato un personaggio che mi stia simpatico... Il protagonista che si dà tante di quelle arie! Per non parlare del responsabile delle indagini. Poi beh, Rosa, l'attore, perchè sto nome particolarmente femminile? magari in Francia è maschile? buh..
    Questi poeti e scrittori, quanto si credono superiori? sempre pronti a sputarsi addosso e contraddirsi. i dialoghi tra di loro sinceramente non li ho apprezzati.
    Interessante però la filosofia di fondo, dell'uomo che è destinato a estinguersi perchè ormai ha fatto il suo corso. L'uomo che si è impossessato di tutto, che ha preso i prodotti della natura e li ha sfruttati per i propri scopi, e la Natura che per ribellarsi manda questa malattia, quest'infezione, che riporta l'uomo alle sue origini, all'essere un animale e niente di più...
     
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    CITAZIONE (kryssa89bmtl @ 25/5/2013, 17:59) 
    Poi beh, Rosa, l'attore, perchè sto nome particolarmente femminile? magari in Francia è maschile?

    Forse perché è il cognome?
     
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    CITAZIONE (taksya @ 25/5/2013, 18:32) 
    CITAZIONE (kryssa89bmtl @ 25/5/2013, 17:59) 
    Poi beh, Rosa, l'attore, perchè sto nome particolarmente femminile? magari in Francia è maschile?

    Forse perché è il cognome?

    ahahahahaha... ecco perchè!!! svelato il mistero..aahahah. non c'avevo pensato!
     
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13 replies since 12/12/2012, 16:11   183 views
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